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Intervista a Wolfgang Hoffman direttore di Aurora Nova in esclusiva per Instabili Vaganti On Tour – fattiditeatro
Il festival è finito, la grossa macchina si è arrestata. Dopo il via vai di corrieri e container che riportano in diversi paesi scenografie e attrezzature, la città è tornata pian piano alla sua tranquillità.
La velocità con cui le venue vengono smantellate ti lascia un senso di straniamento, come se tutto fosse stato un sogno. Solo la stanchezza accumulata ti ricorda che è stato tutto più che reale e le 23 repliche dello spettacolo si fanno sentire. E’ già ora di riflettere e di guardare al prossimo Fringe, ripartendo dall’inizio della sua procedura: la scelta della venue, questa volta però con una nuova consapevolezza acquisita attraverso l’intensa esperienza.
Lo spazio che abbiamo scelto per il nostro spettacolo è stato davvero quello giusto?
Quando eravamo stati al fringe nel 2004 e 2005, dopo esserci smarriti nella vastità del suo programma, eravamo approdati ad Aurora Nova, un venue che programmava solo spettacoli di physical and visual theatre di altissima qualità. Nella suggestiva chiesa di St. Stephen, avevi la garanzia di vedere spettacoli di livello artistico davvero elevato che spaziavano dalla danza, al teatro fisico, al teatro contemporaneo. Avevamo sempre sognato di portare là il nostro lavoro, ma, ahimè, il venue aveva chiuso i battenti nel 2008, lasciando un vuoto in tutti gli spettatori in cerca di qualità e innovazione artistica. Abbiamo voluto approfondire la storia di questa particolare venue incontrando il suo direttore Wolfgang Hoffman che quest’anno era al fringe con una serie di spettacoli promossi dalla sua agenzia che ha mantenuto il nome di Aurora Nova.
Seduti a un caffè Wolfgang ci spiega che l’idea era quella di creare uno spazio basato sulla qualità artistica e sul supporto reciproco tra gli artisti. Le compagnie dividevano infatti gli incassi del box office, aiutandosi a vicenda in modo che nessuno rischiasse grosse perdite finanziarie. Mentre la maggior parte dei venue al fringe operano un ticket split del 60 e 40 chiedendo però un minimo garantito da versare in anticipo a copertura dei costi dello spazio. Ad Aurora Nova il 60% degli incassi costituiva invece una sorta di fondo comune che veniva ripartito tra tutti gli spettacoli in programma. Inoltre le compagnie condividevano le risorse tecniche in modo da garantire a ciascun spettacolo la strumentazione e i tempi di montaggio necessari (rispetto ai 20 minuti di montaggio giornalieri che ti concedono le altre venue). In questo modo gli spettacoli con più successo di pubblico aiutavano quelli con meno spettatori permettendo a Wolfgang di portare ogni anno al fringe lavori innovativi e poco visti perché assolutamente distanti da un ottica commerciale. Purtroppo, per una serie di impegni del direttore e per alcuni problemi finanziari, Aurora Nova ha lasciato la chiesa di St Stephen vuota anche se continua a proporre un suo programma di qualità disseminato nelle varie venue del fringe. Non manca un po’ di rammarico in Wolfgang quando ci spiega che comunque anche lui ha deciso di dedicarsi principalmente a produzioni più commerciali di circo contemporaneo e teatro fisico, che possono dipendere meno da finanziamenti pubblici e contare di più su grossi numeri di pubblico e quindi di incasso. Lo stesso rammarico ci attraversa sentendolo parlare e ci chiediamo quanto ormai sopravviverà in contesti come il fringe un teatro di qualità e come continuerà ad evolversi la più grande fiera del mondo di arti performative.
To be continued…
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