Un CONTAGIO dal TGA: al Tertulliano di Milano dal 17/11 al 1/12

Ieri sera, a Macao, si è tenuta la presentazione di “Contagio”, rassegna nata dalla collaborazione di Phoebe Zeitgeist e Teatro Spazio Tertulliano, che porterà a Milano tre compagnie indipendenti legate al TGA -Teatro Garibaldi Aperto a Palermo e non occupato, esperienza conclusasi una quindicina di giorni fa -.

TGA
Giuseppe Isgrò, Margherita Ortolani e Francesca Marianna Consonni di Phoebe Zeitgeist

Le compagnie si succederanno, una dopo l’altra, da giovedì prossimo fino al primo dicembre, a presentare le loro proposte; ricerche drammaturgiche autonome, ma con identità d’intenti, ad esempio, in merito alle tematiche: la malattia, intesa come modalità altra – più che disfunzionalità da emendare – e a partire dalla quale escogitare strategie di (r)esistenza alternative; la lingua, di conseguenza, che deve imparare a frequentare costrutti inusuali; e la resistenza, nella polivoca allusione sia di quella del malato, ma anche del diverso – artista? Teatrante? Carcerato? Matto? Portatori, tutti, di una difformità cronica… – , dove il riferimento si svela essere politico e sociale, anche, amplificato dalla natura insulare di una Sicilia-baluardo di irriducibilità – non a caso la Consonni si è soffermata a sottolineare le differenti modalità di riappropriazione di TGA, che ha scelto un luogo artisticamente significativo, ma abbandonato (all’interno di politiche volutamente di non compimento edilizio, sostiene la drammaturg) e Macao, intervenuto ad appropriarsi di luoghi oramai in disuso e deprivati di qualsiasi funzione/servizio -.

I lavori sono stati introdotti da Tommaso Urselli – drammaturgo e regista – a contestualizzare il senso di questa presenza in “Fare Spazio”: si tratta di progetto-costola di “Tavolo Teatro”, con cui Macao intende offrire uno spazio – non tanto ‘promozionale’, quanto piuttosto ‘protetto’ -, dove le compagnie possano raccontare se stesse, le loro poetiche e le difficoltà legate alla distribuzione oltre che alla produzione, dando una consistenza anche politica e sociale al loro lavoro di ricerca artistica, filosofica e drammaturgica.

MACAO
Livia Grossi e Tommaso Urselli

A seguire, l’intervento di Livia Grossi – “Corriere della Sera” – perfettamente in linea nel parlarci dell’importanza del recupero del dialetto, inteso come lingua fedele all’autenticità delle proprie radici di contro ad un teatro-sfoggio – di erudizione? di intellettualismi? -, che sembra aver scordato l’urgenza, da cui dovrebbe invece scaturire. Anche lei si è soffermata sulla cura, tematica strettamente connessa a quella di malattia, per un verso, e di resistenza, per un altro: e che le ha dato modo di riferirsi a scelte produttive e di distribuzione differenti dagli usuali meccanismi – do ut des – e dalle logiche di ricatto, spesso, ad inficiare la libertà di pensiero dell’artista.

Poi la presentazione dai tre spettacoli: “Preghiera. Un atto osceno” di Phoebe Zeitgeist, in scena al Tertulliano dal 14 al 17 novembre, proprio sulla spersonalizzazione, a cui è sottoposto il malato -specie quando sia affetto da un morbo raro: qui addirittura identificato solo attraverso un numero – e sul suo bisogno compensativo – vitale! – di inventarsi una modalità di (r)esistenza alternativa; “Chi ha paura delle badanti” di Compagnia Sutta Scupa, che, dal 20 al 24, porterà in scena uno spettacolo nato all’interno del progetto internazionale Emergency Entrance 2007/13, a dar voce alle difficoltà non solo del malato, ma anche del diverso per provenienza geografica e portata sociale; e “Desideranza” dei Compagnia Teatrialchemici, dal 27 novembre al 1° dicembre, impietoso flash sulla dicotomia fra la tirannia di una madre allettata e la mansueta arrendevolezza dei due figli già adulti, che, al piano di sotto, si preparano ad assistere alla processione del Santo…

Intanto, dopodomani, s’inizia: “Preghiera. Un atto osceno” per la regia di Giuseppe Isgrò e con Margherita Ortolani – qui anche drammaturga – e Vito Bartucca; al Tertulliano.

Francesca Romana Lino

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novembre, 2024

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