Pale Blue Dot - foto: Lucia Baldini

Compagnia Arditodesio/Pale Blue Dot

Compagnia Arditodesio/Pale Blue Dot

Quando

14/02/16 - 16/02/16    
-

Dove

Teatro del Lido
Via delle Sirene 22 Lido di Ostia, Roma

Tipologia evento

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Compagnia Arditodesio > Progetto Jet Propulsion Theatre

PALE BLUE DOT

Di e Con Andrea Brunello
Regia Christian di Domenico
Scenografie di Roberto Abbiati
Musiche composte ed eseguite da Enrico Merlin
Disegno Luci di Paolo Dorigatti
Costumi di Patrizia Caggiati
Supporto artistico di Salvatore Crisà
Con il contributo tecnico e tecnologico di Roberto Tiella /Fondazione Brune Kessler
Social Media Partnership: fattiditeatro

In Partnership con:
– Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche dell’Università degli Studi di Trento
– Università di Bordeaux, e con il supporto di IdEx Bordeaux e i centri di ricerca IRSTEA e Labex COTE (Università di Bordeaux – Francia)
– Fondazione Bruno Kessler

In Collaborazione con:
– La Corte Ospitale – Progetto Residenziale
– Il Teatro Petrella – Longiano (FC)

Con il supporto finanziario della Provincia Autonoma di Trento, della Fondazione Caritro e del MiBACT.

Teatro del Lido di Ostia, Via delle Sirene 22

Domenica 14 febbraio – ore 17
Lunedì 15 febbraio – ore 10
Martedì 16 febbraio – ore 10

INFO: http://www.teatriincomune.roma.it/events/pale-blue-dot-una-rivoluzione-ci-salvera-vero/

Vista da lontano la nostra Terra è un piccolo pallido pallino blu nel nero del cosmo…

“Guarda ancora quel puntino, quello è qui. Quello è la nostra casa. Su di esso c’è tutto quello che tu ami, tutti quelli che conosci, tutti quelli di cui hai sentito parlare, tutti gli esseri umani che mai ci sono stati, che hanno vissuto le loro vite. È l’aggregato di tutta la nostra gioia e la nostra sofferenza, migliaia di religioni, ideologie, e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e ogni poveraccio, ogni coppia innamorata, ogni madre e padre, ogni bambino fiducioso, ogni inventore ed esploratore, ogni maestro di valori morali, ogni politico corrotto, ogni superstar e ogni leader supremo, ogni santo e ogni peccatore della nostra specie ha vissuto qui – su un minuscolo granello di polvere sospeso su un raggio di sole.” | Carl Sagan, Pale Blue Dot

Una incredibile storia di disperazione, meraviglia, bellezza e lucida speranza. Il destino della sonda Voyager 1 si mescola con quella del suo creatore dalle tendenze suicide, quelle di suo figlio sognatore e quelle del Pianeta Terra e del suo amico robot, compagno di giochi e di filosofie. Mentre il satellite artificiale si allontana dal sistema solare, tutto cade in prospettiva, diventa dolorosamente chiaro che il nostro Pallido Puntino Blu, la Terra, è l’astronave spaziale più preziosa e va protetta senza esitazione e senza compromessi. Noi, gli umani molto intelligenti che per decine di migliaia di anni siamo stati cacciatori e raccoglitori nomadi e solo negli ultimi istanti del nostro tempo siamo diventati coltivatori e allevatori, abbiamo cambiato profondamente il nostro pianeta. Adesso affrontiamo un disastro ambientale di dimensioni globali, e noi ne siamo la causa. Eppure sembra che non abbiamo gli strumenti mentali per capire il rischio in cui ci troviamo. Perché non riusciamo a correggere il tiro? Forse non siamo “ingegnerizzati” per farlo? Forse non siamo così intelligenti? Abbiamo creato delle meraviglie, abbiamo inviato navicelle spaziali verso altri sistemi solari eppure non riusciamo a gestire il più distruttivo dei problemi che la nostra specie ha mai dovuto affrontare.

Ma quando tutto sembra perduto avviene la più incredibile delle rivoluzioni. È profonda, è condivisa da tutti in ogni angolo del mondo. È draconiana e necessaria. Il senso fatalistico di inevitabilità è sollevato dalle nostre anime e la struttura sociale cambia per sempre e per il meglio. Tutti i problemi sono risolti… Ma è successo veramente? Può succedere veramente? Oppure è solo utopia, una storia di speranza che deve essere raccontata e poi inviata al Voyager 1 così che almeno esso possa tenere un’ultima finale reliquia della nostra civilizzazione che potrebbe anche essere giunta al termine del suo viaggio.

> Leggi l’intervista ad Andrea Brunello su fattiditeatro

Simone Pacini

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