Short Theatre nei suoi dodici anni di vita ha saputo rappresentare un punto di riferimento per la comunità dello spettacolo dal vivo, diventando uno snodo importante nella costellazione dei festival nazionali e internazionali con cui intesse reti e collaborazioni. Questo è Short Theatre: dal 7 al 17 settembre teatro, danza, musica, ma anche arti visive, installazioni, video, performance, workshop, incontri e clubbing animeranno gli spazi de La Pelanda e della Factory al MACRO Testaccio, a cui si aggiunge la collaborazione con il Teatro India.
Da dodici anni Short Theatre vince la sfida di ricomporre, in un luogo e un tempo determinato, una comunità di artisti, pubblico e operatori, sullo sfondo di una realtà urbana ricca e complessa come quella romana. Short Theatre è una lente con cui osservare il paesaggio dello spettacolo dal vivo italiano e internazionale, ma anche un’occasione di dialogo intorno all’attuale condizione della performance, alle sue forme e ai suoi sensi, alle sue prospettive. In questi dodici anni Short Theatre ha saputo tracciare una traiettoria originale nell’orizzonte della creazione contemporanea, cogliendo i fermenti più interessanti dalla scena artistica italiana e internazionale, spaziando tra i linguaggi e i formati artistici, le generazioni, le provenienze geografiche, le identità culturali. Quello che Short Theatre costruisce ogni anno è un villaggio, frammentato e temporaneo, in cui gli spettacoli, gli incontri, le conversazioni, i percorsi di formazione, i djset, i concerti, le installazioni tracciano un paesaggio da esplorare in tutte le sue direzioni, nel quale scoprire nuovi territori culturali, ripensare gli ingranaggi che animano la nostra contemporaneità e immaginarne altri possibili. Anche questa edizione vede rinnovata la scommessa sulla multidisciplinarietà e sull’erosione dei confini disciplinari, tanto nella costruzione di un programma in cui spettacoli, performance, concerti, live set, incontri si accompagnano vicendevolmente, che nel presentare al pubblico creazioni che eleggono come proprio campo d’indagine proprio l’incontro e la commistione tra linguaggi e generi artistici.
Le presenze internazionali – tanto tra gli artisti emergenti che tra quelli più affermati – sono una costante nel percorso di Short Theatre, ma l’edizione 2017 amplia ulteriormente il proprio sguardo ed include per la prima volta nella sua storia artisti provenienti da paesi extraeuropei: Canada, Argentina, India, in aggiunta a Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera, Belgio, Svezia, Algeria, ecc. Un panorama ancora più vasto, quindi, che spazia tra oltre 15 nazionalità, tracciando un territorio di confronto e di sconfinamento tra le diverse discipline della scena, per un festival che conta 10 giorni di attività – tra prosa, musica, danza e arti performative – 35 compagnie, di cui 20 straniere e 15 italiane, con 150 artisti presenti: numeri che disegnano un paesaggio ricco, in grado di incontrare un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo
Anche quest’anno il centro di Short Theatre risiederà al MACRO Testaccio, negli spazi de La Pelanda e della Factory, uno tra i poli del contemporaneo a Roma, coinvolgendo come di consueto anche gli spazi del Teatro India, sede natale del festival. Uno spazio attraverso il quale si rinsalda la storica collaborazione con il Teatro di Roma e se ne stringono di nuove, come ad esempio quella con Romaeuropa Festival, che proprio al Teatro India permetterà la corealizzazione di Nachlass – pièce sans personnes della storica compagnia Rimini Protokoll.
Il programma di Short Theatre 12 presenta:
ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI, Max Gericke | ALESSANDRO SCIARRONI, Don’t be frightened of turning the page | ALMA SÖDERBERG, Travail | ALMA SÖDERBERG, Cosas | AMIGDALA | ANA BORRALHO&JOÃO GALANTE, Trigger of happiness | bAd peAce + Fanfulla 5/a, Sombres nuit | BARBARA BERTI, Bau#2 | CLUB ADRIATICO | CRISTINA KRISTAL RIZZO + SIR ALICE, (Untitled) Humpty Dumpty | DANA MICHEL, Mercurial George | DEWEY DELL, Sleep Technique | FABRIZIO TERRANOVA, Donna HarawaY: Storytelling for earthly survivors | ECOLE DES MAÎTRES / TRANSQUINQUENNAL | EL CONDE DE TORREFIEL, Guerrilla | FANNIE SOSA, Pleasure is power | FANNY&ALEXANDER, Discorso grigio | GWENDOLIN ROBIN + GAËLLE BOURGES, Incidence 1237 | GWENDOLIN ROBIN, Cratere n. 6899 | IVANA MÜLLER, Margine | LOTTE VAN DER BERG + DEFLORIAN/TAGLIARINI, Cinéma Imaginaire | LSWHR | MALLIKA TANEJA, Be careful | I SACCHI DI SABBIA / MASSIMILIANO CIVICA, Dialoghi degli dei | MICHELE DI STEFANO / MK + SHORT THEATRE, Courtesy | MOTUS, Über Raffiche | NACERA BELAZA, Sur le fil | RICCI/FORTE, La ramificazione del pidocchio | RIMINI PROTOKOLL, Nachlass | RYF | SALVO LOMBARDO, Present Continuous | SHEBBAB MET PROJECT, I veryferici | SPRING ATTITUDE WAVES | STRASSE, EXIL#14_stop making sense | TEATRO I, Erodìas | SOCIETAT DOCTOR ALONSO, Anarchy | THE BABY WALK, Un eschimese in Amazzonia | TRINITY | TROPICANTESIMO | WOWAWIWA
IL SOTTOTIOLO: LO STATO INTERIORE
Lo Stato Interiore come istituzione fantascientifica, immaginifica, eppure così personalmente concreta: è ciò di cui non possiamo non avere coscienza, ma è anche ciò che ci lancia altrove. Uno stato personale tra gli stati degli altri, e uno Stato privato nello Stato pubblico. Intimità e politica si parlano, senza confondersi, si relazionano fra loro e col mondo in modo virtuoso. Lo Stato Interiore è una corteccia che si forma per stratificazioni come una terra che emerge dal profondo. Lo spazio dove trovare la giusta distanza tra noi e Noi. La mappa di dove siamo ora, ma anche il punto della mappa che ancora non c’è e che vogliamo tracciare.
I progetti programmati in questi dodici anni di festival esprimono altrettante prospettive sulla realtà; le voci e le parole degli artisti, degli operatori e del pubblico, compongono il linguaggio che prova a raccontare e mettere in questione la realtà stessa. La relazione, la costellazione artistica e umana, e quindi politica, non esiste senza la provocazione continua del paesaggio intimo dei singoli. In questo dodicesimo anno di Short Theatre questa tensione politica, dopo l’elaborazione della crisi dell’Occidente (WEST END nel 2012), l’immaginazione di altre costituzioni possibili (LA DEMOCRAZIA DELLE FELICITA’ nel 2013) e il battesimo di una comunità (KEEP THE VILLAGE ALIVE nel 2015), raggiunge un traguardo, che non è altro che un nuovo punto di partenza. Short Theatre vuole quest’anno posizionarsi in un luogo da cui poter vedere il panorama del passato, e scorgere le possibilità del futuro. Come suggerisce Lo Stato Interiore, il nostro essere “animali sociali” non riguarda certo soltanto l’agire pubblico, esposto. Il vivere insieme ha a che fare con il vivere da soli, il fuori ha a che fare col dentro: i nostri desideri, le nostre paure, le aspettative sul mondo e su noi stessi, il modo con cui intimamente viviamo le relazioni, le emozioni e persino le nostre pulsioni, come disegniamo e costruiamo la realtà. Tra le stelle e la terra, il nostro Stato. Tutto ha a che fare con noi stessi come organismi individuali e con tutti noi in quanto appartenenti a un gruppo sociale, a una genealogia, a un sistema, a una specie, all’insieme delle specie, a un pianeta. Il nostro corpo è un terreno di scambio – a volte piacevole, a volte conflittuale – tra noi stessi e il mondo, dove i confini geografici e politici si sfaldano, dove l’interno sfuma verso l’esterno senza che si possa stabilire un punto di rottura, dove il biologico si fa umano, attestato, confutato e infine reinventato dalla cultura e dai saperi scientifici e letterari. Per questo, di tanto in tanto, abbiamo la necessità di guardarci – l’un l’altro, da fuori verso l’interno e da dentro verso fuori – per domandarci come stiamo, che temperatura abbiamo raggiunto, se la rotta che stiamo percorrendo sia ancora corretta o se il nostro navigare ci stia conducendo alla deriva – che poi cosa vuol dire andare alla deriva? “Lo Stato Interiore” sottolinea come non possa esistere istituzione senza soggetti che la vivano e la pratichino intimamente.
PROGETTI PARTECIPATIVI
A loro modo, tutti i lavori presenti a Short Theatre 12 declinano la domanda sul nostro “Stato Interiore”, in modo specifico un gruppo di progetti e spettacoli che si caratterizzano per le modalità partecipative, coinvolgendo non professionisti tanto della fruizione che della stessa creazione. Tra gli appuntamenti più attesi di questa edizione c’è sicuramente l’installazione Nachlass – pièce sans personnes della storica compagnia Rimini Protokoll, che giunge in Italia grazie agli sforzi congiunti di Short Theatre e di Romaeuropa Festival, col supporto dell’Istituto Svizzero. Come suggerisce il titolo, Nachlass – pièce sans personnes mette in scena otto storie personali, nel segno, però, dall’assenza delle persone cui si riferiscono: otto stanze, che gli spettatori potranno percorrere, dedicate a ciascuna di queste persone – non attori – che, per motivi diversi, hanno dovuto ragionare sul proprio fine vita. I registi Stefan Kaegi e Dominic Huber hanno chiesto loro di immaginare un proprio lascito, scegliendo un insieme di oggetti, pensieri, ricordi in grado di lasciare delle tracce della propria esistenza. Ogni stanza rappresenta questo: uno spazio predisposto da ciascuna di queste persone per lasciare una testimonianza di sé, nel quale il pubblico entra in relazione con le loro storie. Nachlass – pièce sans personnes sarà presentato al Teatro India in anteprima dal 13 al 17 settembre, nell’ambito di Short Theatre, per poi restare aperta dal 21 al 23 settembre per Romaeuropa Festival. E sempre di un lavoro centrato sui vissuti e sulle storie personali di un gruppo preciso di persone – in questo caso dodici ragazzi e ragazze di Roma tra i 18 e i 23 anni – si tratta in Trigger of happiness (8 e 9 settembre, La Pelanda) della coppia di artisti portoghesi Ana Borralho&João Galante. Attraverso un dispositivo drammaturgico che simula il “gioco” della roulette russa, i due indagano la definizione di un concetto complesso quanto essenziale e abusato come quello di “felicità”, rivolgendo a questo gruppo di ragazzi e ragazze una serie di domande circa la propria visione della felicità, in una fase della vita cruciale per il loro futuro, presi in una realtà sociale, politica ed economica così travagliata da lasciare poco spazio ai desideri e alla speranza. In una dimensione più velata, e quindi ancora più intima, si svolge invece Margine, progetto dell’artista franco-croata Ivana Müller, più volte ospite di Short Theatre negli scorsi anni, che si ispira ai “marginalia”, pratica ottocentesca nella quale si usava annotare ai margini i libri prima di donarli ad amici, amanti o ai propri cari. Margine è un progetto condiviso tra quattro festival appartenenti alla rete “Finestate Festival”, ossia Short Theatre, Terni Festival, Operaestate Festival Veneto e Contemporaea Festival di Prato. In ciascuna città sono stati selezionati cinque annotatori, che a loro volta hanno scelto rispettivamente cinque libri, da scambiarsi nel corso di un paio di mesi, avendo ciascuno due settimane per annotarlo. Il libro si stratificherà, trasformandosi, passando per le mani dei cinque annotatori, giungendo poi ad essere presentato pubblicamente come se si trattasse di un oggetto nuovo. A Short Theatre la presentazione si terrà alla Pelanda il 12 settembre, quando la stessa Ivana Müller discuterà con gli annotatori romani in un incontro mediato dallo scrittore Lorenzo Pavolini. Di interiorità motoria, anatomica e sensoriale si tratterà invece in Pleasure is power, workshop di pratiche fisiche e coreografiche aperto a tutti e tutte, tenuto l’11 e il 12 settembre da Fannie Sosa. Performer, studiosa, ricercatrice di scienze sociali e studi di genere, Fannie Sosa giunge a Short Theatre per la prima volta in Italia e propone un approccio politico, post-colonialista e queer alla danza urbana, come ad esempio quella tipicamente “black” del twerking. Nel suo workshop propone una serie di pratiche legate profondamente alle questioni dell’identità culturale e di genere, dell’autodeterminazione, della riappropriazione del proprio corpo come atto intimo ma radicalmente politico. Altro lavoro in cui il pubblico è chiamato a partecipare direttamente è Anarchy (15 e 16 settembre) nella compagnia castigliana Societat Doctor Alonso, una performance-esperimento tra caos e ordine, nella quale la performer Semolina Tomic dialoga con gli spettatori, cui è affidata parte della responsabilità di quanto avviene in scena. Porta poi alle estreme conseguenze l’idea di partecipazione e coinvolgimento del pubblico Cinéma Imaginaire (9 e 10 settembre, prima nazionale), il progetto dell’artista olandese Lotte van der Berg, realizzato nella sua versione italiana dal duo Deflorian/Tagliarini, coprodotto da Short Theatre, Fondazione Triennale Teatro dell’Arte di Milano e Teatro Stabile dell’Umbria/Terni Festival. In Cinéma Imaginaire viene realizzato un film e a farlo è il pubblico stesso. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini condurranno il gruppo dei trenta spettatori-registi nell’esplorazione di alcune zone di Roma, guidandoli attraverso un percorso nel quale lo sguardo di ciascuno sarà portato a rinnovarsi radicalmente e a riscoprire come nuovi alcuni luoghi della città. Infine, possiamo quasi parlare di partecipazione “di massa” – anche se di stampo più specificamente teatrale – per un altro gradito ritorno a Short Theatre, quello della compagnia spagnola El Conde de Torrefiel, che presenta in questa edizione il nuovo lavoro Guerrilla – in prima nazionale per l’apertura del festival, il 7 e 8 settembre al Teatro India – nel quale saranno in scena ben 80 comparse, reclutate tra allievi attori e volontari non professionisti romani. In Guerrilla si susseguono tre scene fisse di situazioni pubbliche: una conferenza, una lezione di Tai-chi e un rave party. Tutte e tre si svolgono in un futuro possibile e molto prossimo. Guerrilla fotografa il confuso e contraddittorio universo di un gruppo di persone che abitano uno stesso spazio e un determinato tempo, condividendo una coscienza collettiva segnata dalla stessa eredità intellettuale e materiale, quella europea. In Guerrilla ritroviamo la scrittura drammaturgica di Pablo Gisbert, autore selezionato all’interno di Fabulamundi. Playwriting Europe, il progetto europeo su larga scala che promuove l’opera dei giovani drammaturghi europei, di cui Short Theatre è partner (vd. Network e progetti europei).
TEATRO E DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
Oltre ai progetti che, coinvolgendo il pubblico, rivolgono direttamente all’esterno l’interrogativo sul nostro “stato interiore” e lo eleggono a matrice dello loro stesso funzionamento, nel programma di Short Theatre 12 trovano spazio anche una serie di lavori che testimoniano invece dello “stato dell’arte”, della condizione del teatro contemporaneo italiano ed internazionale. Compagnie di ricerca italiane ormai storiche, capostipiti rispetto a determinati percorsi artistici ed autoriali (tra cui Motus, Fanny&Alexander, ricci/forte) – ma anche giovani emergenti provenienti da parti del mondo distanti da noi sia geograficamente che culturalmente (Mallika Taneja), oltre alle esperienze di chi si affaccia ora alla professione teatrale (Premio Scenario, Ecole des Maîtres).
Il 2016 e il 2017 sono attraversati da due anniversari importanti per la scena teatrale italiana: i venticinque anni dei Motus, già festeggiati questo inverno Bologna con il progetto HELLO STRANGER, e quelli dei ravennati Fanny&Alexander, che in questi mesi sta portando in giro per l’Italia alcuni dei lavori che hanno fatto la storia della compagnia. I primi porteranno a Short Theatre 12 ÜBER RAFFICHE (12 e 13 settembre), versione estesa di RAFFICHE, l’ultimo lavoro della compagnia riminese, nato dall’impossibilità di riportare in scena il loro Splendid’s – spettacolo del 2002 basato sul testo di Jean Genet – ma con ruoli invertiti nel genere. Fanny&Alexander propone al pubblico di Short Theatre 12 Discorso grigio (15 e 16 settembre), produzione del 2011 e terza tappa del ciclo dei Discorsi che, attraverso il lavoro sulla forma discorso, indaga il rapporto tra singolo e comunità, tra individuo e gruppo sociale. Altra compagnia storica è ricci/forte, che con la performance La ramificazione del pidocchio (10 settembre) porta in scena le ombre del conservatorismo, del consumismo e del conformismo sulla società, auspicando a un risveglio collettivo delle coscienze.
Nell’ottica di offrire una visione ampia e variegata dello stato della scena teatrale, non manca poi la presenza di compagnie affermate che lavorano con qualità e originalità sulla drammaturgia, intesa come ricerca sui testi. Per la prima volta a Short Theatre giunge la compagnia toscana I Sacchi di Sabbia, che presentano Dialoghi degli dei (8 settembre) con la regia di Massimiliano Civica, dove a partire dai Dialoghi, testo classico di Luciano di Samostata, ragionano sul concetto di “intrattenimento”; altro testo classico reinterpretato in una chiave contemporanea è l’Erodìas di Giovanni Testori (14 e 15 settembre), messo in scena dai milanesi Teatro i, dove Federica Fracassi incarna una Erodiade posseduta, ossessiva, alla quale, più che le parole, resta solo la potenza del grido.
Torna poi anche in questa edizione Accademia degli artefatti, con Max Gericke (9 e 10 settembre), interpretato da Angela Malfitano con la regia di Fabrizio Arcuri, che porta in scena un monologo del drammaturgo tedesco contemporaneo Manfred Karge, testo basato su una vicenda vera che vede al centro la questione del genere, ma in una chiave che però nulla ha a che fare con la sessualità e il desiderio ma con la sopravvivenza.
Tra le presenze più attese di questa edizione di Short Theatre c’è senza dubbio l’indiana Mallika Taneja, per la prima volta sulle scene italiane con il suo monologo Be careful (9 e 10 settembre), nel quale con ironia e leggerezza affronta un tema delicato come quello della violenza di genere, e il velato maschilismo di alcune posizioni diffuse nel dibattito pubblico. Per rendere ancora più completo lo sguardo sul presente del teatro italiano, oltre che per portare avanti in modo concreto l’azione di sostegno delle nuove generazioni artistiche, Short Theatre 12 accoglie nella propria programmazione gli esiti di due dei principali progetti nell’ambito della formazione e della promozione del lavoro dei giovani emergenti. Il 10 e il 14 settembre sarà possibile scoprire le due compagnie vincitrici del Premio Scenario, le cui finali si sono tenute a Santarcangelo lo scorso 11 luglio: Barbara Berti con Bau#2 e The Baby Walk con Un’eschimese in Amazzonia (10 settembre); Shebbab Met Project con I veryferici, vincitori del Premio Ustica (14 settembre). Venerdì 15 sarà invece la volta dell’esito finale dell’Ecole des Maîtres, che per questa edizione 2017 ha visto alla guida il collettivo belga Transquinquennal.
DANZA
Nell’indagine sulla drammaturgia contemporanea si fanno spazio anche tutte quelle scritture sceniche che vedono come proprio mezzo di espressione privilegiato il corpo e il movimento, rendendo ancora più porosa la distinzione tra interiorità ed esteriorità. Anche qui lo sguardo di Short Theatre tasta in maniera trasversale la scena artistica, spaziando tra le nazionalità e le generazioni. Arriva a Short Theatre 12 la compagnia di Nacera Belaza, coreografa franco-algerina tra le protagoniste della scena internazionale, che presenta in prima nazionale al pubblico romano Sur le fil (13 e 14 settembre), dopo un’anteprima alla Biennale di Venezia. Sur le fil è un lavoro in cui Nacera Belaza chiede ai suoi danzatori di rintracciare un equilibrio sottilissimo tra forma rigorosa e abbandono, tra scrittura coreografica e trascendenza, di restare per l’appunto “sul filo” tra il corpo e la mente. Sempre sul confine tra coreografia e trance raggiunta attraverso il movimento si colloca la ricerca di Don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni (8 e 9 settembre). Partendo dall’osservazione dei fenomeni migratori di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, Sciarroni esplora il concetto di turning – ruotare, ma anche evolvere, cambiare – attraverso la sua specifica pratica di reiterazione di una singola azione nel tempo e nello spazio. A fianco dei coreografi particolarmente affermati e riconosciuti trovano spazio anche due giovani compagnie nazionali: Dewey Dell e Salvo Lombardo / Chiasma. I primi presentano la loro ultima produzione Sleep Technique (16 settembre), che rappresenta un tentativo di dialogo attraverso l’arte con le pitture rupestri primitive ritrovate nella caverna di Chauvet-Pont d’Arc. Come di consueto nei lavori di Dewey Dell, tutte le parti che le compongono sono concepite dagli stessi componenti della compagnia, dalla coreografia alle musiche originali, cui collabora anche Massimo Pupillo, bassista della rock band sperimentale Zu. Anche quella di Salvo Lombardo e della sua compagnia Chiasma è una nuovissima produzione che debutterà questa estate ad Oriente Occidente Festival. Present Continuous (15 settembre) prosegue l’indagine sul rapporto tra memoria, percezione e movimento nell’osservazione del reale, avviata nel progetto Twister, e prende a pretesto i gesti e le posture colte da situazioni quotidiane, per esplorare le tracce effimere che però inchiodano gli eventi ad un “eterno presente”.
PERFORMANCE
In quanto festival multidisciplinare attento all’evolversi dei linguaggi artistici, Short Theatre anche in questa dodicesima edizione ospita alcune creazioni che si collocano sul confine tra i generi, caratterizzandosi per un approccio performativo, nel quale forme espressive diverse si incontrano e dialogano tra loro.
Sarà ospite di Short Theatre 12 la performer e coreografa canadese Dana Michel – vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia per l’innovazione nella Danza nel giugno 2017 – con Mercurial George (16 settembre, prima nazionale). La sua particolare pratica artistica può essere definita come un “bricolage post culturale”, che scava nell’identità sfruttando coreografia, improvvisazione, frammenti di storia personale, oggetti, ecc. Anche il lavoro di Alma Söderberg, coreografa e musicista svedese, spazia tra i generi e gli elementi scenici, costruendo performance in cui musica, ritmo, voce e canto si relazionano alla danza e si mescolano a stralci di parole, immagini, spazi, colori, texture. A Short Theatre 12 presenta due lavori: Travail il 12 settembre e Cosas, in prima nazionale il 13 settembre, oltre ad esibirsi in un live nel duo musicale WOWAWIWA la sera del 13. Incarnano poi in modo esemplare l’attitudine alla ricerca e alla multidisciplinarietà di Short Theatre i due lavori prodotti nell’ambito del progetto europeo SOURCE, che promuovono l’incontro tra artisti di diversa provenienza, tanto geografica che artistica: Incidence 1327, in programma l’8 settembre e (Untitled) Humpty Dumpty, il 14 settembre. Nel primo si incontrano la danzatrice e coreografa francese Gaëlle Bourges e l’artista visiva e performer belga Gwendoline Robin; il secondo, invece, coprodotto da Short Theatre, Cab008 e il Festival d’Avignon, vede la collaborazione di Cristina Kristal Rizzo e Sir Alice, musicista ed artista francese, ex voce del gruppo pop Nouvelle Vague. Entrambi i lavori hanno debuttato a luglio al Festival d’Avignon, inserendosi nella tradizione dei Sujet à vif, storica sezione del festival avignonese in cui artisti di ambiti differenti vengono invitati a sperimentare insieme la possibilità – e il rischio – di una creazione comune. Sempre l’artista belga Gwendoline Robin il 9 settembre darà vita negli spazi della Pelanda a un’installazione performativa carica di un’aurea primordiale, tra il magico e lo scientifico: attraverso l’uso di materiali ed elementi diversi – fumo, terra, vetro, polveri colorate – Cratere n. 6899 simula le trasformazioni di un paesaggio in cui è precipitata una cometa, ricordandoci il mistero dell’origine della terra.
MUSICA: PROGETTI MUSICALI | LIVE | DOPOFESTIVAL
Tra le caratteristiche distintive che marcano l’identità di Short Theatre, soprattutto nell’ultimo triennio, c’è sicuramente l’attenzione riservata alla musica, che si concretizza in una ricca programmazione di concerti, progetti speciali, live, dj set e party, che accompagnano quella più prettamente teatrale. Questa dodicesima edizione vede ampliare l’orizzonte delle collaborazione che da tempo scandiscono la sezione musicale di Short Theatre, confermando quelle con alcune realtà attive nella scena romana (Amigdala, LSWHR e Spring Attitude Waves) e inaugurandone di nuove con altre provenienti da altre zone d’Italia. Prima tra queste è quella stretta con Santarcangelo Festival, per la quale i due festival hanno condiviso parte delle scelte sulle rispettive programmazioni musicali, così che artisti della scena romana vicini a Short Theatre (bAd peAce/ Fanfulla 5/a, Holiday INN, Tropicantesimo, Lady Maru) sono stati ospiti a Santarcangelo Festival che, viceversa curerà a Short Theatre la serata del 13 settembre, dove si esibirà in un live acustico R.Y.F – aka Francesca Morello, curatrice, con Stefania Pedretti, della programmazione musicale di Santarcangelo Festival –, seguito dal dj set di Trinity (Simona Diacci), videomaker, stylist e dj già ospite a Santarcangelo questo luglio. Durante la stessa serata del 13 saliranno sul palco della Zona Esterna della Pelanda il duo pop sperimentale WOWAWIWA, progetto musicale di Alma Söderberg e Hendrik Willekens. L’altra collaborazione è quella stretta con Club Adriatico, progetto nato nelle Artificerie Almagià di Ravenna che ospita artisti provenienti dalle scene musicali più fervide, proponendo suoni e approcci eterogenei nell’ambito della musica elettronica contemporanea, e che curerà una delle serate del Dopofestival. Il programma delle altre serate del Dopofestival di Short Theatre 12 resta invece affidato alle collaborazioni con Amigdala, LSWHR e Spring Attitude Waves. Amigdala è un progetto di musica elettronica e culture indipendenti, in cui trovano spazio concerti live, art exhibitions, teatro, visuals e video-art. Dal 2006, Amigdala attraversa i locali e gli spazi indipendenti di Roma (Rialtosantambrogio, Locanda Atlantide, Rising Love, Animal Social Club, Goa Club), promuovendo eventi, partecipando a festival italiani ed internazionali e ospitando alcuni tra i maggiori artisti e djs della scena elettronica, house e techno italiana e mondiale. Dietro la sigla LSWHR si cela invece un collettivo di dj e promoter, attivi da anni nella scena del clubbing romano. Nato da un progetto audiovisivo di sperimentazione a teatro, LSWHR è stata tra i primi a Roma a immaginare una formula innovativa nella cornice standard del club, proponendo dei live elettronici in un contesto da dancefloor, in alternativa al più tipico dj set. LSWHR ha curato e cura ancora decine di serate e festival, coinvolgento producer internazionali e offrendo al pubblico line-up estremamente selezionate e di qualità. Spring Attitude Waves nasce invece da una costola di Spring Attitude, festival di musica elettronica che spazia nella club culture, andando alla ricerca dei suoi tratti più solari, inediti e “irregolari”. Nel segno della sperimentazione nella musica e nelle arti digitali, dal 2013 Spring Attitude porta a Roma gli artisti più innovativi della scena elettronica internazionale, in un festival che coinvolge ogni anno un numero crescente di pubblico con la sua particolare attitudine “primaverile”. Torna anche il letto musicale di bAd peAce, da cui verrà trasmessa la radio di Short Theatre 12, a cura di China e Leo Non della band romana WOW, in collaborazione con Bob Junior (Holiday INN) e l’associazione culturale Fanfulla 5/a. Prendendo in prestito le parole di Georges Didi-Huberman, la comunità diffusa di Bad Peace si ritrova per il secondo anno negli spazi gratuiti del festival nella striscia quotidiana Sombres Temps – Là dove regna l’oscurità senza limiti non vi è più niente da attendere. Tutti i giorni, nella Zona Esterna della Pelanda, dalle 19 alle 22 verrà trasmessa musica dal vivo, dibattiti e contributi vari offerti dagli ospiti e approfondimenti su Short Theatre 12, con una vera e propria programmazione artistica interna e parallela a quella del festival. II letto accoglierà i partecipanti, il pubblico, i curiosi, i musicisti: chi vuole sdraiarsi, riposare, sognare o saltarci sopra. Sombres Temps si tramuterà in Sombre Nuit il 14 settembre, una serata “di musica e lumi, malgré tout” in cui si susseguiranno concerti live e dj set.
INCONTRI E PRESENTAZIONI
Lo sguardo sul nostro Stato Interiore si amplia oltre la programmazione artistica in senso stretto ed include nella propria costellazione alcuni momenti di stampo più teorico, offrendo al pubblico un ricco calendario di talk, incontri, conferenze. Tra i progetti più curiosi di Short Theatre 12 c’è Courtesy, ideato da Michele Di Stefano – coreografo e fondatore della compagnia Mk –, nato nell’ambito di PERDUTAMENTE al Teatro di Roma e ora riproposto per Short Theatre 12. Courtesy è un ciclo di piccole lecture giornaliere della durata di trenta minuti,”cortesemente” offerte da specialisti su argomenti molto specifici (dalla magia rinascimentale, al tennis, al potere curativo delle piante, fino al tema dell’invidia in Ovidio), invitati dallo staff del festival o da altri artisti presenti in questa edizione. Trenta minuti quotidiani che apriranno dei piccoli spazi di meraviglia su materie particolari e precise, condividendo così uno sguardo curioso su mondi solitamente distanti tra loro (dall’8 al 16 settembre, programma in via di definizione). Prosegue poi la feconda collaborazione che negli ultimi anni ha legato Short Theatre e Teatro&Critica, quotidiano di critica e approfondimento teatrale, che quest’anno si realizza nel progetto Anatomia dello spettatore. Insieme ad gruppo eterogeneo di partecipanti, Teatro&Critica seguirà la programmazione del festival e svilupperà una ricerca sul campo, problematizzando la definizione di “spettatore” attraverso la pratica di ragionamento collettivo tipica del focus group. Sempre nell’ambito della riflessione sul teatro, le arti performative e il sistema in cui questi esistono, si colloca Visioni, culture, iper-scene – Il teatro dell’oggi, incontro a cura di Silvia Mei, Matteo Antonaci e Sergio Lo Gatto, autori rispettivamente dei testi La terza avanguardia. Ortografie dell’ultima scena italiana e Iperscene 3, coordinato da Attilio Scarpellini che dialogherà con i tre autori (15 settembre). Completano il paesaggio dei momenti di confronto teorico di Short Theatre 12 le presentazioni di due libri: HELLO STRANGER di Motus e Il teatro postdrammatico di Hans-Ties Lehmann. Il primo celebra i venticinque anni della compagnia romagnola, fornendo un “atlante di immagini” tratte dai quasi cento spettacoli realizzati e di frammenti testuali, ed esplorando la natura esplosa e rizomatica del loro lavoro, che sarà presentato a Roma per la prima volta il 10 settembre durante Short Theatre. Dopo quasi vent’anni dalla sua pubblicazione, invece, arriva finalmente in Italia Il teatro postdrammatico di Hans-Ties Lehmann, fondamentale testo per la riflessione teorica sullo spettacolo dal vivo, che sarà presentato a Short Theatre il 12 settembre, in un incontro che vedrà dialogare l’autore con Graziano Graziani, Mattia Visani e Sonia Antinori, rispettivamente curatore e traduttrice dell’edizione italiana.