UrBee, le api romane
Un’iniziativa a sostegno dell’apicoltura urbana per pensare a Roma “smart city”, capitale della biodiversità.
Bee, in inglese, significa ape. Giocando con le parole ecco “urbee”, mettendo insieme urbe e bee: ape urbana. Le api della città, meglio ancora le api di Roma, l’Urbe per eccellenza. Non solo, le api a Roma stanno bene (non soffrono l’inquinamento, in parte sotto controllo per la sottrazione di piombo dalle benzine), perché è una città che ha al suo interno ampie aeree verdi, per un paradosso urbanistico che è frutto della sua storia complessa (le vastissime proprietà della Chiesa). Non solo stanno bene le api (lontane da quell’agricoltura nemica che usa i pesticidi) ma questi insetti sociali possono contribuire a farci stare tutti meglio, grazie alla loro possibile funzione di monitoraggio ambientale.
E’ a partire da questa suggestione che Urban Experience, in collaborazione con il Parco dell’Appia Antica, l’Assessorato all’Ambiente di Roma Capitale e il gruppo informale “Urbee”, promuove per venerdì 6 giugno un doppio appuntamento: un walk show (alle ore 15), una di quelle passeggiate con radio e smartphone che caratterizzano da tempo Urban Experience nei vari contesti, dall’urbanistica partecipativa all’educazione ambientale, per arrivare conversando-camminando agli apiari di un pioniere dell’apicoltura urbana, Davide Bertelli, posizionati nell’area protetta dal Parco a pochi passi da Porta S.Sebastiano, l’ex-Porta Appia da cui parte la “regina viarum”.
Il percorso si concluderà in un seminario (ore 16,30), in collaborazione con ALPA – Associazione Laziale Produttori Apistici, sul fenomeno dell’apicoltura urbana che sta trovando sviluppo in tutta Europa e che rappresenta, per molti aspetti, un iniziativa di presa di coscienza ecologica per la sostenibilità delle città. Un contributo per riflettere su come misurarsi con l’idea di smart city, a partire da una “alleanza” tra cittadini e api, per promuovere una nuova intelligenza urbana che sappia porre una nuova attenzione all’ambiente nella sua biodiversità. Il Parlamento europeo nel 2010 ha approvato un’importante risoluzione per il futuro delle api riconoscendo l’apicultura come “un servizio pubblico di valore ambientale e di valore strategico per la società, pregevole esempio di occupazione verde per la conservazione della biodiversità e dell’equilibrio ecologico”.
L’apicoltura urbana è in questo senso emblematica, dal momento in cui le città non sono più da tempo accentramento di produzione industriale ma luoghi in cui va reinventato, nelle più diverse forme, un modello di sviluppo possibile. E’ un fenomeno che si è sviluppato in questi ultimi anni in molte capitali europee, da Parigi a Londra, a Berlino; per non parlare di New York dove c’è stato un vero e proprio exploit del fenomeno, culminato nel New York Honey Festival del 2012.
L’esperienza più significativa è quella di Parigi. dove la città conta più di quattrocento arnie posizionate sui tetti di luoghi pubblici-simbolo della città, quali l’Opera, musei, biblioteche, scuole.
Roma ha una sua particolarità: è ricca di biodiversità grazie alle ampie macchie verdi naturali, se non selvatiche, all’interno dell’area urbana, con un clima particolarmente mite. Ciò rappresenta un habitat ideale per l’allevamento dell’Ape Ligustica, l’ape mellifera per eccellenza. Roma potrebbe diventare un importante incubatore per la salvaguardia e la valorizzazione del corredo genetico autoctono dell’Ape Ligustica, utile a contrastare la deriva genetica dovuta all’importazione sempre più massiccia di api regine provenienti da varie parti del mondo, con minore propensione alla produzione di miele.
Il miele, appunto. Quello prodotto in città rientra non solo nei parametri stabiliti dalle norme sanitarie ma dal punto di vista organolettico il miele di Roma presenta sapori e profumi particolari resi da essenze colte dal pascolo apistico in aree selvatiche (le specie vegetali spontanee a Roma sono più di 1300), nonché da parchi pubblici e innumerevoli giardini privati con flore particolari. L’apicultura urbana inoltre offre molti spunti a carattere sociale, educativo ed ecologico, in più rappresenta un’attività importante per orti urbani, per le esigenze di impollinazione delle piante coltivate in città. Altro importante argomento è l’utilizzo dell’ape come indicatore ambientale. Questo imenottero può raccogliere dati dell’ambiente che ispeziona mentre è alla ricerca di nettare e polline, monitorando una superficie di circa 3 km quadrati dal suo alveare. Questi dati possono rappresentare un sistema di campionamento rappresentativo, come è stato rilevato dalla rete nazionale del progetto BeeNet e in particolare dalla postazione situata nel centro di Torino ( e in parte anche a Roma, nell’area del Parco dell’Appia Antica) per il bio-monitoraggio degli inquinanti urbani.
Il 6 giugno 2014, alle ore 15, al Parco Regionale dell’Appia Antica, si avvia un processo di sensibilizzazione sull’apicoltura urbana a Roma per coinvolgere sia cittadini che intendano “adottare” alveari sia potenziali apicoltori che desiderano intraprendere questa attività. Sarà attiva allora una piattaforma web per promuovere le diverse community ed un geoblog, una mappa interattiva per georeferenziare gli alveari urbani su www.urbee.org. Sarà la prima tappa di un percorso che prevede ad ottobre, a Roma, un convegno nazionale dell’apicoltura urbana.
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