Mettere radici e conservare la propria unicità. Teatro Akropolis arriva alla decima edizione di Testimonianze ricerca azioni, in programma a Genova dal 7 al 17 novembre 2019, scegliendo come logo per la rassegna una mandragora, pianta magica le cui radici hanno sembianze umane. Un simbolo che invita a travalicare i confini, superare i limiti, oltrepassare le definizioni codificate verso nuovi orizzonti di senso e, in questo contesto, per portare avanti nuove riflessioni sull’arte e sulle arti per la scena in particolare. L’originalità della ricerca, condotta da Clemente Tafurie David Beronio, direttori artistici di Akropolis, nel 2017 ha portato al riconoscimento ufficiale del Premio Ubu, a cui si aggiunge ora la finale del Premio Rete Critica 2019 nella categoria “Progettualità/organizzazione” il cui verdetto sarà annunciato a dicembre.
L’obiettivo del festival è non solo mettere in dialogo il lavoro degli artisti con il territorio (da qui le numerose attività editoriali e le possibilità di incontro diretto con i partecipanti alla rassegna), ma mettere a confronto le linee di ricerca dei gruppi e dei performer, stabilire, sulla base di una precisa visione artistica che mette in relazione il nostro tempo con la tradizione, un confronto con le arti dinamiche e i loro linguaggi. Senza paura, nello spazio protetto del teatro, si guardano in faccia la crudeltà, il vuoto delle periferie, il mistero della morte, il pericolo, l’arte di Egon Schiele, la letteratura di Gabriel García Márquez, il pudore come forma di intimità, la sfida dei numeri da circo, la cecità, la vittoria, la città, le trasformazioni del corpo, fino allo scatenamento gioioso della pizzica.
Un festival che non si limita a essere una vetrina, che mette in discussione l’idea stessa di festival a cui siamo abituati, come ci ricordano i direttori artistici:
Testimonianze ricerca azioni è giunto alla sua decima edizione, e la proposta che ha portato avanti in questi anni appare più viva che mai. Quella cioè di sottrarsi alle specializzazioni legate alle vecchie distinzioni disciplinari, e di proporre i lavori degli artisti nella loro completezza, non solo come momenti di spettacolo, ma anche nei loro aspetti di studio, di confronto, di contaminazione. La funzione di un festival è anche quella di offrire l’opera d’arte nella sua intima natura di composto, fatto di ricerca e di lavoro sulla scena; di mettere a nudo tutto il complesso di pensiero e di immaginario, di errore e di scarto, che porta all’esito finale. Solo così, solo mostrando gli elementi bassi che stanno alla base dell’opera, è possibile umanizzarla, renderla comprensibile come operazione creativa e culturale. Solo così è possibile demistificare la retorica delle tematiche patetiche e fasulle, che tanto spesso esauriscono la ragion d’essere di un lavoro per la scena. E per fare ciò abbiamo sempre creduto che fosse indispensabile lasciare spazio alle testimonianze degli artisti e degli studiosi intorno ai problemi che si pongono all’origine di ogni opera d’arte, lasciare spazio alla ricerca, creando i luoghi e i tempi nei quali sia possibile raccontare lo sviluppo di un percorso, con i suoi vicoli ciechi, le sue frustrazioni, i suoi tempi morti. Infine creare gli spazi perché le azioni degli artisti potessero contagiare, con la visione di cui sono portatrici, la percezione quotidiana del mondo, mettendola in crisi.
Tutto questo, e altro ancora, si troverà nella decima edizione di Testimonianze ricerca azioni, che in 11 giorni di programmazione presenta 34 eventi. Per la prima volta vengono realizzate 3 coproduzioni con Pindoc per Corpus delicti di Alessandra Cristiani e ESTI. Laboratorio e performance con ipovedenti e non vedenti di Paola Bianchi; con Città di Ebla per Studio per Corpo centrale :: Genova. Conferenza spettacolo. Prima tappa di lavoro.
Il festival è realizzato grazie al sostegno di MiBACT – Direzione generale Spettacolo, Compagnia di San Paolo, nell’ambito dell’edizione 2019 del bando “Performing Arts”. Con Testimonianze ricerca azioni, Teatro Akropolis è entrato a far parte di PERFORMING +, un progetto per il triennio 2018-2020 lanciato dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo con la collaborazione dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, che ha l’obiettivo di rafforzare le competenze della comunità di soggetti non profit operanti nello spettacolo dal vivo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Il festival è inoltre sostenuto da Comune di Genova, Regione Liguria, Società per Cornigliano, Municipio VI Medio Ponente.
IL PROGRAMMA
La decima edizione del festival con i suoi 34 appuntamenti si svolge in diversi luoghi cittadini: la sede di Teatro Akropolis a Sestri Ponente, Palazzo Ducale, Casa Paganini – Infomus, Villa Durazzo Bombrini (Cornigliano), CELSO – Istituto di Studio Orientali, Alliance Française, Museo Biblioteca dell’Attore, Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti, Istituto Comprensivo Sestri Est, Auditorium ex Manifattura Tabacchi (Sestri Ponente), Il Sogno di Lao.
Tra gli ospiti di quest’anno figurano artisti come Tadashi Endo,Yumiko Yoshioka, Alessandra Cristiani, Alessandro Bedosti, Massimiliano Civica, Aline Nari, Marco D’Agostin, Paola Bianchi, Luca Alberti, Aristide Rontini, Sara Pischedda, Valentina Cortese, Andrea Cosentino, C&C Company/Carlo Massari, i gruppi Masque teatro, Duo André Leo, Città di Ebla, Lenz Fondazione, la band etnomusicale salentina Alla Bua. Inoltre, nel corso della rassegna la Compagnia Teatro Akropolis presenta una replica dello spettacolo Pragma. Studio sul mito di Demetra (che ha debuttato l’anno scorso e sta andando in scena in numerosi festival e teatri), e il volume La latitudine profonda del teatro (AkropolisLibri 2019). Come sempre il festival prevede incontri, workshop e laboratori di approfondimento.
Alla danza butoh è dedicata un’intera giornata a Palazzo Ducale, sabato 9 novembre, organizzata in collaborazione con Palazzo Ducale – Fondazione per la Cultura e con il patrocinio del Consolato generale del Giappone a Milano e dell’Istituto giapponese di Cultura in Roma, che si configura come un evento unico nel panorama nazionale, un’occasione di spettacolo e riflessione che mette a confronto i maestri che hanno lavorato a questa disciplina fin dalle sue origini con le ultime generazioni di performer. Venerdì 8 novembre la giornata sarà preceduta dall’incontro Butoh. Il linguaggio del corpo nel teatro-danza giapponese tra tradizione e sperimentazione, in programma al CELSO – Istituto di Studi Orientali, con i danzatori giapponesi Tadashi Endo e Yumiko Yoshioka, tra i maggiori esponenti di questa rivoluzionaria forma d’arte, introdotti da Emanuela Patella.
Al Ducale si esibiranno alcuni artisti di rilevanza internazionale, come Tadashi Endo in prima assoluta con SOULS IN THE SEA. Homage to the refugees who lost their lives in the Mediterranean Sea, in cui rivive l’odissea dei migranti, i loro sogni e la loro morte. Alessandra Cristiani debutta in prima assoluta con Corpus delicti, ispirato all’arte di Egon Schiele. 100 Light Years of Solitude di Yumiko Yoshioka, in prima nazionale, si ispira a Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Nel corso della giornata Samantha Marezzi coordina l’incontro Danza, scrittura, libri. Il caso del Butoh, con Katja Centonze e Raimondo Guarino, e inaugura la mostra fotografica Corpus imaginis, con immagini sue e di Alberto Canu, nella Sala Liguria.
La sezione sul circo contemporaneo, realizzata da Teatro Akropolis in collaborazione artistica con Boris Vecchio e Associazione Sarabanda, comprende gli spettacoli 125 BPM del Duo André Leo, proveniente dal Belgio, e Lento_e_VioLento di Calentina Vortese, proveniente dalla Francia (rispettivamente in scena a Teatro Akropolis domenica 10 e domenica 17 novembre), oltre all’incontro Critica e visioni sul circo contemporaneo sul rapporto fra il nouveau cinque e le arti performative,che si terrà lunedì 11 all’Alliance Française. Il duo composto da Jean-Baptiste André e Robin Leo gioca con le forze cosmiche e, lavorando con il roue Cyr, sperimenta un altro modo di vivere il tempo. Calentina Vortese si ispira alle neuroscienze e alle alterazioni del tempo proponendo una innovativa contaminazione tra circo, teatro e danza.
La danza è rappresentata da C&C Company / Carlo Massari, che presenta i due spettacoli Beast without Beauty giovedì 7 novembre al Teatro Akropolis e A peso morto. Lui, Lei e l’Altro venerdì 8 novembre, performance site-specifici in luogo ancora da definire. Il primo è una riflessione sulla crudeltà dei rapporti interpersonali, il secondo un’azione che riflette sui cambiamenti e le dinamiche sociali a partire dalle periferie. Sempre l’8 novembre, a Teatro Akropolis, Alessandro Bedosti con Das Spiel (mit Antonella) mette in scena un gioco infantile, sereno e spaventoso, sospeso lievemente sul mistero delle nostre vite, guidato dal desiderio di interrogare la morte. Aline Nari, il mattino del 12 novembre al Teatro Akropolis, si esibisce per i bambini delle scuole elementari con Luce, in cui la danza, la parola, l’animazione grafica e i giochi con diverse sorgenti luminose sono strumenti per coltivare il cercatore di domande, il filosofo che è in ogni bambino. Lo stesso giorno, ma la sera, sempre al Teatro Akropolis, Marco D’Agostin propone FIRST LOVE, ispirato e dedicato a Stefania Belmondo, di cui rievoca la celebre vittoria alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002. Mercoledì 13 novembre a Casa Paganini – Infomus per la prima volta Paola Bianchi presenta al pubblico l’esito di un laboratorio condotto in collaborazione con l’Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Liguria: ESTI. Performance con ipovedenti e non vedenti. Seguono, al Teatro Akropolis, Memories of the past di Luca Alberti, Giovane Notturno – Episodio I “Solitudine”di Aristide Rontini e 120gr di Sara Pischedda. Infine giovedì 14 novembre Paola Bianchi torna in scena ad Akropolis con la prima assoluta di ENERGHEIA, dedicato alle trasformazioni del corpo e alla vicinanza dello sguardo.
Il programma quest’anno comprende inoltre sei spettacoli di prosa e un incontro sul teatro. Debutta l’8 novembre al Teatro Akropolis Mnemische Wellen, ultimo capitolo della complessa e visionaria ricerca di Masque teatro, espressa in un continuo dialogo fra discorso filosofico, creazione di prodigiose architetture sceniche e ruolo fondamentale del corpo. Domenica 10 sempre al Teatro Akropolis Massimiliano Civica tiene una conferenza spettacolo sull’Emozione del pudore, in cui attraverso la proiezione di tre video (Orson Welles, Nina Simone, Ettore Petrolini), mostra come i grandi attori ci commuovono attraverso il pudore dei loro sentimenti. Città di Ebla il 14 novembre presenta al Teatro Akropolis Studio per Corpo centrale: Genova. Conferenza-spettacolo. Prima tappa di lavoro, frutto dell’osservazione e del racconto di luoghi della città. Si tratta di un progetto multimediale che unisce fotografia, videoarte, danza e propone una riflessione sul senso politico, culturale e sociale degli spazi urbani. Lenz Fondazione il 15 novembre propone al Teatro Akropolis IPHIGENIA IN TAURIDE. Ich bin stumm | Io sono muta con Monica Barone che sposta l’attenzione dal sacrificio di Ifigenia alla sua rinascita animale, espressa in scena nel rapporto con la forte menomazione con cui lei stessa realmente convive. Infine, il 17 novembre Andrea Cosentino interpreta a Villa Durazzo Bombrini Kotekino Riff. Esercizi di rianimazione reloaded, un gioco a eliminare l’opera per lasciare spazio all’attore e alla comunità che crea insieme agli spettatori. Sempre a tema teatrale, giovedì 14 novembre al Museo Biblioteca dell’Attore si tiene la presentazione del volume Essere artista. Eleonora Duse e Yvette Guilbert: storia di un’amicizia di Silvia Mei (Editoria & Spettacolo 2018).
Teatro Akropolis, la compagnia diretta da Clemente Tafuri e David Beronio, sabato 16 novembre, nella sede di Sestri Ponente, presenta lo spettacolo Pragma. Studio sul mito di Demetra, con Domenico Carnovale, Luca Donatiello, Aurora Persico, Alessandro Romi, diretti da Tafuri e Beronio. La performance si ispira al mito di Demetra, una delle tracce più antiche della cultura occidentale, il mito rappresentato nei misteri all’origine del teatro. Lo spettacolo è preceduto dalla presentazione del volume La latitudine profonda del teatro (AkropolisLibri 2019) con Marco De Marinis, Laura Mariani e Stefano De Matteis. Dedicato ad Alessandro Fersen, alle sue ricerche antropologiche e filosofiche e al mnemodramma, il libro raccoglie gli interventi di due convegni, il primo del 1988 tenuto al DAMS di Bologna e curato da Claudio Meldolesi, il secondo del 2018 tenuto al DAMSLab di Bologna curato da Clemente Tafuri e David Beronio.
Il 17 novembre a Villa Durazzo Bombrini saranno protagoniste le danze tradizionali e popolari del Sud Italia. Come l’anno scorso sul palco della festa ci saranno gli Alla Bua, gruppo etnomusicale salentino che trascinerà il pubblico in un concerto di pizzica e taranta dal titolo Pizzica pizzica. I Ritmi e i canti di guarigione che gli Alla Bua hanno portato in tutto il mondo chiuderanno quindi la decima edizione del festival.
Info, prenotazioni e biglietti
Sul sito ufficiale di Teatro Akropolis
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