Outdoor Festival 2018
Confessa di essere emozionato Francesco Dobrovich, direttore e cofondatore di Outdoor, durante la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2018 di Outdoor Festival (dal 14 aprile al 12 maggio). Lo è per vari motivi: perché sono passati 16 mesi dall’ultima edizione, perché il festival si è spostato a primavera, ma sopratutto perché – dopo aver aperto l’Ex Dogana Ferroviaria e l’Ex Caserma Guido Reni restituendoli in qualche modo alla città – il festival torna a Testaccio/Ostiense, quartiere che ha rivoluzionato dando vita, attraverso quattro anni di interventi artistici, alla creazione del primo Street Art District di Roma.
Heritage del presente
Heritage: il titolo e il tema di Outdoor Festival quest’anno prende spunto dall’Europa, che dedica il 2018 al patrimonio culturale. “Cosa rappresenta il patrimonio oggi? Quali culture sono oggi considerate come patrimonio nella nostra società? Quale patrimonio stiamo costruendo e quale trasmetteremo alle future generazioni?“: questi e altri gli interrogativi che i curatori e gli artisti vogliono porre a chi visiterà il festival, come preannuncia il grande punto interrogativo che ne è il logo.
Labirinti al Mattatoio
Cinque sezioni: arte, musica, televisione, conferenze e mercato dislocate nei padiglioni 9A e 9B del Mattatoio (a sinistra e a destra appena entrati da Piazza Giustiniani) e alla Pelanda. Il luogo cambia nome e torna a quello originale: Mattatoio. Un giorno sarà un completo polo di conoscenza e cultura (al momento tutta l’area centrale dei “rimessini” e alcuni padiglioni sono ancora in ristrutturazione). Il padiglione Arte (il 9B, a cura di Antonella Di Lullo e Christian Omodeo) è un labirinto a cura del collettivo di architetti Orizzontale che abbiamo visitato in anteprima con i curatori. Quattro percorsi per quattro diverse modalità di rapportarsi al patrimonio: Disobedience (con numerosi artisti di fama internazionale tra cui i writers “estremi” Berlin Kidz), Total Recall (riappropriazione del patrimonio), Speedlight (verso il futuro con il writer Kid Acne, i nostri Quiet Ensemble e altri) e Retromarcia (con una collezione di scarpe sneakers dagli anni Ottanta ad oggi).
Dalla Rai a Google
Per quanto riguarda la musica, si spazia dalla tecno alla house, dalla disco all’hip hop. Durante le conferenze si parlerà di design, creatività, new media, editoria alternativa e glitch art. Per quanto riguarda la televisione, Outdoor Festival inaugura una collaborazione con Rai, per affrontare il patrimonio televisivo italiano attraverso quattro incontri: intrattenimento, cultura e società, serie tv, sport. Ma non è finita: in partnership con Google Arts and Culture viene presentato Stories progetto di digitalizzazione del patrimonio immateriale e orale di Roma (sviluppato da The Fake Factory). Sarà possibile vivere esperienze di periferia (ad esempio viaggiare sul treno Roma-Giardinetti con il writer Amir Issa oppure passeggiare per la spiaggia di Ostia vedendo i windsurf) in un percorso emotivo grazie alla VR (Virtual Reality).
Un festival che cambia
Outdoor Festival è un festival che cambia, coniugando l’arte alle culture metropolitane alla rigenerazione urbana e ai new media. Dopo gli ampi spazi dell’Ex Guido Reni (io l’avevo visitato con Urban Experience) quest’anno in un contesto più piccolo ma non meno affascinante ci si baserà molto sui contenuti. E le promesse ci sono tutte per un mese di urban art davvero speciale. Tutto il programma sul sito ufficiale!
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