L’omaggio di Carlo Cecchi a Eduardo

Dolore sotto chiave e Sik Sik, l’artefice magico sono due atti unici di Eduardo de Filippo, in cui il grande teatro dell’autore si gioca sull’equilibrio sottile e poetico tra amara risata e pianto disperato. In queste due storie la commedia e la tragedia convivono, si sovrappongono e la vita si vive tra realtà e illusione.

In Dolore sotto chiave il tema è la morte ma l’attenzione è piuttosto sulle conseguenze della morte. Per evitare che Rocco (Vincenzo Ferrera) commetta un gesto inconsulto a causa della morte della moglie, la sorella Lucia (Angelica Ippolito) gli tiene nascosta questa notizia. Finge cioè che la moglie sia gravemente ammalata e gli impedisce di vederla, dicendo che anche la più piccola emozione potrebbe esserle fatale. Dopo molti mesi di attesa, Rocco, esasperato, fa irruzione nella stanza della moglie e scopre la verità. La negazione di questa morte naturale aprirà la strada per molte domande, personali ma anche filosofiche. In definitiva, Eduardo sembra dirci che la vita deve fare il suo corso, tutto ciò che possiamo fare è affrontarla con dignità.

Dolore sotto chiave – foto Filippo Ronchitelli

Sik Sik è il personaggio a cui Eduardo diceva di essere più affezionato, il nome stesso ne evoca l’aspetto. La vicenda racconta con tenerezza e ironia le disavventure di guitti teatrali alle prese con la necessità di sopravvivere alla miseria e con l’unica regola che lo spettacolo deve continuare. Sik-Sik (Carlo Cecchi) è un illusionista, che si esibisce assieme alla moglie Giorgetta (Angelica Ippolito) e alla spalla Nicola, confusa tra il pubblico, in teatri di infimo livello. Una sera il compare non si presenta e Sik Sik si rivolge a un passante a caso per aiutarlo durante lo spettacolo, per la riuscita dei suoi trucchi da quattro soldi. La situazione diventa tragicomica quando Nicola si presenta a spettacolo iniziato e pretende di lavorare al posto del nuovo arrivato.

L’operazione che fa Carlo Cecchi portando questi due atti in scena è di omaggiare il grande artista partenopeo, ricercando le atmosfere del suo teatro, i tempi, l’estetica e finanche le sue stesse movenze e inflessioni. Una celebrazione che si avvale in scena di Angelica Ippolito, che aveva affiancato De Filippo nello stesso ruolo di soubrette in cui recita accanto a Cecchi. La scelta dichiarata di Cecchi è però di privilegiare la leggerezza e la comicità dei due testi: in questa direzione l’attore e regista crea piccole situazioni comiche, oltre al testo originale di De Filippo, che danno più spazio alle risate e alla farsa. Cecchi adotta uno stile recitativo preciso e minimalista, con una gestualità appena abbozzata, una rigidità voluta, con avanzamenti e ripieghi, allusioni e sguardi, che sono il suo personale tributo all’arte di Eduardo e che fanno rivivere in scena la sensazione di ritrovarci proprio davanti a quegli spettacoli di un’epoca d’oro per il teatro.

Come afferma lo stesso Cecchi: “Se c’è una cosa che in teatro non si può fingere è recitare”.

Sik Sik L’artefice magico – foto Filippo Ronchitelli

di Eduardo De Filippo
con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta
regia Carlo Cecchi

Dolore Sotto Chiave
scene Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
luci Camilla Piccioni

Sik Sik L’artefice Magico
scene e costumi Titina Maselli
realizzazione scene e costumi Barbara Bessi
luci Camilla Piccioni
musica Sandro Gorli

direttore tecnico allestimento / direttore di scena Roberto Bivona
macchinista Jacopo Pace
sarta Sabrina Fabrizi
produzione Marche Teatro / Teatro di Roma / Elledieffe

Visto a Torino, Teatro Gobetti, il 24 novembre 2021

Articoli correlati

Condividi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Fatti di teatro - il podcast (ultimo episodio)

Vuoi ricevere "fattidinews" la newsletter mensile di fattiditeatro?

Lascia il tuo indirizzo email:

marzo, 2024

X