Compagnia della Fortezza – Santo Genet
drammaturgia e regia Armando Punzo
musiche originali eseguite dal vivo e sound design Andrea Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
con Armando Punzo
e gli attori della Compagnia della Fortezza Aniello Arena, Placido Calogero, Rosario Campana, Eva Cherici, Gillo Conti Bernini, Nicola Esposito, Alban Filipi, Pasquale Florio, Ibrahima Kandji, Carmelo Dino Lentinello, Antonino Mammino, Edmond Parubi, Danilo Schina, Francesca Tisano, Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto, Qin Hai Weng
e con i giovanissimi Amelia Brunetti, Gregorio Mariottini, Andrea Taddeus Punzo de Felice, Tommaso Vaja
con la partecipazione straordinaria di Isabella Brogi
VolterraTeatro/Carte Blanche – Centro Nazionale Teatro e Carcere, Tieffe Teatro
con il sostegno di MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Comune di Volterra, Provincia di Pisa, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Ministero della Giustizia C.R. Volterra.
La Compagnia della Fortezza attraversa tutta l’opera di Jean Genet, l’autore francese che con le sue parole ha saputo trasformare la materia vile in oro, strappare bellezza al dolore, “creare buchi nella realtà”, trasfigurarla, immaginare collane di fiori lì dove c’erano catene.
Partendo da una riflessione sulle logiche di inattualità che abitano la stanza-carcere in cui opera la Compagnia, Genet offre la possibilità di raccontare del carcere come teatro, come luogo inattuale, in cui si vive un tempo fuori dal tempo ordinario.
Il carcere ospita allora le stanze segrete del castello di Irma, quel “castello interiore” pieno di meraviglie, tra euforiche processioni e struggenti litanìe.
Dopo avere attraversato alcuni tra i più grandi teatri italiani, per i cui palcoscenici è stata ricostruita la stessa atmosfera di estasi e rarefazione, la poesia di Santo Genet ritorna adesso, eccezionalmente all’aperto, in una versione site specific per i meravigliosi giardini del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, dove un teatro totale darà forma visibile alla bellezza, alla libertà interiore, ovvero a quella Santità che l’artista indaga da anni, in filigrana, nella sua radicale riflessione artistica.
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