Fa'afafine

Fa’afafine: il teatro ragazzi affronta “il terzo sesso” (consigli teatrali 29mar-3apr)

E dopo la pausa pasquale si riparte alla grande: Fa’afafine, Gabriele Vacis, Lab121, Caroline Baglioni, Menoventi e Pascal Rambert solo per fare alcuni nomi. La rubrica dei consigli teatrali di fattiditeatro (che prima si chiamava “IAT”) seleziona, si schiera (a volte può sbagliare!), cerca le “chicche” e dà tantissima importanza alle immagini. Per questo ti chiedo: se c’è qualcosa di imperdibile che mi sono dimenticato segnalalo nei commenti, e sopratutto se ti piace questo modo di raccontare il teatro condividi questo post, è importante! Grazie!

MILANO

L'inquilino LAB121
L’inquilino

GRANDE GUERRA \ E Johnny prese il fucile tratto dal romanzo di Dalton Trumbo. Produzione Fonderia Mercury – audiodrammi in teatro. Joe Bonham è un giovane americano che, insieme a milioni di connazionali,  viene chiamato a combattere durante la Prima guerra mondiale. Nel conflitto viene colpito da una granata. L’esplosione lo costringe alla detenzione corporea, ma nonostante tutto “vive”: Joe pensa e i suoi pensieri sono la nostra storia. Ore, giorni, anni, scanditi dal battito del cuore, dal pulsare del cervello, dal sibilo del respiro, dal rimbombo dei passi di medici e infermiere. Dopo anni di isolamento psico-fisico Joe riesce a comunicare con il mondo esterno e a ricevere risposta. Joe è ancora in battaglia e dalla trincea grida il suo SOS di vita. (T. Franco Parenti, 31-3apr)

INQUILINO \ L’inquilino, nuova produzione della compagnia LAB121. Prima Nazionale per uno spettacolo dove la poetica e l’indagine del regista Claudio Autelli, s’incontrano con l’immaginario dell’artista francese Roland Topor. Questi, nei suoi scritti e illustrazioni dissacranti, racconta l’uomo nella società con le sue frustrazioni, paure e vergogne. Racconta l’irrealtà delle situazioni quotidiane, l’allucinante e l’assurdo che diventano normalità, scovando l’orrore nascosto nelle situazioni a noi più familiari. Anche il genio registico di Roman Polanski ha trasformato la materia de “L’inquilino del terzo piano” in un capolavoro cinematografico degli anni settanta. (T. Litta, 1-10apr)

MENOVENTI \ I Menoventi, tra i giovani gruppi più interessanti nel panorama teatrale contemporaneo, per la prima volta ad Alta Luce Teatro con InvisibilMente, uno spettacolo “surreal-popolare” che, pur mantenendo la componente illogica tipica del teatro dell’assurdo, insieme alla ricerca di un linguaggio non comune, riesce ad abbandonare la tragicità del non poter comprendere e puntare su una dimensione popolare, scevra da elitarismi. (Alta Luce Teatro, 1-2apr)

PASCAL RAMBERT \ Prova, versione italiana di Répétition, scritto e diretto da Pascal Rambert. Non più l’amore, come nel recente Clôture de l’amour, che vedeva Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi interpretare la cronaca di una separazione annunciata, ma la scrittura e l’atto creativo sono l’ispirazione di questo nuovo percorso tracciato dal regista, autore e coreografo francese. Al centro, l’essere umano, l’artista, confusi, messi a nudo. In Prova ritroviamo Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi, insieme a Laura Marinoni e Giovanni Franzoni. Lo spettacolo assume la forma di un’equazione priva di incognite: in una sala prove, Laura (attrice), Anna (attrice), Luca (scrittore) e Giovanni (regista) assistono all’implosione della loro unione artistica. (Piccolo T. Studio, 1-10)

PENTATEUCO \ La Confraternita del Chianti in LEVITICO – pentateuco #3 da “The Mexican” di Jack London di Chiara Boscaro, Marco Di Stefano, Marco Pezza. Terzo capitolo del progetto “Pentateuco”, ciclo di cinque monologhi, ognuno spettacolo autonomo, ispirati simbolicamente ai primi cinque libri dell’Antico Testamento (il Pentateuco, appunto, di cui fanno parte i libri Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Dopo Genesi, storia di una migrante in terra straniera, costretta ben presto a comprendere quanto assimilare una lingua sconosciuta e oscura significhi un po’ ridefinire la propria identità, ed Esodo, capace di raccontare una pagina dolorosa e complessa della storia recente, l’esodo istriano, con una dimensione umana, attraverso un racconto personale e toccante, è la volta del Levitico. Il “libro dei Leviti” , tra i libri più simbolici delle Sacre Scritture, è il codice delle leggi date da Dio al suo popolo sul Sinai. Regole per un popolo in cammino, regole della convivenza, del culto e del corpo. Ma nel Levitico si parla soprattutto di sacrifici, spesso cruenti. (T. Verdi, 31-3apr)

SORELLE MARINETTI \ Le Sorelle Marinetti con La Famiglia Canterina. Un originale spettacolo teatral-musicale che regala a qualunque tipo di pubblico divertimento e ottima musica, con un cast di grandi professionisti. La proposta è semplice: trascorrere una serata a teatro calati in un’atmosfera decisamente vintage – quella della fine degli anni Trenta – condita di sketch coreografie e aneddoti sul costume e la cultura del tempo e cullati dalla bellissima musica delle orchestre leggere dell’Eiar (l’antenata della RAI). Anni in cui l’Italia – o meglio l’Italietta – sperimentava un regime in preagonia e l’approssimarsi di nuvole nere all’orizzonte, mentre si illudeva di bastare a se stessa (autarchia) e di aver raggiunto traguardi assoluti di modernità. E’ l’Italia dei “telefoni bianchi” di Camerini (le commedie cinematografiche brillanti), delle “sale per danze” eleganti, della radio, delle radiocronache calcistiche, della Fiat Topolino e della Balilla, del pugile Primo Carnera e del trasvolatore Italo Balbo. L’Italia dei nostri nonni – in qualche caso dei nostri genitori –, che seppe trovare un motivo di sorriso e spensieratezza nelle “canzoni della radio” in un momento tutt’altro che facile. (T. Delfino, 1-3apr)

TESTA A TESTA \ Debutto nazionale di MEN ON D MUN: un testa a testa fra Riccardo Goretti e Massimiliano Loizzi. Uno scontro poetico a colpi di versi che vede sfidarsi due uomini fra le stelle in un incontro onirico a suon di sogni. Dieci round, dieci quadri, dieci storie dove tutto può accadere… e sarà il pubblico a decretare il vincitore. (T. della Contraddizione, 31-2apr)

ROMA

Fa'afafine
Fa’afafine – foto: Jacopo Niccoli

BOLLANI \ La regina Dada scritto e interpretato da Valentina Cenni e Stefano Bollani. “È la storia di due persone che tentano di trovare un modo di comunicare – spiega Bollani – e lo fanno attraverso al musica. Vorrebbero fare a meno delle parole”. Insieme sul palco racconteranno l’inedito percorso di una regina di fiaba. La regina Dada abdica e fugge nella notte e si rifugia dal suo maestro di musica, per cercare la verità oltre il ruolo impostole in una vita predeterminata. Rinunciando alle parole tenta di capire qual è il vero potere dell’essere umano, finalmente libero dalla manipolazione di un destino già scritto. Simbolo del rifiuto di ogni definizione che possa ingabbiare e limitare lo spirito creativo, mette in dubbio la certezza di tutte le convenzioni, indicando nella rinuncia al suo ruolo l’unica strada autentica per trovare se stessa. (T. Eliseo, 29-3apr)

DOIT FESTIVAL \ Riparte DoIt festival (qui il Selfie Stick con le direttrice artistiche) dopo la pausa pasquale: BUKOWSKI – A NIGHT WITH HANK. Nessuno sarà mai Bukowski. Genialità e fragilità, personaggio e uomo lottano, nascondendo qualcosa di più puro, sotto fiumi di alcol, perversione e disperazione. Esiste una notte che divide il mito dello scrittore dal fragile ubriacone perdente. Una notte sola in cui si incontrano lui e il suo piccolo uccello azzurro, nel cuore. L’INTRUSO: Niente è ciò che sembra. Il racconto maniacalmente accurato e coinvolgente di un uomo nell’atto dell’auto-rivelazione. Egli si misura con le proprie angosce e frustrazioni, mostra i lati oscuri della propria esistenza e sfida lo spettatore a fare i conti con la società dell’apparenza, tra follia e realtà, tra immagini di un’infanzia mai vissuta e di una vita condotta ai margini di una società intrisa di finto perbenismo. Possiamo definirci estranei? Da che parte siamo? LE FAREMO SAPERE: La vera storia tragicomica di un attore che ci fa rivivere, attraverso ricordi, sogni, allucinazioni, il periodo storico del grande cinema italiano, dagli anni ’70 a oggi. Dal poliziesco, fatto di inseguimenti in macchina in mezzo al traffico, immagini rubate senza i permessi della questura, sparatorie tra la folla ignara e il cinema “educato” di oggi. La vita e i tormenti amorosi, le speranze di successo. Un mondo scomparso… (T. Planet, 29-3apr)

GABRIELE VACIS \ La parola padre БAЩA ОЈСІЕС ТAТКО drammaturgia e regia Gabriele Vacis produzione CANTIERI TEATRALI KOREJA. Sei ragazze. Sei giovani attrici selezionate durante un giro di seminari tenuti da Koreja nell’Europa centro orientale. Sei giovani donne si incontrano in uno dei tanti crocevia del presente. Quei non luoghi che frequentiamo senza vedere. Ola, Anna Chiara, Simona, Irina, Alessandra, Rosaria. Tre sono italiane, una è polacca, una è bulgara, una è macedone. Tutte parlano più o meno inglese. Quali sentimenti coltivano sei ragazze di nazionalità diverse, che si parlano attraverso una lingua comune superficiale? Hanno memorie comuni? Che storie possono raccontarsi e raccontare? E, soprattutto, hanno una storia comune da raccontare? Immagini, danze, musiche e parole che frullano identità impossibili, mobili, fluide. Scintille di senso imprevedibili. Tutte hanno conti in sospeso con la loro patria, tutte hanno conti in sospeso con i loro padri. (Piccolo Eliseo, 30-10apr)

GARCIA LORCA \ PRIMA NAZIONALE per YERMA tratto dall’omonima opera teatrale di Federico Garcia Lorca, con la regia di Gianluca Merolli e la traduzione e l’adattamento di Roberto Scarpetti. Yerma, interpretata da Elena Arvigo, è l’eroina protagonista che dà il nome all’opera, il cui significato letterale in spagnolo rimanda immediatamente ai concetti di “deserto” e “sterilità”. Ed è caratterizzato proprio dalla solitudine e dall’aridità il mondo di Yerma, come anche la ristretta ma variegata comunità in cui vive la donna, che desidera a tutti i costi avere un figlio dal marito e che, quando scoprirà che lui non condivide il suo stesso desiderio, cadrà in un vortice di ossessione e dolore che culminerà in un gesto estremo. Quest’ opera di Garcia Lorca scritta nel 1934 e pubblicata nel 1937, dimostra una grande attualità: in essa l’autore andaluso sembra anticipare le domande più recenti sulla bioetica e sul diritto alla procreazione, inserendosi a pieno titolo nell’attuale dibattito sulla procreazione assistita e sul diritto alla genitorialita’, con una posizione moderna e assolutamente laica. (T. Vascello, 29-3apr)

GIORNI FELICI \ Nicoletta Braschi è Winnie, donna assoluta e minimale, di GIORNI FELICI di Samuel Beckett, per la regia di Andrea Renzi, una produzione Melampo e Fondazione Teatro Stabile di Torino (qui la promozione speciale per gli amici del b&b Giorni felici di Roma). Un’intensa prova per Nicoletta Braschi in scena nel ruolo di Winnie, sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, con Willie, il marito. E mentre la sabbia ricopre inesorabilmente entrambi, Winnie chiacchiera senza sosta, in un’alternanza insensata di momenti che sono il cuore della straordinaria esplorazione beckettiana della vita ai margini della follia. (T. India, 31-10apr)

ORGASMO \ L’orgasmo di Cristo ovvero uno studio su Wilhelm Reich, spettacolo di e con Simone Càstano ispirato dall’opera dal medico e psicanalista austriaco, allievo diretto e stimatissimo di Sigmund Freud, noto per le sue ricerche sul ruolo sociale della sessualità. Wilhelm Reich riteneva che la nascita di tutte le repressioni psicofisiche umane doveva essere ricercata nelle repressioni sessuali attuate sin dalla prima infanzia, inibizioni fondamento della civiltà patriarcale e autoritaria. Attraverso i suoi studi sull’orgasmo, Reich scoprì che le repressioni sessuali potevano dare vita col passare degli anni ad una corazza psicofisica dentro la quale l’essere umano si chiude, trasformando la propria energia vitale in energia negativa e distruttiva. Fuggito negli Stati Uniti a causa del nazismo, fonda l’Orgone Institute, così denominato per il nome che diede a quell’energia che permea l’universo, presente anche nel corpo umano (gli orgoni). Nonostante la sua ricerca fosse ostracizzata Reich continuò in maniera del tutto indipendente a incontrare pazienti ma dopo alcuni anni venne arrestato e rinchiuso in un centro psichiatrico dove morì per “morte accidentale” alcuni giorni prima del suo rilascio. (T. Studio Uno, 31-3apr)

TERZO SESSO \ FA’AFAFINE Mi chiamo Alex e sono un dinosauro testo e regia Giuliano Scarpinato con Michele Degirolamo in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori SPETTACOLO VINCITORE PREMIO SCENARIO INFANZIA 2014. “Siamo incommensurabilmente fortunati ad avere un figlio di genere non conforme. È troppo facile sentirti fortunato quando ottieni quello che desideri. Riesci a sentirti così e continuare ad essere riconoscente quando le cose non vanno come ti aspettavi? Sì, ci riesci. È questo che ci ha insegnato C.J.” ( Lori Duron, “Il mio bellissimo arcobaleno”) Esiste una parola nella lingua di Samoa, che definisce coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro. “Fa’afafine” vengono chiamati: un vero e proprio terzo sesso cui la società non impone una scelta, e che gode di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”; è un “gender creative child”, o semplicemente un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è maschio o femmina. La sua stanza è un mondo senza confini che la geografia possa definire: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale. Oggi per Alex è un giorno importante: ha deciso di dire ad Elliot che gli vuole bene, ma non come agli altri, in un modo speciale. Cosa indossare per incontrarlo? Il vestito da principessa o le scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori? Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere: i giorni pari è maschio e i dispari è femmina, dice. Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri. Fuori dalla stanza di Alex ci sono Susan e Rob, i suoi genitori. Lui non vuole farli entrare; ha paura che non capiscano, e probabilmente è vero, o almeno lo è stato, fino a questo momento. Nessuno ha spiegato a Susan e Rob come si fa con un bambino così speciale; hanno pensato che fosse un problema, hanno creduto di doverlo cambiare. Alex, Susan e Rob. Questo spettacolo è il racconto di un giorno nelle loro vite, un giorno che le cambierà tutte. Un giorno speciale in cui un bambino-bambina diventa il papà-mamma dei suoi genitori, e insegna loro a non avere paura. Quando Alex aprirà la porta, tutto sarà nuovo. (T. India, 2-3apr)

TOSCANA

Gianni Caroline Baglioni
Gianni – foto: Gloria Soverini

ATERBALLETTO \ Aterballetto in DON Q. Don Quixote de la Mancha coreografia Eugenio Scigliano musiche Kimmo Pohjonen, classica spagnola (T. Petrarca di AREZZO, 31)

DANZA \ Compagnia Simona Bucci, Dance Gallery in FRANE/HOME: FRANE di e con Eleonora Chiocchini luci Andrea Margarolo voce Giulia Zeetti elaborazione sonora Gilles Dubroca; HOME regia e coreografia Rita Petrone, Valentina Romito musica originale Paki Zennaro con Amina Amici, Eleonora Chiocchini, Daria Menichetti, Chiara Michelini, Sara Orselli luci Andrea Margarolo (T. delle Arti di Lastra a Signa FIRENZE, 1apr)

FELICITÀ \ PROVA APERTA al termine della residenza: ALDILÀ DI TUTTO ideazione e drammaturgia di casanova&scuderi regia Carolina De La Calle Casanova. E’ un lavoro sulla felicità, l’ostinata ricerca della felicità dopo una catastrofe ambientale che ha lasciato sulla terra più morti che vivi. L’entità di questa catastrofe non è di vitale importanza; la gente muore e il mondo circostante non è più come lo conosciamo, perciò le abitudini sociali sono annientate. Il tempo e le situazioni sono subordinati allo spazio che è da considerarsi un non luogo emotivo. La prova aperta racconta le visioni di un’autrice che entra ed esce dallo spazio emotivo all’occorrenza. Per questo motivo, la narrazione dei fatti a volte segue un ordine cronologico, a volte un tempo dell’anima, altre il tempo e lo spazio della creazione. L’autrice immagina tutto ciò che accade; a volte interagisce con le sue visioni che sono in continuo mutamento. Le sue visioni sono sei personaggi che compongono tre nuclei familiari distinti: una donna anziana che vuole porre fine alla sua vita; un padre e i suoi due figli che cercano la madre dispersa e due sorelle di cui una incinta. Tutti portano avanti un’ostinata ricerca di felicità (Castello Pasquini di Castiglioncello LIVORNO, 2apr)

GIANNI \ Caroline Baglioni in Gianni, vincitore Premio Scenario per Ustica 2015. Avevo circa tredici anni. Mio padre tornò a casa e disse che era arrivato il momento di occuparci di Gianni. Era un gigante Gianni. Alto quasi due metri, ma a me sembravano tre e nella mia mente è un film in bianco e nero. Gianni sembra oggi un ricordo lontano, ma era lontano anche quando c’era. Era lo zio con problemi maniaco-depressivi che mi faceva paura. Aveva lo sguardo di chi conosce le cose, ma le ripeteva dentro di sé mica ce le diceva. Fumava e le ripeteva dentro di sé. Gianni non stava mai bene. Se stavamo da me voleva tornare a casa sua. Se stava a casa sua voleva uscire. Se era fuori voleva tornare dentro. Dentro e fuori è stata tutta la sua vita. Dentro casa. Dentro il Cim. Dentro la malattia. Dentro al dolore. Dentro ai pensieri. Dentro al fumo. Dentro la sua macchina. E fuori. Fuori da tutto quello che voleva. Non aveva pace Gianni. Ogni centimetro della sua pelle trasudava speranza di stare bene. Stare bene è stata la sua grande ricerca. Ma chi di noi non vuole stare bene? Nel 2004 in una scatola di vecchi dischi, ho trovato tre cassette. Tre cassette dove Gianni ha inciso la sua voce, gridato i suoi desideri, cantato la sua gioia, detto la sua tristezza. Per dieci anni le ho ascoltate riflettendo su quale strano destino ci aveva uniti. Un anno prima della mia nascita Gianni incideva parole che io, e solo io, avrei ascoltato solo venti anni dopo. E improvvisamente, ogni volta mi torna vicino, grande e grosso, alto tre metri e in bianco e nero. (T. Florida di FIRENZE, 31)

KATZENMACHER \ Katzenmacher presenta INTERNISCESPIRIANI ideazione e regia Alfonso Santagata con Alfonso Santagata, Chiara Di Stefano, Anna Chiara Fenizi, Silvia Franco, Julieta Marocco Esteves, Francesco Pennacchia luci e fonica Antonella Colella sound Gianluca Cinci (T. Excelsior di Reggello FIRENZE, 2apr – T. degli Unanimi di Arcidosso GROSSETO, 3apr)

OFFICINE PAPAGE \ Officine Papage in AGNESE ODIOSA AGNESE di Davide Tolu regia Marco Pasquinucci con Stefania Maschio, Marco Pasquinucci, Matteo Manetti costumi Valentina Albino (T. del Ciliegio di Monterotondo Marittimo GROSSETO, 3)

REZZA MASTRELLA \ Anelante di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. “In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice. Con la saggezza senile l’adolescente, completamente in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni. Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale”. (T. Puccini di FIRENZE, 1-2apr)

STEFANO MASSINI \ Emilia Romagna Teatro/Teatro Stabile dell’Umbria/Teatro Stabile del Veneto presenta Ottavia Piccolo in 7 MINUTI di Stefano Massini regia Alessandro Gassmann con Paola Di Meglio, Silvia Piovan, Olga Rossi, Maiga Balkissa, Stefania Ugomari Di Blas, Cecilia Di Giuli, Eleonora Bolla, Vittoria Corallo, Arianna Ancarani, Stella Piccioni (T. Metropolitan di Piombino LIVORNO, 29 – T. Verdi di Santa Croce sull’Arno PISA, 30)

TEATRI DI CONFINE \ In occasione della Rassegna di Teatri di Confine – Fondazione Toscana Spettacolo Onlus in collaborazione con Teatro Goldoni, Associazione Pilar Ternera e Centro Artistico Il Grattacielo presenta Pilar Ternera in Ho un vizio al cuore da I Tre Atti Unici di Anton Čechov Regia di Francesco Cortoni. Questi personaggi altro non sono se non delle burle, figure a metà che suscitano la risata perché prive di sfumature. Sono in bianco e nero, incapaci di attingere alla tavolozza dei grandi sentimenti che li potrebbe trarre in salvo. In questa assoluta incapacità c’è tuttavia una condizione contemporanea e attuale che vale la pena indagare a piene mani e che ce li fa affrontare con un po’ di inquietudine. E se fossimo noi personaggi a metà e in bianco e nero? (Nuovo Teatro delle Commedie di LIVORNO, 31-1apr)

TEATRI UNITI \ Teatri Uniti a Firenze! Enrico Ianniello mette in scena I giocatori, il nuovo lavoro di Pau Mirò, trentanovenne autore di Barcellona, Premio Butaca 2012 come miglior testo in lingua catalana e Premio Ubu 2013 come miglior novità straniera. In scena un cast formidabile: Tony Laudadio, Marcello Romolo, Luciano Saltarelli e lo stesso Ianniello. Quattro uomini – un barbiere, un becchino, un attore e un professore di matematica – condividono tragicomiche frustrazioni e fallimenti giocando a carte, in attesa di un ultimo estremo guizzo vitale. Siamo a Napoli, ma anche ovunque, in un vecchio appartamento in cui la regola è accettare gli insuccessi, propri e altrui, tanto ciò che conta è fare un’altra partita. Un concertato di poesia e ironia, con dialoghi perfetti, in una lingua teatrale che manda in estasi. (T. Niccolini di FIRENZE, 30-3apr)

TEATRO SOTTERRANEO \ HOMO RIDENS creazione collettiva Teatro Sotterraneo in scena Sara Bonaventura, Daniele Bonaiuti, Claudio Cirri, Filippo Paolasini (T. dei Dovizi di Bibbiena AREZZO, 30)

Simone Pacini

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marzo, 2024

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