Sono a Genova fino a sabato! In questi giorni al Teatro della Tosse torna Resistere e Creare, la piattaforma internazionale dedicata ai linguaggi del contemporaneo che quest’anno sceglie di parlare la lingua dell’altro. Fattiditeatro è social media partner storico.
Una settimana senza confini, fatta di armonia nella diversità: danzatori, performer, musicisti, artisti visivi, sociologi e ricercatori provenienti da diversi Paesi si incontrano per confrontare sguardi, pratiche e immaginari.
Tre spettacoli internazionali, un ciclo di conversazioni e un banchetto coreografico che diventa festa: una comunità temporanea che si costruisce attraverso movimento, parola, musica e ascolto.
We Came to Dance – 26 e 27 novembre, ore 20:30 | Sala Campana
Ad aprire la settimana è WE CAME TO DANCE, firmato dalla drammaturga e regista iraniana Nasim Ahmadpour. Una lettera d’amore al teatro e al corpo: struggente, essenziale, potentissima. Due danzatori immobili raccontano i movimenti che farebbero se potessero danzare davvero. La scena si svuota, resta la parola, e la parola diventa movimento. Un atto poetico e politico che interroga libertà, desiderio e possibilità.
In tutte le ore e nessuna – 27 novembre, ore 21:30 | Sala Agorà (LaClaque)
Il 27 novembre è la volta di IN TUTTE LE ORE E NESSUNA, uno speciale incontro con la poesia e la voce di Aslı Erdoğan – scrittrice, fisica, attivista per i diritti umani, ex prigioniera politica in Turchia. Aslı Erdoğan sarà presente in sala. In scena Deniz Ozdogan, Davide Minotti, Valeria Miracapillo, per un rito intimo e politico che attraversa memoria, esilio e resistenza.
Il 27 novembre (ore 19) nel foyer Tonino Conte c’è “Teste danzanti – incontri con gli artisti”: un momento di ascolto e dialogo con Nasim Ahmadpour (We came to dance), Aslı Erdoğan e Deniz Ozdogan (In tutte le ore e nessuna). Un’occasione per entrare nel cuore dei processi creativi e per dialogare direttamente con le artiste.
Beytna – 28 e 29 novembre, ore 20:30 | Sala Trionfo
A chiudere la settimana, arriva BEYTNA, creazione di Omar Rajeh, tra i più importanti coreografi della danza contemporanea nel mondo arabo. Quattro coreografi e quattro musicisti si incontrano intorno a un tavolo: Libano, Corea, Palestina, Belgio e Togo. Un banchetto, un piatto cucinato e condiviso anche con il pubblico, un concerto di corpi e suoni. Beytna è una festa nella casa dell’altro, in cui cibo, danza e musica diventano strumenti di incontro, gioia, vicinanza. Un invito a stare bene insieme, lasciando che la diversità illumini nuove forme di comunità.
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