Debutta L’opera da tre soldi di Damiano Michieletto a 60 anni da Strehler (consigli teatrali 19-25apr)

L’opera da tre soldi di Damiano Michieletto prodotta dal Piccolo a Milano, Teatro i e il festival Shakespeare Re-Loaded a Roma, la danza ragazzi di Aline Nari a Prato. E molto molto altro nella settimana teatrale appena cominciato. Importante: vuoi ricevere in anteprima i consigli teatrali sul tuo smart phone? Iscriviti al canale Telegram di fattiditeatro!

MILANO

Damiano Michieletto L'opera da tre soldi
L’opera da tre soldi – foto: Masiar Pasquali

BERTOLT BRECHT \ Debutta in prima assoluta L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill, per la regia di Damiano Michieletto e con la direzione musicale di Giuseppe Grazioli. Lo spettacolo presentando in buca, nel rispetto di Kurt Weill, l’organico semicameristico di un’orchestra sinfonica, LaVerdi, diretto da un musicista filologicamente attento come Giuseppe Grazioli; in scena un cast d’eccezione formato da attori che sanno coniugare parola e musica, tra i quali Marco Foschi nel ruolo di Mackie Messer, Rossy De Palma in quello di Jenny delle Spelonche e Peppe Servillo, Peachum. Nel 2016 L’opera da tre soldi si avvierà verso i 90 anni. In questo arco di storia nulla è rimasto come nel 1928, quando Brecht scrisse la sua trasposizione della settecentesca Opera del mendicante di John Gay, Weill la musicò e in quello stesso anno la misero in scena a Berlino. Saranno anche passati sessant’anni dalla scomparsa di Brecht e da quando Giorgio Strehler, primo in Italia, allestì in Via Rovello la Dreigroschenoper (1956), presente l’autore, che sarebbe morto sei mesi dopo. Anche il  Piccolo e il teatro non sono più gli stessi. Nessun confronto è possibile. Il teatro musicale di Brecht e di Weill ha bisogno di continuare a vivere, consegnato a un artista del nostro tempo, e Damiano Michieletto è un regista che sta lasciando nell’opera lirica e nel teatro un segno netto, rimescolando le carte della tradizione con risultati spesso rivelatori. (19-11giu – Dal 15 aprile al 12 giugno, “Brecht 1956-2016 – Sessant’anni di Teatro al Piccolo” video installazione interattiva in RovelloDue Piccolo|Spazio|Politecnico e, sempre fino a giugno, un ciclo di incontri nel Chiostro Nina Vinchi)

NORD EUROPA \ I BOREALI 2016 – NORDIC FESTIVAL ideato e organizzato da Iperborea: il più grande festival italiano interamente dedicato alla cultura del Nord Europa. Anche il programma di questa seconda edizione toccherà vari ambiti: per la LETTERATURA tornano infatti gli incontri con scrittori e intellettuali nordici e italiani; la MUSICA propone un concerto con protagonisti della scena musicale scandinava e appuntamenti sulle sonorità nordiche; per il CINEMA proiezioni cinematografiche; CIBO con i grandi classici della cucina svedese e una performance gastronomica; uno story show, un racconto teatrale, corsi di lingua, workshop, e molto altro. (T Franco Parenti, 20-23)

OBLIVION \ Cinque contro tutti. Un articolato mangianastri umano che mastica tutta la musica e la digerisce in diretta in modi mai sentiti prima. Questo è OBLIVION: THE HUMAN JUKEBOX. Alla perversa creatività dei cinque cialtroni più irriverenti del teatro e della Rete si aggiunge, questa volta, quella del loro pubblico che contribuirà a creare il menù della serata suggerendo gli ingredienti della pozione. Gli Oblivion hanno in repertorio tutti i grandi della musica italiana e internazionale e sono pronti ad affrontare sfide sempre più difficili a colpi di cazzotti, mash-up, parodie, duetti impossibili e canzoni strampalate. Un flusso di note e ritmi infinito che prenderà vita davanti agli occhi attoniti degli spettatori, ogni sera, per una esperienza folle e mai ripetibile. Nessuno spettacolo sarà uguale al precedente. Dai Ricchi e Poveri ai Rapper, da Ligabue ai Cori Gospel, da Morandi ai Queen, tutte le canzoni senza farne nessuna. Uno schiacciasassi che trangugia e livella Sanremo, X Factor, Albano e Il Volo. (T. Leonardo, 19-1mag)

PPP \ Non c’è più acqua fresca – Volti, visioni e parole dal Friuli di Pier Paolo Pasolini di Giuseppe Battiston drammaturgia Renata M. Molinari su testi e poesie di Pier Paolo Pasolini. L’incontro di Battiston con Pierpaolo Pasolini, un viaggio di ritorno alla terra di temporali e primule, anche autobiografico, pensato per restituire la bellezza del grande laboratorio di poesia in lingua friulana di Pasolini e il suo spessore emozionale nella nostra memoria collettiva. Un mondo che lo spettacolo intende ricreare, attraverso una selezione di poesie, delineando una struttura drammaturgica che vuol essere soprattutto un contrappunto più leggero al grande dolore che queste poesie veicolano. Non un recital, ma uno spazio per le tante voci che popolano il mondo di Pasolini, in particolare la concretezza della gioventù, con i suoi desideri, la sua tenacia: sarà il tentativo di dare vita al sogno di quelle voci, di quelle presenze. (T. Franco Parenti, 19-23)

REM KOOLHAAS \ OHT con Delirious New York, ispirato al testo di architettura contemporanea scritto da Rem Koolhaas. L’architetto olandese sostiene che la griglia architettonica della città non vada analizzata studiando i palazzi che la compongono, ma indagando la psicologia di chi li ha costruiti. L’immaginazione è alla base del delirio architettonico di New York, ed è il collante degli episodi urbani messi in scena da OHT. Il pubblico è testimone di un patchwork teatrale d’immagini che irrompono in un libero e personale processo d’associazione affidato alla mente e all’esperienza del singolo spettatore. In scena coesistono quattro persone che pur parlando la stessa lingua, o lingue diverse, non riescono a comunicare fra loro. Eppure continuano a parlarsi, a raccontarsi e a raccontare cercando di ottenere qualcosa da questa situazione senza preoccuparsi troppo di come. Forse l’alacrità con cui cercano di soprassedere a questa incomunicabilità è una metafora del loro desiderio d’identità? (T. dell’Arte, 20-21)

RESISTENZA \ NOME DI BATTAGLIA LIA in scena nella settimana che precede la ricorrenza della Festa di Liberazione. Forse a volte ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche. Ci si dimentica che al di là dei momenti alti e celebrativi, esiste un mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più sconosciuta ma dal valore estremamente significativo. All’interno della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano, e le donne dei suoi cortili, ebbero un ruolo particolare. Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva – incinta di otto mesi – Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna. (T. della Cooperativa, 18-24)

SENTIMENTI \ Se Cadere Imprigionare Amo scritta e diretta da Andrea Cramarossa, una produzione del Teatro della Bambole. Spettacolo con reminiscenze kafkiane racconta di sentimenti, relazioni sociali, meccanismi e dinamiche che ci uniscono, per nostra volontà o contro il nostro volere, tenendoci “legati”. La drammaturgia risulta un misto di dichiarata poesia e narrazione dissonante. La storia prende avvio dal sogno di un bruco addormentato nel suo bozzolo. Seguiamo la sua metamorfosi da un vivere ripugnante e strisciante ad un vivere saltellante e svolazzante. Protagonista una madre che, dopo aver abbandonato i propri figli e dopo averli seppelliti nell’incuranza di una dieta anaffettiva colma di forzature e di legami morbosi e deleteri, decide di tornare nuovamente in famiglia. Il ritorno precede la caduta, l’omicidio, la perdita. Di queste persone rimane solo la menzione in un articolo sgrammaticato di un quotidiano di provincia, nella pagina della cronaca nera. (Spazio Tertulliano, 20-24)

ROMA

Giovanna Velardi Demetra/Core 2.0
Demetra/Core 2.0

DUE DONNE \ 3 novembre di Maria Teresa Berardelli, un monologo femminile a tre voci scritto per essere interpretato da una sola donna. Due personaggi allo specchio legati alla vicenda narrata: un attentato terroristico all’interno di un treno. In scena Irene Lamponi diretta da Camilla Brison. 3 Novembre parla di una storia vera, traendo spunto dall’attentato terroristico avvenuto il 20 marzo del 1995 alla metropolitana di Tokyo. Tuttavia non è uno spettacolo d’inchiesta poiché i fatti vengono filtrati dall’umanità e dal punto di vista delle due donne. Amore, abbandono, fede, dubbio, tutte queste cose vengono indagate nel loro  accadimento dai personaggi stessi che guardano per la prima volta al loro passato con l’esaltazione di quando si capisce qualcosa di sé. La prima donna è un’ex adepta di una setta religiosa, setta che provocò l’attentato. La seconda donna è una giovane madre, oramai vedova, che ha perso il marito durante lo stesso attentato. Scoprire di saper ancora piangere o ridere diventano allora, nel microcosmo intimo che il pubblico è chiamato ad esplorare, degli eventi rivoluzionari, in grado far ripartire due vite rimaste in sospeso. (T. Studio Uno, 21-24)

DUE GRANDI DONNE \ IRENE NEMIROVSKY di Alberto Bassetti e Massimo Vincenzi e FERRO E CUORE – ELEONORA D’ARBOREA di Alberto Bassetti con Francesca Bianco musiche Francesco Verdinelli regia Carlo Emilio Lerici. Terzo appuntamento per la rassegna Autori in Compagnia. Protagoniste due grandi donne. Coerenti con se stesse sino alla fine. Due donne che hanno lasciato una traccia indelebile nella Storia. La storia vibrante ed emozionante di Irene Nemirovsky, una grande scrittrice che, fuggendo verso la libertà, trova la morte sotto l’assurda e brutale follia dell’Olocausto. Un’autrice che rivive nel cuore e nella mente di milioni di lettori in tutto il mondo. E  l’affascinante esistenza di Eleonora d’Arborea che verso la fine del XIV secolo seppe portare la propria terra, la Sardegna della sua originaria Oristano, ad acquisire una coscienza di popolo attraverso la lotta per l’indipendenza dal dominio aragonese, lotta che lei seppe perseguire con grande forza (qualità davvero inusitata per una donna di quell’epoca), pur mantenendo inalterati i valori di umanità, amore per i propri figli e il proprio marito, passione per la cultura e l’arte. (T. Belli, 22-24)

GIOCO D?AZZARDO \ A Sciuquè: una pièce dedicata all’emergenza sociale della dipendenza dal gioco d’azzardo. Scritto e diretto da Ivano Picciallo, con Adelaide Di Bitonto, Giuseppe Innocente, Igor Petrotto, Ivano Picciallo e Francesco Zaccaro, il progetto è una coproduzione L’Malmand e I Nuovi Scalzi. Mascherato dal velo di “legalità” che lo ha reso un business, il gioco d’azzardo crea una dipendenza, impropriamente detta ludopatia, che ancora oggi non è affrontata dalle istituzioni in modo sufficientemente adeguato. La mancanza di attenzione al tema consegna il giocatore d’azzardo a un viaggio verso la rovina senza possibilità di ritorno. (Nuovo Cinema Palazzo, 22-23)

HITLER E LE DONNE \ Magda e lo spavento, regia di Renzo Martinelli, che completa la trilogia Innamorate dello spavento di Massimo Sgorbani sulle figure femminili legate al Fürer nei giorni che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich. A raccontare la relazione fra Hitler e Magda Goebbels saranno Milutin Dapcevic e Federica Fracassi, insieme sul palcoscenico per dare voce ad un dialogo della morte, un dialogo dell’incubo. Dialogo delle fiabe da raccontare ai bambini per farli stare buoni. Dialogo impossibile eppure reale tra la infanticida e il genocida. Dialogo pieno di comparse, da Biancaneve ai sette nani, passando per Topolino, con Walt Disney che sorride sornione alla finestra del bunker. Magda e lo spavento: in effetti c’è da aver paura, pensando alla storia, la Storia con la esse maiuscola. Si ride, si scherza, si flirta amabilmente con l’uomo nero e, per farlo, bisogna avere il sangue freddo di Magda Goebbels, essere capaci di far amabilmente morire sei piccoli cuccioli d’uomo, il freddo del cianuro e il bacio della buona notte. (T. India, 19-24)

IL PIANISTA \ Pianoforte vendesi, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Vitali edito da Garzanti, coproduzione Fondazione Aida e ARS Creazione e Spettacolo, con Adriano Evangelisti, musiche originali di Patrizio Maria D’Artista e la regia di Raffaele Latagliata. È la notte dell’Epifania, sera di festa a Bellano, sul Lago di Como. Dal treno scende «il Pianista» – così chiamato per via delle sue mani lunghe e affusolate – ladro di professione. Piove, fa freddo. Perlustrando le contrade il Pianista incappa in un cartello affisso su un vecchio portone: «Pianoforte vendesi». Incuriosito decide di entrare… Pianoforte vendesi è la storia di un ladro che deve scegliere tra le buone e le cattive azioni: il bianco e il nero, come i tasti del pianoforte. I gesti che si troverà a compiere rivelano un grande desiderio di riscattare la sua umanità. Sullo sfondo, in una dimensione quasi di mistero c’è un’intera collettività, un paese sospeso – per una notte – fra legalità e illegalità, fra lecito e illecito, fra comandamento etico e abitudine. (T. Brancaccino, 21-24)

MITI \ Terzo appuntamento della rassegna Aprile in danza con la Compagnia Giovanna Velardi e Core/Demetra 2.0, spettacolo che si interroga sull’apparenza del potere e sviluppa la sua tematica prendendo spunto dal mito greco di Demetra e di sua figlia Persefone, detta anche Core. “Questo spettacolo ci racconta un inferno, un mondo senza speranza. Nonostante la storia si ripeta e ogni momento di crisi ci dia la possibilità di affrontare un cambiamento e di fare nuove scelte, ci ritroviamo in un mondo fatto di poca attenzione per l’altro, siamo trattati come carne da macello, subiamo con aggressività” sono le parole della coreografa e interprete Giovanna Velardi. Il lavoro nasce dalla ricerca di un significato condiviso dei simboli, un’indagine interculturale sul rapporto tra l’uomo e l’avatar, tra un oggetto e il suo segno. Un percorso coreografico e scenografico sul valore del simbolo nella società dell’immagine. (T. Palladium, 23)

SHAKESPEARE \ Prima edizione del festival Shakespeare Re-Loaded, realizzato in collaborazione con Casa Shakespeare, Teatro Azione, KIT Italia, Kairos  Italy  Theater,  Sycamore T-Company. Shakespeare Re-Loaded è un festival dalla forte vocazione internazionale, importante è infatti il contributo del Globe Theater di Londra che arricchirà la manifestazione con interventi video durante l’evento di apertura, mirato ad approfondire con ospiti di prestigio alcune tematiche legate alla riscrittura delle opere di Shakespeare. La manifestazione sarà dislocata tra le due città italiane shakespeariane per antonomasia, Roma e Verona, ospitando per la prima volta in Italia due compagnie provenienti dalle scene di New York e di Londra insieme a sette spettacoli prodotti da alcune fra le più interessanti compagnie della scena contemporanea italiana, che da tempo dedicano il proprio lavoro alla rielaborazione di testi shakespeariani. (T. Argot Studio e T. Sala Uno, 19-30)

VIAGGI \ La Compagnia Marabutti presenta il nuovo spettacolo scritto e diretto da Lorenzo De Liberato, Lonelidays #1. La cosa più importante di un viaggio è davvero il viaggio in sé? O ci hanno sempre cercato di salvare da una scomoda verità, ovvero di quanto le destinazioni siano deludenti? Anche se in fin dei conti nessuno è realmente in grado di capire quale sia la destinazione, o se ci sia una vera è propria destinazione, sarebbe davvero così tragico ammettere che raggiungere questo obbiettivo sia una cosa…inutile? Quando si viaggia si va verso un qualcosa, così come quando si fugge. E se in entrambi i casi il risultato fosse comunque deludente? Se non valesse la pena viaggiare come fuggire? Due coppie scappano dalla loro voglia di scappare, inseguono la ricerca della destinazione senza pensare minimamente al viaggio, si ubriacano di banalità e retorica sociale. Vanno in vacanza. (Carrozzerie N.o.t, 21-23)

TOSCANA

Aline Nari Il colore rosa
Il colore rosa – foto Anne Claire Budin

DIVERSITA’ \ IL COLORE ROSA ideazione, coreografia, regia ALINE NARI. Il colore rosa è uno spettacolo di danza-teatro, rivolto ad un pubblico di bambini (6-11 anni) e famiglie in cui attraverso la metafora del colore si affrontano i temi della crescita, della costruzione della propria identità e soprattutto della necessità di preservare uno spazio intimo in cui accettarsi semplicemente per quello che si è, al di là degli stereotipi. Invece alle bambine si continuano a proporre giochi, scarpette, borsette, immancabilmente rosa (e di una sola zuccherosa tonalità), mentre per i maschi il rosa è un colore da evitare, da temere, da negare.  Ma chi l’ha detto che il rosa è “da femmine” e il celeste “da maschi” ? Il cielo è maschio o femmina? l’acqua è maschio o femmina? e le montagne? il temporale, le stelle, gli alberi? Il rosa, oltre ad essere stato storicamente anche un colore maschile, è  un colore ricco di sfumature difficili da imitare o da riprodurre: perché ogni rosa è unico e ognuno può essere rosa a modo suo. Attraverso una scrittura coreografica globale (danza, gesto, voce)  lo spettacolo Il colore rosa, nato anche grazie a percorsi laboratoriali sulla questione di genere, parla in modo ironico, evocativo e affettuoso del cammino difficile per riconoscersi nella propria diversità, nella possibilità di cambiare e trasformarsi. (T. Fabbricone di PRATO, 21-22)

LIBERAZIONE \ Marion D’Amburgo/Centrale dell’Arte in Il soldato da un atto unico inedito di Franco Fortini. Un testo sulla Guerra Civile di Liberazione. Il personaggio: “un soldato meridionale che, ricattato dal regime col bisogno, ha combattuto tutte le guerre fasciste per inerzia e disperazione”. Un inedito atto unico in cui le due parti in scena – partigiani e repubblichini, questi ultimi spesso volontari coatti – non sono nominate mai, se non come “noi” e “loro”, parole che Fortini fa provocatoriamente scivolare dalle bocche dell’uno a quelle dell’altro schieramento. Partendo dal contesto storico di riferimento, il 1943, lo spettacolo fa rimbalzare la pièce in un gioco di specchi e analogie di situazioni apparentemente lontane e diverse: le crisi e gli “scontri di civiltà” che contrappongono oggi l’Occidente al Medioriente, all’Africa e all’I.S. Come già il testo di Fortini suggerisce, per descrivere queste situazioni non è sufficiente contrapporre un “noi” ad un “loro”, in una lotta della civiltà contro la barbarie oscurantista. Occorre invece il coraggio di immergervisi dentro, sentire le ragioni umane di “loro”, provare a diventare noi “loro”, cogliere le sfumature, le differenziazioni interne.  (T. Puccini di FIRENZE, 21)

SANDOKAN \ I sacchi di sabbia in SANDOKAN o la fine dell’avventura liberamente tratto da Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari. La particolarità di “SANDOKAN” consiste nel fatto che il luogo in cui si svolge l’azione è… una cucina: attorno ad un tavolo si raccolgono i quattro personaggi che, indossato il grembiule, iniziano a vivere le intricate gesta del pirata malese. Perno dell’azione è l’ortaggio, in tutte le sue declinazioni: carote-soldatini, sedani-foresta, pomodori rosso sangue, patate-bombe, prezzemolo ornamentale. E poi cucchiai di legno come spade, grattugie come cannoni, una bacinella piena d’acqua per il mare del Borneo, scottex per cannocchiali, e ancora sacchetti di carta, coltellini, tritatutto…Il racconto si affaccia alla mente degli spettatori, per poi esplodere con una frenesia folle che contagia. La cucina è casa di Sandokan, nave dei pirati, villa di Lord Guillonk, foresta malese, spiaggia di Mompracem. Fedele all’ideale di un ironico esotismo quotidiano (Salgari non si avventurò mai oltre l’Adriatico), lo spettacolo – attraverso la rifunzionalizzazione di semplici oggetti d’uso – è un elogio all’immaginazione, che rischia di naufragare nel blob superficiale dei nostri tempi e al tempo stesso una satira di costume. Piccoli uomini (noi) e i loro grandi sogni si scontrano in un gioco scenico buffo ed elementare. Chi avrà la meglio? (T. Francini Casalguidi di Serravalle Pistoiese PISTOIA, 19)

VERSILIA 1 \ Debutto per PLEASURE FOR MEASURE drammaturgia Giovanna Berti, Marta Richeldi, Caterina Simonelli (che ne cura anche la regia), con Marta Richeldi e Giulia Pelliciari, produzione IF Prana e Tema Cultura. Partendo dal testo Misura per Misura di William Shakespeare e assumendo alcuni dei personaggi dell’opera, abbiamo scritto un racconto che privilegia e sviluppa in maniera originale alcune delle sue tematiche: la Giustizia, la Morale, la Legge e la sua applicazione, la Corruzione, il Potere e l’Abuso di potere, il punto di vista personale e collettivo, i fondamentalismi, l’integrità dell’individuo, i processi di disumanizzazione, l’educazione alla sordita e all’indifferenza verso l’altro… Tutti questi temi del testo shakesperiano si scontrano, si processano e ci danno occasione di guardare la nostra contemporaneità. Il punto di vista del nostro racconto è quello che parte dal bordello di Madama Strafatta. Attraverso le sue finestre osserviamo l’andamento di una città, del suo degrado, del suo perdersi, dei suoi individui. Proprio dallo strano bordello di questa “alchi-mistica” prostituta, considerato luogo di “perdizione”, ritroviamo gli ultimi esili afflati di umanità. Perdersi in quel luogo vuol dire cominciare a ritrovarsi, a riconnettersi con qualcosa di profondo, che passa anche dal bestiale ma che aspira a “generare” un essere umano degno di essere chiamato tale. Lì ci sembra di poter annusare quell’umanità che un giorno ci ha scaldato il cuore, che non ci ha chiesto né da dove venissimo né quale Dio pregassimo, ma semplicemente ci ha riconosciuto e accolto. Tutti clienti di questa grande Madre… (Scuderie Granducali di Seravezza LUCCA, 20 – il 22 replica ad Artè di Capannori LUCCA)

VERSILIA 2 \ Homo Ridens di Teatro Sotterraneo per il festival Invasioni (Scuola media Ugo Guidi di Forte dei Marmi LUCCA, 22)

Simone Pacini

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novembre, 2024

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