La settimana teatrale comincia già di lunedì: il 29 febbraio, il giorno in più che capita ogni 4 anni, la performance Vero su Bianco (qui l’evento FB) invaderà la grande sala comune del b&b Giorni felici di Roma. Porta libri e vino, ma prima prenota scrivendo a info@bbgiornifelici.it (facciamo due repliche: alle 19 e alle 21, pochi posti disponibili)!
E da martedì:
MILANO
CONFINI \ 14 chilometri di Jose Manuel Mora con Marta Bevilacqua. 14 chilometri è un monologo dove in scena ci sono tre personaggi. 14 chilometri sono la distanza che separa Africa da Europa. 14 chilometri è lo stretto di Gibilterra. 14 chilometri è il desiderio di poter essere un’altra persona. 14 chilometri è il non poter scegliere da che lato stare. Nascerci e punto. 14 chilometri è il confine fisico e personale tra noi, la nostra realtà, e il desiderio, i nostri sogni. 14 chilometri è la storia di un uomo malato e di una ragazzina che desidera oltrepassare i 14 chilometri che la separano dal suo sogno. È da tempo ormai che noi europei siamo diventati il nuovo sogno americano, la vecchia terra promessa. Mentre noi, con ansia, guardiamo l’America, c’è chi con ansia guarda noi. E darebbe la vita per essere i nostri occhi, la nostra pelle e la nostra ansia (Argomm Teatro, 4-5).
MIGRANTI \ LA NAVE FANTASMA di Giovanni Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti. Il 25 dicembre del 1996, quasi venti anni fa, al largo delle coste siciliane, affondò un piccolo battello carico di migranti provenienti dall’India, dal Pakistan e dallo Sri Lanka. Le vittime furono duecentottantatre: si trattava della più grande tragedia navale avvenuta nel Mediterraneo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante le precise testimonianze dei superstiti, autorità italiane e mass media, eccetto rare eccezioni, non se ne occuparono: la tragedia del Natale 1996 divenne il naufragio fantasma. Gli stessi pescatori della zona, che recuperarono decine di cadaveri nelle reti, temendo conseguenze per la loro attività li ributtarono in mare. Solo cinque anni dopo, con un reportage reso possibile dalla testimonianza del pescatore di Portopalo Salvatore Lupo, il quotidiano La Repubblica riuscì a individuare e filmare il relitto. Nel giugno del 2001 le immagini della “nave fantasma” fecero il giro del mondo ma non era stato fatto nulla per recuperare il relitto e riconsegnare questo episodio alla Storia senza menzogne ed omertà. “La nave fantasma” è una sintesi drammatica della vasta tematica, diventata sempre più urgente, connessa al tema dell’immigrazione: la disperazione dei migranti, il silenzio delle autorità e dei mass media, la ferocia dei trafficanti di esseri umani, la terribile indifferenza e l’invincibile paura della nostra società, le reazioni di carattere xenofobo e razzista (T. Filodrammatici, 1-6).
MIGRANTI 2 \ Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera di Ortika. Lo spettacolo nasce dal desiderio di Alice Conti di dare corpo e rendere pubblico il materiale della ricerca da lei stessa condotta nel 2012 sul Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri di Torino. Un monologo-intervista ai diversi personaggi che Alice ha realmente incontrato nel corso della sua inchiesta che affronta a viso aperto la scandalosa questione dei C.I.E., senza giungere a soluzioni semplicistiche, ma restituendo con spietata lucidità la complessità delle dinamiche psicologiche e politiche che intessono la faccenda (T. della Contraddizione, 3-6).
PREMIO SCENARIO \ FRATELLI DALLA VIA in MIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER ME di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via. SPETTACOLO VINCITORE PREMIO SCENARIO 2013. C’è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. È qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. Per diventare noi i padroni. Non della casa, padroni delle nostre vite. Niente armi, niente sangue. Un omicidio due punto zero. Fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del vivere borghese. Il modo migliore per uccidere un genitore è ammazzargli i figli e lasciarlo poi morire di crepacuore. Era il nostro piano perfetto. Poi è arrivata la crisi, a rovesciarci addosso lo specchio del nostro benessere. Alimentazione, sport, lavoro, affetti, infine la morte, tutto risponde ad un’oscillazione bipolare tra frenesia e stanchezza. Noi, in fondo, viviamo per questo: per arrivare primi, e negare di aver vinto (PIM OFF, fino all’1).
SHAKESPEARE IN CUCINA \ Debutto nazionale di Macbeth banquet. In una cucina, tra pentole e vasellame, si racconterà di come la bramosia di potere possa portare alla rovina, a fuoco non troppo lento. Una cucina, un luogo dove si cucinano piatti oscuri e macchinazioni crudeli. In Macbeth banquet un cuoco racconta la vicenda shakespeariana con l’ausilio di utensili e cibi disponibili in una cucina. Un solo attore entra nei pensieri dei personaggi e ne interpreta gesti e azioni, il cuoco officia un rito teatrale con il suo assistente: la chitarra di Maurizio Aliffi dialoga con l’interprete Luca Radaelli in una vera e propria rappresentazione musical/culinaria. Le ferine battaglie, le uccisioni notturne, la foresta di Birnam… Vedremo tutto, in scena: le streghe, Macduff, il re Duncan, Lady Macbeth e il futuro re di Scozia saranno davanti a noi, ai fornelli di un intreccio sanguinoso. Una ricetta fallimentare per il destino di una coppia divorata dal desiderio di dominio. Macbeth banquet è un banchetto “casalingo” per un assassinio perpetrato tutto in famiglia, in cui le ambizioni del protagonista svaniranno in una nuvola di vapore. Da William Shakespeare, regia Paola Manfredi (T. Libero, 1-7).
VANITÀ \ Ultima settimana! Dall’unica commedia teatrale di Robert Musil, Antonio Syxty porta in scena in Prima Nazionale il racconto di una donna e dei suoi pretendenti. L’amica degli uomini importanti è uno spaccato della società moderna borghese del 1923. Una fiera della vanità, dove ogni personaggio declina a suo modo il narcisismo e la superbia: situazioni farsesche e tragicomiche, finti omicidi e suicidi, divorzi improvvisati, proposte di matrimonio e cambi di identità per un’intelligente e brillante commedia, pochissimo frequentata dal teatro italiano (T. Litta, fino al 6mar).
ROMA
B&B THEATRE \ Edoardo Nardin e Riccardo Goretti in VERO SU BIANCO disegni sussurati per parole su tela. Edoardo e Riccardo fanno lo stesso mestiere. Il più antico del mondo dopo la prostituta e lo sciamano: sono 2 cantastorie. Ma le loro storie, le cantano con due registri diversi. Edoardo disegna. Riccardo racconta. Il 29 febbraio, il giorno speciale che capita ogni quattro anni, saranno per la prima volta a Roma in una cornice intima e ideale per il loro spettacolo: la grande sala comune del bed & breakfast Giorni felici. La loro performance tenta di unire nel più sincero dei modi questi due mondi artistici in cui i due lavorano. Riccardo parla, e racconta. Edoardo disegna su tutto, con tutto, per tutti, in silenzio. Il pubblico ascolta, o guarda. L’importante è che sia tutto lì, tutto vero. Nero su bianco. Scopo del gioco? Scoprire o riscoprire ogni sera opere letterarie non esattamente famosissime. Ma anche salvare dal macero svariate copie di vecchi libri. Ma anche ritrovare il gusto di disegnare pupazzetti. Ma anche giocare a Pictionary tutti insieme. Ma anche raccontare una storia dalla fine all’inizio e dall’inizio alla fine. Ma anche tatuarsi la pelle con un pennarellone. Ma anche scoprire cosa ci rende davvero felici. Forse. Magari (Giorni felici b&b, 29).
FEMMINE \ FEMMINARIUM scritto e diretto da Andrea Monti. Ispirata al bestiario medioevale, Femminarium è un’opera associativa contemporanea in versi in cui le femmine vengono interpretate in modo simbolico, allegorico e un po’ pecoreccio. Il teatro è donna. Sempre più femmina. Contro un atavico strapotere di personaggi virili, il regista si tuffa nell’universo muliebre per riemergere con tanto calore e pochissimi peli sulla lingua. C’è voglia di umanità, considerazione, prestanza, passione e gravidanza. Cosa vuol dire essere donna? Non lo sa il regista, non sa rispondere nemmeno l’autore, ma la musica, quella viscerale, epidermica, tamburinica, che mette a nudo, che sveste i lati più reconditi, ribalta, squassa e rivela, porta la canoscenza ove nullo omo ene digno pervenire (T. Elettra, 3-6).
GIOVANNI VERGA \ Rosy Bonfigilio torna con Capinera da Giovanni Verga. La storia raccontata è quella di Maria, ragazza condannata alla monacazione da un destino familiare sfortunato. Non ancora compiuti i voti, durante l’epidemia di colèra che colpisce Catania alla fine del 1800, la giovane torna temporaneamente in campagna, dalla sua famiglia: pochi mesi per scoprire il mondo, la vita e la bellezza della libertà. Pochi mesi per conoscere dolorosamente l’amore per un uomo, esplosione assoluta di impulsi sconosciuti e ingestibili per una piccola anima fragile e digiuna di esperienze. (T. Studio Uno, 3-6)
GUERRA \ PER UNA STELLA progetto di Marta Galli, Anna Maini e Roberto Rampi. Ambientato nel primo conflitto mondiale e ispirato a una storia vera, Per una stella narra di guerra e d’amore. Ai due lati del confine i due protagonisti: due vite, due sguardi che più distanti non potrebbero essere. La piccola Rosa Anna in attesa del ritorno del padre, un kajserjager partito per il fronte, e il giovane Pietro, musicista arruolatosi volontario nel regio esercito italiano per seguire le orme del fratello Luigi, cappellano militare caduto in Val di Ledro. Due lancinanti assenze da colmare: due lontananze che, inconsapevolmente, si cercano. Abbiamo esplorato questa piccola storia a due voci, sullo sfondo della guerra grande e spaventosa, con semplicità, usando uno spazio scenico scarno ed evocatvo, con un montaggio serrato a cucire assieme i due racconti-monologhi, che si fanno via via dialogo di destni. I due, pur distanti, si sforano continuamente, misteriosamente. I fili delle loro drammatche esperienze si annodano nel finale, come in una faba in cui una stella ha indicato il cammino (T. India, 2-4).
PROSTITUTE \ Lei e lei scritto e diretto da Giampiero Cicciò, con Federica De Cola e Giampierò Ciccio. Lei e lei è il frutto di un lavoro di indagine sull’universo della prostituzione che senza retorica e con ironia pungente ci racconta di un’umanità le cui dinamiche e vicissitudini sono affini alle vite di ognuno di noi molto più di ciò che comunemente si creda. La storia si svolge in una piazza di Messina durante tre notti delle nostre più celebri feste nazionali: Natale, Capodanno ed Epifania. Un anziano travestito siciliano (drag singer fallita) e una giovane romana che svende il proprio corpo dopo aver tentato una carriera teatrale, si confidano, si fanno compagnia, si confrontano tra aspre schermaglie e slanci d’affetto svelando il loro mondo ai margini. Lui, anche ex tanguero con talento, tra racconti di vita esilaranti e tragici al tempo stesso, tra visionarie percezioni del mondo (che trasformano una fermata dell’autobus in un palcoscenico e un alto campanile nell’aldilà) trasmette alla ragazza, attraverso il ballo e, soprattutto, attraverso la capacità di fantasticare, una gioia di vivere a lei sconosciuta e, infine, la bellezza di quella femminilità che la giovane non ha ancora imparato a esprimere, a curare, e che per il travestito è stata la causa dell’esclusione dal mondo del “giorno” (T. Lo Spazio, 1-6).
STEFANO CUCCHI \ Quattro giorni di repliche straordinarie per lo spettacolo Presunta morte naturale. Da un’idea di Alessandra Ferraro e Pako Graziani lo spettacolo ripercorre la storia di Stefano Cucchi, geometra trentunenne morto a Roma il 22 ottobre 2009 per presunta morte naturale. Una settimana prima era stato arrestato per spaccio: sette giorni nelle mani dello Stato, dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici del carcere e dell’ ospedale. La famiglia lo rivedrà dietro una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Tiziano Panici dà voce e corpo alla storia di Stefano, attraverso una drammaturgia che affronta la sua vicenda da prospettive diverse, un intreccio di fonti e di voci diverse che si accavallano e si rincorrono (T. Argot Studio, 3-6).
TEATRO E ARTI VISIVE \ La forma del Pathos, un progetto a cura di Gianluca Brogna: (Step Two) DEL TRAGICO con Elena Bellantoni, John Cascone, Mariana Ferratto, Silvia Giambrone, Cesare Pietroiusti, Filippo Riniolo, Mauro Romito. Dopo la prima edizione svoltasi nell’estate del 2015, il Teatro dell’Orologio ritorna ad essere luogo privilegiato di visione ed azione. Lo spazio teatrale, luogo archetipo dell’azione performativa, dove la narrazione diventa pathos e l’artista si sveste della sua individualità per diventare veicolo e strumento del racconto, si presta nuovamente ad essere abitato e reinventato. Il progetto “La forma del Pathos” aspira a diventare “luogo” concreto e concettuale allo stesso tempo, dove teatro e arti visive possano incontrarsi di nuovo, dove possano essere riattivate le sinergie intercorse tra le due discipline, ripartire con dovuta deferenza dalle sperimentazioni degli anni ’60 e ’70. Si cercherà di strutturare un percorso di condivisione, fra artista e spettatore, cercando di elidere un invisibile ma contingente diaframma che in teatro separa l’azione e la visione, includendo il fruitore nel sistema di percezione dell’immagine e della messa in scena (T. Orologio, 6).
TOSCANA
CALENDAR GIRLS \ Angela Finocchiaro, Laura Curino in CALENDAR GIRLS di Tim Firth regia Cristina Pezzoli con Ariella Reggio, Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro (T. Moderno di GROSSETO, 1 – T. del Popolo di Castelfiorentino FIRENZE, 2-3 – T. del Giglio di LUCCA, 4-6)
DANZA \ Anticorpi XL-Network Giovane Danza d’Autore presenta Serata eXpLo. Tre momenti d’incontro con le realtà più innovative e sperimentali della scena italiana: il solo, profondamente poetico, della performer Irene Russolillo Strascichi. “Trovarsi buffi nella propria solitudine. Capita a chiunque talvolta, nella vita. Parlarne. Come? La fine di un amore è diventata una mancanza di amore. Sento gli strascichi di un’esperienza che, intanto, sono riuscita a definire”. Moreno Solinas è autore invece di Tame Game, trio che esplora la nostra congenita tendenza a intrometterci negli affari degli altri. Tre danzatori dipingono un mondo sfrontato ed esuberante, testano i propri freni inibitori e riflettono sugli schemi performativi tradizionali, coinvolgendo il pubblico in prima persona. Ultimo protagonista Stefano Fardelli con Svarupa–vyakta. Una coreografia che trae ispirazione da un viaggio in India, con un’impostazione scenica essenziale: un danzatore, cinque palloncini, legati a dei fili trasparenti, e la musica di Ben Frost. (Chiesa Sant’Andrea di PISA, 3)
ENEIDE \ Teatro Studio Krypton in ENEIDE DI KRYPTON un nuovo canto, testo e regia Giancarlo Cauteruccio musiche originali Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi, Francesco Magnelli. (T. Metropolitan di Piombino LIVORNO, 3)
GIANNI RODARI \ LA GRAMMA DELLA FANTA con Giulia Aiazzi, Lorenzo Tempestini regia di Matteo Cecchini. Fantasia, Invenzione, Creatività e Immaginazione: i quattro cardini della Grammatica della Fantasia di Gianni Rodari, caposaldo della pedagogia internazionale. Ma è davvero possibile metterli in pratica se inseriti all’interno della variabile “vita”? Nella sua opera Rodari sottolinea la necessità di smentire ogni teoria romantica sull’immaginazione e di ridare la capacità immaginativa a tutti, attraverso un allenamento quotidiano che tolga la polvere dai suoi ingranaggi, impigriti dalla miriade di messaggi mediatici ai quali siamo sottoposti. Chi usa la fantasia è capace di reagire in maniera creativa agli stimoli provenienti dall’esterno, per questo è necessario seguire un bell’allenamento e Rodari non si risparmia nel suggerirci numerose tecniche. Come fosse un muscolo e quelli descritti da lui gli attrezzi della palestra. Il primo e più immediato esercizio è quello del cosiddetto “binomio fantastico”, ossia la costruzione di una narrazione fantastica a partire dall’associazione di due termini distanti fra loro. L’esempio è quello del sasso gettato nello stagno: una parola gettata nella mente genera onde di superficie e di profondità e tanto più distanti saranno le due parole selezionate tanto più la nostra immaginazione dovrà lavorare. Seguendo gli insegnamenti di Rodari lo spettacolo approda al suo binomio fantastico da cui tutto ha preso vita; Una ragazza adulta, una donna, e la scuola, l’istituzione scolastica. La Gramma della Fanta è un continuo incrociarsi di realtà e fantasia, dove sul palco troviamo non personaggi ma persone, sogni e certezze infrante, per un risultato tragicomico. Uno spettacolo che riflette sulle contraddizioni dell’essere umano. Di chi pretende di volersi mettere dietro la cattedra, ma non ne ha poi gli strumenti. (Ex Chiesa di San Giovanni di PRATO, 2-3)
GLI OMINI \ Gli Omini in LA FAMIGLIA CAMPIONE di Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini. (T. dei Coraggiosi di Pomarance PISA, 4)
IL TOPO \ Prospettiva Capaneo presenta IL TOPO racconto di Natale di Raffaello Pecchioli drammaturgia Lorenza Guerrini regia Matteo Cecchini con Matteo Cecchini, Valentina Cipriani, Lorenza Guerrini, musiche dal vivo Andrea Franchi. (T. Sala Banti di Montemurlo PRATO, 5)
MARIO PERROTTA \ Permàr/Archivio Diaristico Nazionale/dueL/La Piccionaia presenta MILITE IGNOTO quindicidiciotto, uno spettacolo di Mario Perrotta. (T. Quartieri di Bagnone MASSA, 3)
NORA 1 \ Casa di Bambola di Henrik Ibsen, spettacolo nel quale torna a lavorare insieme un gruppo di artisti (Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Massimo Grigò, Carlotta Viscovo) che hanno realizzato negli ultimi anni spettacoli come Il Vantone di Pier Paolo Pasolini, Un marito ideale di Oscar Wilde e L’impresario delle Smirne di Goldoni, a cui si unisce, per la prima volta Danilo Nigrelli. Quando nel 1879 Casa di bambola fu rappresentato per la prima volta, il dramma suscitò scandalo e polemica ovunque per la sua lettura come esempio di un femminismo estremo; tanto che in Germania Ibsen fu addirittura costretto a trovargli un nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da lei ritenuta snaturata. Ma, al di là di ogni contenuto polemico, il dramma resta opera di una grande e complessa modernità, abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri contemporanei. Partendo da una nuova e attenta rilettura di questo grande classico di fine ‘800, attraverso una riscrittura e rielaborazione scenica del testo, si cercherà di approdare ad uno spettacolo dove il centro sia “il dramma nudo”, spogliato di bellurie ottocentesche e convenzioni borghesi. (T. Manzoni di PISTOIA, 4-6)
NORA 2 \ Andrée Ruth Shammah dirige per la prima volta Filippo Timi nel capolavoro di Henrik Ibsen Casa di bambola, rinominato in Una casa di bambola. Il dramma viene ribaltato: Nora non è più una vittima, né soltanto una bambola. La sua buona fede è messa in dubbio: si viene a scoprire che proprio lei regge i fili della vicenda e manipola il marito Torvald. Da regista donna, Shammah indaga il crollo dell’uomo contemporaneo, posando la sua attenzione non sulla donna che si ribella, ma sulla solitudine dei tre personaggi maschili, che vengono tutti interpretati dall’estro espressivo di Filippo Timi. Nel ruolo di Nora, Marina Rocco. Una commedia tragica in cui l’intreccio, quasi quello di un thriller, indaga quindi i rapporti tra i diversi e complessi ruoli maschili e femminili, mettendo in guardia gli spettatori dalle consuete e riduttive interpretazioni dell’agire della protagonista. Interpretazioni che, in questa versione, vengono tutte rifiutate. (T. della Pergola di FIRENZE, fino al 6)
PASCAL RAMBERT \ PROVA testo, regia e coreografia PASCAL RAMBERT con (in ordine di apparizione) Anna Della Rosa, Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni. Pascal Rambert è regista capace di creare momenti teatrali di rara intensità. Di Rambert, direttore di T2G teatro parigino che lavora sulla creazione contemporanea, ERT ha recentemente prodotto la versione italiana di Clôture de l’amour, nel quale Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi hanno magistralmente interpretato la cronaca sublime di una separazione annunciata. È lo stesso percorso quello che guida Pascal Rambert nella creazione di un altro lavoro, non più incentrato sul tema dell’amore e della separazione ma riguardante la scrittura e l’atto creativo. E, al centro, l’essere umano, l’artista, confusi, messi a nudo. Ecco dunque che in Prova, versione italiana di Répétition, ritroviamo Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi insieme a Laura Marinoni e Giovanni Franzoni. Uno spettacolo che assume la forma di equazione priva di incognite: in una sala prove, Laura (attrice), Anna (attrice), Luca (scrittore) e Giovanni (regista) assistono all’implosione della loro unione artistica. (T. Fabbricone di PRATO, 1-3)
PAOLO ROSSI \ Paolo Rossi è il mattatore di MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES. Uno spettacolo che parte dalla riscrittura dell’opera L’impromptu de Versailles di Molière, in cui interagiscono la creatività di Stefano Massini, la verve di Paolo Rossi e l’esperienza scenica e visiva di Giampiero Solari. Tre firme, tre garanzie di qualità per approfondire l’arte comica e fondere la tradizione e l’attualità con il rigore e la poesia. (T. Aurora di Scandicci FIRENZE, 1)
PORCILE \ Teatro Metastasio Stabile della Toscana/Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi presenta PORCILE di Pier Paolo Pasolini, regia Valerio Binasco, con (in ordine alfabetico) Valentina Banci, Francesco Borchi, Fulvio Cauteruccio, Pietro d’Elia, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Franco Ravera. (T. Eduardo De Filippo di Cecina LIVORNO, 1)
- È di nuovo Premi Ubu: le statistiche aggiornate per prepararsi alla finale - 21 Novembre 2024
- Comunicare? Insieme! Appunti da una giornata particolare - 5 Novembre 2024
- Vent’anni di Tuttoteatro.com: dal 7 novembre al Quarticciolo - 4 Novembre 2024