#Worldtour2015 Stracci della memoria in India

Il nostro tour in India continua, lasciata Delhi atterriamo a Kolkata e raggiungiamo Bolpur di notte per attraversare con un fuoristrada la foresta fino a giungere nei pressi di Satkahunia, dove nel 1999 alcuni abitanti dei villaggi hanno costruito un centro teatrale nella natura: il Teapantar Theatre Village. E’ qui che dal 3 al 9 settembre siamo impegnati nella direzione della VI Sessione internazionale di lavoro al nostro progetto Stracci della memoria. Come ci spiega il direttore artistico, che gestisce il centro, Tepantar significa Grande spazio. L’idea di costruire questo particolare complesso, tutt’ora in espansione e composto da 2 spazi teatrali, due abitazioni, un dormitorio, una cucina, è nata dalla necessità di fare teatro in una zona rurale, in un ambiente naturale. Qui da ottobre a marzo la compagnia Ebong Amra (che significa “E noi”) composta da 25 attori, presenta regolarmente i propri spettacoli per la gente dei villaggi limitrofi, programma due festival, ospita compagnie di Calcutta in residenza, workshop e sessioni internazionali come la nostra. Sono gli stessi attori della compagnia che preparano i nostri pasti e si occupano con una cura particolare della manutenzione del villaggio, permettendo a noi e ai partecipanti di concentrarci sul progetto.

Rags of memory VI International work session
Rags of memory VI International work session

Il programma di lavoro è molto intenso: colazione alle 6 e dalle 7 alle 11.30 sessioni di Kalaripayattu (antica arte marziale indiana), training fisico e vocale appositamente creato per il progetto Stracci della memoria, studio di passi e tecniche performative tradizionali. Il caldo soffocante ed umido che supera i 40 gradi spezza la nostra giornata in due e riprendiamo alle 4 di pomeriggio con il lavoro ai canti e al processo creativo, invadendo con le azioni corali gli spazi del villaggio con i suoi vialetti fitti di vegetazione e i suoi palcoscenici naturali di terra rossa, raccogliendo suggestioni dall’affascinante contesto naturale. Infine quando cala la notte si accendono i riflettori sul grande palco di cemento e bambù per la sessione finale dedicata alla creazione di una struttura performativa. Il gruppo dei partecipanti è composto da 11 artisti tra cui una performer coreana, che ha già seguito le precedenti tappe del progetto, una danzatrice di Baratha Natyam (danza classica Indiana del sud), una cantante sufi Pakistana, ed altri attori e danzatori Indiani provenienti da differenti regioni, in prevalenza dal Tamil Nadu, nel sud dell’India, luogo ricchissimo di tradizioni.

VI Rags of memory International work session - ph.S.Laurenzana
VI Rags of memory International work session – ph.S.Laurenzana

In alcune fasi del lavoro siamo affiancati da Uttam Das Baul, musicista e cantante della tradizione Baul, che con i suoi vari strumenti interviene nel processo creativo con interessanti suggestioni sonore e ritmi. Come ci spiega lo stesso Uttam, la parola Baul in origine significava “matto” (letteralmente “toccato dal vento”) ed identificava un culto mistico diffuso nell’India del nord est, una risultante di più influenze (tantrica, buddista, e sufi), basato sulla ricerca sul corpo umano come immagine dell’universo. Oggi la tradizione Baul permane nella musica e nel canto. Ogni giornata di lavoro è un arricchimento culturale incredibile grazie anche alle sessioni dedicate allo studio delle differenti tecniche e tradizioni di appartenenza dei partecipanti e al processo creativo che porta verso l’attualizzazione di questi elementi e la scoperta di nuovi linguaggi che arricchiscono il lavoro del performer e il nostro bagaglio teatrale.

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VI Rags of memory International work session - ph.S.Laurenzana
VI Rags of memory International work session – ph.S.Laurenzana
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dicembre, 2024

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