Quando nell’estate 2020 insieme al Teatro dei Venti abbiamo scritto questo progetto di coinvolgimento di nuovo pubblico attraverso gli strumenti digitali nell’ambito del più ampio progetto Abitare Utopie per la Fondazione di Modena eravamo stati più ottimisti: avevamo sperato che nel periodo febbraio-aprile sarebbe stato possibile realizzare almeno qualche incontro in presenza, e magari anche condurre gli studenti nei luoghi dove si fa teatro e nello specifico dove il Teatro dei Venti sta realizzando il suo progetto ovvero i carceri di Modena e di Castelfranco Emilia, il borgo di Gombola a Polinago (MO), il quartiere San Giovanni Bosco di Modena.
Ma la pandemia non ci ha dato tregua e quindi abbiamo ripensato la prima edizione di Abitare Utopie Teens in modalità completamente online, sperando che sia la prima e ultima volta.
Abbiamo realizzato sei incontri: il primo introduttivo con Stefano Té, tre con me, uno con esponenti dell’Osservatorio di Monitoraggio, del TdV e della Konsulta, uno di “autogestione”. Abbiamo coinvolto cinque classi: una dell’InnoLab dell’Istituto Spallanzani di Castelfranco Emilia (sito ufficiale) e le quattro classi terze del corso professionale servizi culturali e dello spettacolo dell’Istituto d’Arte Venturi di Modena (sito ufficiale). Per un totale di 60 ore di formazione su teatro e digitale.
Grazie all’indispensabile appoggio dei professori, insieme a Salvatore Sofia abbiamo costruito dei percorsi che hanno preso come pretesto l’utilizzo di Instagram e degli smartphone per parlare a trecentosessanta gradi di teatro, tecnologie digitali, comunità.
Dopo un’introduzione ai concetti di comunicazione digitale, di web 2.0 e di social media storytelling, e dopo un focus sulla “netiquette” della rete, ci siamo concentrati sull’ascolto e sul dialogo, invitando gli studenti ad esprimersi e a mettere in gioco la loro creatività creando immagini, video, meme che riassumessero la loro idea di teatro.
Abbiamo creato da zero il canale Instagram @utopieinaction, che gli studenti hanno ribattezzato “profilo bussola”, dove abbiamo condiviso alcuni dei nostri contenuti, inoltre abbiamo dialogato sulle parole chiave, utilizzando anche un tool innovativo come Mentimeter.
Noi adulti abbiamo stimolato continuamente feedback e commenti, principalmente attraverso Google Classroom e la chat di Google Meet, ma anche attraverso un gruppo WhatsApp. Gli elaborati si trovano in parte su Instagram (anche cercando il nostro hashtag ufficiale #abitareutopieteens) e sono il frutto del lavoro di gruppo che gli studenti hanno fatto nella loro lezione di “autogestione” sulle attività realizzate in quel periodo dal Teatro dei Venti: le azioni poetiche Favole al Citofono, i podcast Odissea Radio e Pionieri dell’Invisibile, le attività su Gombola.
Progetti molto diversi tra loro che ci hanno permesso anche di discutere sui vari temi trattati e di scoprire da parte degli studenti un’inesauribile fonte di creatività, sopratutto per i progetti radiofonici che ci hanno messo di fronte ad un vero enigma: come raccontare l’ascolto su Instagram?
È stato un percorso faticoso (i ragazzi sono provati da quasi un anno di dad) e molto stimolante perché ci ha permesso di toccare con mano il rapporto che può nascere fra un adolescente e il teatro, cosa lo conquista, cosa lo preoccupa. Abbiamo capito che la “partecipazione” manca moltissimo anche a loro e che un approccio militante e inclusivo come quello del Teatro dei Venti è perfetto per una generazione molto propensa alla creazione che, anche se a volte si nasconde dietro uno smartphone, muore dalla voglia di trovare persone-guida con cui mettersi in gioco.
I numeri di Abitare Utopie Teens
6 piattaforme utilizzate per l’interazione (Google Classroom, Google Meet, WhatsApp, Instagram, Mentimeter, YouTube)
5 classi III Istituti superiori
oltre 100 studenti coinvolti
60 ore di lezione totale
7 esponenti e collaboratori del Teatro dei Venti coinvolti
20 compiti assegnati
60 contenuti pubblicati su Instagram
circa 200 contenuti totali realizzati dagli studenti
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1 commento su “Abitare Utopie Teens: a scuola col Teatro dei Venti”
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