Mi ha fatto una certa impressione, appena entrato all’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma per la presentazione del libro che racchiude il decimo rapporto dell’Associazione Civita intitolato #Socialmuseums. Social media e cultura fra post e tweet (qui un report ufficiale), sentire Gianni Letta parlare di social, utili nella promozione museale per “chattare con la Storia“. Anche il Ministro Franceschini è intervenuto, sottolineando, tra le altre cose, l’importanza dei social per il crowdfunding, il sistema di finanziamento dal basso che funziona così bene nei paesi anglosassoni.
Report @socialcivita su Musei e social network. @MiBACT al lavoro per recuperare il ritardo italiano. #socialmuseums pic.twitter.com/5qZh6tVID6
— Dario Franceschini (@dariofrance) March 30, 2016
Dopo i due interventi politici è iniziato il primo panel, moderato dal coautore del volume Luca De Biase il quale si è soffermato più volte sul concetto di qualità anche nell’uso dei social e sulla possibilità che siano i musei e la cultura “la prossima grande cosa“, dopo il 2.0 di Facebook ecc. e la sharing economy di Uber ecc.. Il primo intervento, ed il mio preferito, è stato quello di Marianna Marcucci, fondatrice di Invasioni Digitali (prossima edizione 22 aprile – 8 maggio 2016). “Si ha engagement quando un museo va incontro alle persone” ha esordito, soffermandosi poi su parole chiave come PARTECIPAZIONE, EROI e GIOCO. “I musei sono conversazioni” è la frase che ha concluso il suo intervento.
https://twitter.com/OpusPaulicium/status/715095961178124296
Persone + cultura + condivisione = felicità dice @MariannMarcucci a #socialmuseums
— Nicolette Mandarano (@MandaranoN) March 30, 2016
Matteo Cassese de La fabbrica della realtà ci ha mostrato numerosi e interessanti esempi del cinema: dal crowdfunding di successo per film come Veronica Mars e Iron Sky, passando al concetto di “social media casting” (una produzione che sceglie gli attori anche in base al loro peso social) fino a come il linguaggio social possa servire a GIOCARE, CONFONDERE i codici e i linguaggi. Cito anche gli interventi di Andrea Albanese, che ha sottolineato l’importanza della CUSTOMER EXPERIENCE e di Davide Bennato che si è concentrato sulla creazione di un IMMAGINARIO e sull’approccio che può essere FAN BASED (ovvero che è importante capire come si comportano i fan e indurre a diventarlo).
#socialmuseums la semplicità non è banalizzazione dei contenuti ma rendere fruibili a tutti concetti complessi.
— Rossana Turi (@trepois) March 30, 2016
Il succo è che SMM non ci si improvvisa. Quindi miei cari musei affidate la vostra comunicazione social a professionisti seri #socialmuseums
— Rossana Turi (@trepois) March 30, 2016
Ci sono stati altri interventi ma non è il caso di riassumerli tutti, vi invito a scorrere il flusso di tweet (perchè Twitter in occasioni come questa è ancora il social più adatto) e vi lascio con due mie considerazioni. La prima è che finalmente parte del mondo culturale ha capito che i social media non servono solo a vendere biglietti e non sono solo uno strumento di marketing. La questione è molto più complessa e affascinante (basta riflettere su alcune parole chiave della giornata). La seconda riguarda il mio settore: il tema è caldo (lo confermano le numerosissime presenze di ieri all’Ara Pacis) e il teatro, consapevole delle differenze, dovrebbe imparare dai musei (come avevo suggerito più di un anno fa), prendendo spunto ad esempio dal bellissimo evento internazionale #MuseumWeek in corso in questi giorni (un hashtag al giorno per 7 giorni). Nell’ultimo anno qualcuno mi ha ascoltato (sto finalmente vedendo i primi eventi #Empty fatti nei teatri) ma mi è dispiaciuto trovare solo una collega ad un evento al quale c’è stato davvero molto da imparare. A quando un #socialtheatre?
Sempre più convinto che serva un cambio di mentalità totale.
La cultura è motore sociale ed economico.
Dobbiamo puntarci. #socialmuseums— insopportabile (@insopportabile) March 30, 2016
https://twitter.com/MuseumWeek/status/715123336259440642
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1 commento su “#Socialmuseums: i social e la cultura non sono mai stati così vicini”
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