Stamattina, al Piccolo Teatro Studio Melato, Conferenza Stampa di Presentazione della Stagione 2015/2016. Intitolata: “Il Tempo, il Teatro” – in modo asciutto e senz’enfasi.
E’ evidente quanto peso abbia, il tempo, in questa nuova Stagione.
Tempo di cambiamenti, dopo l’insediamento del nuovo CdA della Fondazione del Piccolo Teatro – lo scorso 10 maggio – e, soprattutto, tempo di “continuare la ricerca”, come avrebbe detto lo stesso Maestro, e non semplicemente “portare avanti un’ereditarietà” dopo la scomparsa di Luca Ronconi. “Era il 21 febbraio: esattamente tre mesi fa…”, ha ricordato, con voce spezzata, il Direttore Sergio Escobar. Così gli interventi più istituzionali sono stati giocati a suon di rimpalli di auguri e ringraziamenti per il buono stato, economico e non solo, in cui l’organo uscente ha consegnato la situazione del teatro: “Finanziariamente sana e culturalmente di eccellenza”, ha riconosciuto il neo presidente della Fondazione, Salvatore Carrubba. Gli hanno fatto eco interventi sostanzialmente all’unisono da parte sia dei nuovi che dei vecchi membri o delegati. Primo fra tutti il Presidente uscente Claudio Risé, che ha ricordato nei numeri la solidità del lavoro svolto – bilanci costantemente in pareggio da 9 anni, 23790 abbonati, 500mila presenze, calcolando anche i fuori sede, 137mila membri della community e una “ricca attività internazionale in sede e in tournée con spettacoli in 28 lingue”, dato “significato di una solida produzione culturale e di una reale apertura internazionale”. Oltre ad altri esponenti del CdA della Fondazione Piccolo Teatro – da Cristina Cappellini designata dalla Regione a Marco Enrico Accornero designato dalla Camera di Commercio, passando attraverso Sergio Urbani, Segretario Generale della Fondazione Cariplo -, sono stati il Sindaco Metropolitano Giuliano Pisapia e l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno a coronare gli interventi precedenti alla vera e propria Presentazione della Stagione Teatrale. E se il primo ha sottolineato il privilegio, il seno a questo teatro, di poter far coincidere la propria vocazione di Sindaco Metropolitano con quella di Cittadino – sottolineando come EXPO abbia suggellato anche il Piccolo, assieme a La Scala, come una delle eccellenze culturali milanesi e riconoscendo a se stesso l’onere/onore di aver fatto in tempo a consegnare il Sigillo della Città a quel Luca Ronconi, a cui è non solo idealmente dedicata la nuova stagione, ma è stata effettivamente intitolata la Scuola del Piccolo -, l’altro ha ribadito la crucialità della svolta che il Piccolo sta vivendo, sospeso com’è, fra post Ronconi e ‘crisi’ più generalizzata, ma di cui ha tutti gli strumenti perché possa intenderla nell’accezione costruttiva di ‘superamento’. Ancora: sempre l’assessore ha sottolineato il bizzarro incrociarsi dei tempi fra la fine della stagione in corso e l’incipit della prossima, in cui s’incastrano inizio e fine di EXPO. “Il Piccolo ci ha creduto fin da subito… mostrandosi come protagonista di una partnership leale, diretta e dialettica”, ricorda Del Corno, che rilancia la candidatura di Milano a Capitale dello Spettacolo dal Vivo – o, come detto da Franceschini: “Città europea di tendenza, quanto a produzione culturale e innovativa, non diversamente da Berlino, negli ultimi dieci anni”.
E finalmente si è giunti a illustrare la Stagione Teatrale, non prima, però, di aver invitato al tavolo Stefano Massini, nuovo Consulente Artistico dopo Ronconi e Carmelo Rifici, neo direttore della Scuola del Piccolo. Sono scorsi veloci e accattivanti, i video di presentazione delle 22 produzioni – delle quali, 8 le riprese -: dalla “ODYSSEY” di Bob Wilson a “Opera da tre soldi” di Brecht, da “Stasera si recita a soggetto” per la regia di Tiezzi a “Donne Gelose” di Goldoni con sottotitoli in italiano, da “Sanghenapule” di Saviano/Borrelli a “Credoinunsolodio” di Massini, dal cechoviano “Gabbiano” di Rifici a “Bella e Fiera” di Laura Cumino o “Arlecchino”, a proposito del quale Escobar si è soffermato sul corpo dell’attore (qui, quello di Ferruccio Soleri), che se, appesantito dagli anni, certo non riesce più a prodigarsi nelle acrobazie di gioventù, ne guadagna, diventando “poesia pura”. Quanto alle ospitalità: fra le straniere Dodin con la sua “Gaudeamus” e poi Slava e gli incontri con la Cina, soprattutto, in Trame D’Autore oltre che in Milano incontra la Grecia; fra quelle italiane: Emma Dante con “Le sorelle Maccaluso” e “Operetta Burlesca” oltre agli Odemà, vincitori con “A tua immagine” della passata edizione del Play Festival, in collaborazione con l’Atir Ringhiera, ed ora spettanti di diritto ad un passaggio al Piccolo – al Piccolo Studio Melato il 6 e 7 novembre. Ha poi insistito, Escobar, sull’importanza di scommettere sul Teatro con teniture lunghe – “Le nostre produzioni vanno da un minimo non inferiore alle due settimane a un massimo di tre mesi” – e con un investimento col privato – a partire proprio dal pubblico – che è di tempo, prima di tutto. Si è commosso, ricordando i 35 anni di amicizia e collaborazione artistica con Ronconi. E ha annunciato una ripresa della Trilogia, nella prossima stagione, su Rai5.
QUI Stagione completa.
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