Con Atlantis capitolo 2 torna in scena la Compagnia della Fortezza

Dal 27 luglio al 3 agosto 2024 si articola nelle sue varie forme il Progetto COMPAGNIA DELLA FORTEZZA luglio/agosto 2024, con la direzione artistica di Armando Punzo e la direzione organizzativa e cura dei progetti di Cinzia de Felice

Un focus progettuale che accanto alla presentazione dell’ultimo lavoro della Compagnia della Fortezza, che prosegue quest’anno il nuovo percorso di ricerca artistica iniziato nel 2023 con Atlantis cap.1 la permanenza, si propone di esplorare nuove frontiere artistiche e di approfondire la poetica e la pratica che hanno reso unica e straordinaria questa compagnia teatrale, proponendo una serie di importanti attività, incontri, masterclass, mostre e approfondimenti su quanto la poetica e la pratica della Compagnia della Fortezza sono riuscite a generare in otre trentacinque anni di attività nel carcere di Volterra.

LaCompagnia della Fortezza prosegue il percorso di ricerca artistica intrapreso lo scorso anno e presenta, in prima nazionale, nella Fortezza Medicea/Casa di Reclusione di Volterra, Atlantis – Capitolo 2 (ore 16.30), con la drammaturgia e la regia di Armando Punzo (Leone d’oro 2023 alla carriera alla Biennale di Venezia). 

Ingresso per il pubblico su autorizzazione entro e non oltre il 20 luglio. Clicca qui per scaricare il modulo.

Atlantis ha radici lontane. Nel 2015 Armando Punzo ha avviato una ricerca sul canone occidentale e sui suoi limiti, a partire dai testi di uno dei suoi massimi rappresentanti: William Shakespeare. Dopo un primo lavoro (Dopo la Tempesta, 2015-2016), nel quale l’affresco umano dipinto dal Bardo veniva messo in discussione per la sua ineluttabile graniticità, il percorso è proseguito con l’approdo alla poetica di Jorge Luis Borges (Beatitudo, 2017-2018), un autore capace con il suo surrealismo magico di offrire un diverso punto di vista sull’esperienza umana e letteraria. L’ultimo atto di questo lungo viaggio che muove dall’Homo Sapiens per andare verso un ideale Homo Felix è stato Naturae-La valle della permanenza (2019-2022), per il quale Punzo e la Fortezza hanno dato vita a un quadro visionario abitato da figure, parole e immagini capaci di dare forma a qualità interiori che esistono, hanno una loro concretezza, ma che difficilmente facciamo emergere: armonia, letizia, stupore, principio speranza…

Atlantis tenta ora un passo ulteriore nella creazione di questa opera infinita che ha al centro una riflessione sulle potenzialità dell’uomo e sulla felicità. Come in Naturae, non c’è un autore di riferimento. La drammaturgia prende forma dall’idea che si può non essere soli in questo mondo, che il sapere e la conoscenza s’incarnano in una costellazione di uomini e donne che ci traghettano verso domande non usuali. 

Il loro punto di vista, la loro vita trascorsa al servizio di un’idea più grande di loro allarga gli orizzonti ristretti della nostra esistenza. Punzo sembra voler convincere il mondo intero che è possibile dar forma a un altro mondo, a un altro uomo. I suoi strumenti sono quelli che lui definisce lo sguardo infante e gli uomini straordinari che questo sguardo hanno saputo mantenere. Si tratta di ricerca utopica, di utopia come la intende Ernst Bloch: quel “davanti a noi” che prefiguriamo e che possiamo realizzare grazie al nostro impegno. La riscoperta della forza rivoluzionaria dell’utopia concreta al tempo del pensiero distopico.

La prigione reale, nella sua poetica, resta metafora di una prigione più grande dove tutti siamo rinchiusi e della quale possiamo liberarci: “Il mondo urla la sua presenza agonizzante fuori da queste mura”.

Simone Pacini

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settembre, 2024

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