Si è conclusa la I edizione di Trasparenze – Atelier della scena contemporanea, interessante esperimento tra teatro, web e territorio. La Consulta di Valutazione, che aveva selezionato gli spettacoli, ha partecipato a un laboratorio di comunicazione per giovani spettatori attivi “tra web e platea”, una sorta di #comunicateatro Under 25. L’esperimento può dirsi riuscito, con un crescendo di attenzione verso il 2.0 e verso le realtà teatrali che si sono susseguite nei giorni modenesi (guarda lo Storify del festival con tutti i tweet e non solo). Se da un lato infatti l’utilizzo attivo dei social media (sopratutto Twitter e il blog del festival) è andato sempre aumentando, dall’altro c’è stata una fortissima partecipazione agli incontri con le compagnie teatrali dopo gli spettacoli.
Trasparenze e la Consulta (che su twitter è diventata quasi automaticamente #konsulta, stimolando sia dibattiti sugli spettacoli che momenti di divertimento) non si fermano ma rilanciano: a fine festival sono stati resi noti i nomi delle compagnie selezionate per le Residenze 2013 (Babygang, Opera e Silvia Girardi) che vedranno ancora una volta Modena e la Consulta impegnati nel tentativo di individuare nuove conessioni tra giovani, territorio e teatro contemporaneo. In questa settimana di festival i risultati si sono visti già: attraverso Twitter e la Tag Cloud onnipresente il 2.0 non è stato solo un tic emotivo per adolescenti e non, ma è diventato determinante sia nella costruzione di un dialogo tra generazioni che nella ridefinizione dei confini del quartiere San Giovanni Bosco di Modena, che da zona appartata si è trasformato in centro del teatro contemporaneo per una settimana.
E dopo VolterraTeatro, SHORT THEATRE e Trasparenze fattiditeatro parte verso un’altra media partnership, quella col festival calabrese Primavera dei teatri, quest’anno dal 1° al 4 novembre. E’ previsto un twittering massiccio dalla Calabria e sabato 3 novembre alle 17.30 verrà presentato al popolo del festival il format #comunicateatro, unito a una panoramica sull’utilità di twitter negli eventi culturali. Dopo Prato, Roma, Modena e Pontedera il workshop cerca alleati anche al sud, quello di Castrovillari è il primo seme nella speranza di coinvolgere le realtà teatrali e gli operatori presenti nella realizzazione della prima edizione sotto Roma nel 2013.
Con una fioritura (forzosamente) tardiva, sboccia quest’anno a novembre la tredicesima edizione di Primavera dei Teatri. La direzione artistica di Saverio La Ruina e Dario De Luca rinnova la propria volontà di tener fede alla vocazione esplorativa nei confronti della nuova drammaturgia e delle compagnie di recentissima formazione, con una programmazione che propone molti giovani gruppi e artisti emergenti, che stanno maturando un proprio originale percorso. Cristian Ceresoli e Marta Ceresoli mettono in scena La merda, spettacolo pluripremiato al Fringe di Edimburgo, con Silvia Gallerano. Una scrittura originale in cui si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio, di aprirsi un varco nella società delle cosce e delle libertà. Even Teatro e MTM presentano in prima nazionale La ragazza al buio, scritto e interpretato dal premio Tondelli 2009, Maria Teresa Berardelli: la storia di una ragazza che, a partire da alcune immagini che hanno caratterizzato la sua infanzia e la sua adolescenza, parla di sé; per espiare la colpa di un aborto, per poter essere ascoltata e guardata, lei che è abituata, nella vita di tutti i giorni, a sparire. Kronoteatro, propone, sempre in prima nazionale, Hi mummy di Fiammetta Carena, con la regia di Maurizio Sguotti: la storia di un uomo livido, dai pensieri torbidi, incapace di avviare un percorso critico di auto comprensione che gli permetta di emanciparsi dalla propria condizione primordiale di figlio. I giovanissimi siciliani di Esiba Teatro raccontano con Cianciana, la storia di un paese mai raggiunto dalle lotte contadine, dalle logiche del potere della criminalità organizzata; una storia di povertà, arretratezza, mafia, emigrazione, esilio, partendo dalle cose più piccole tra le pieghe dell’entroterra. Il gruppo Costa/Arkadis mette in scena sul palco del festival tre tappe del progetto teatrale Manufatti Artigiani, ideato e diretto da Giulio Costa. Dedicato al lavoro dell’uomo, ha l’obiettivo di palesare il triste declino delle attività artigianali, sempre più costrette a competere con il virtuale che avanza. Il primo, Giro solo esterni con aneddoti, mette in scena una guida turistica, che con la sua ‘arte’, ci mostra l’invisibile, facendo emergere in maniera autonoma e senza commento, l’impalpabilità della cultura, il nozionismo erudito, l’aspetto gregario del pubblico. Senza titolo, è una vera e propria lezione destrutturata che rivela, con le parole, i progressi dell’umanità e, con i fatti, la natura volubile e involontariamente comica dell’essere umano. Messa in scena propone l’allestimento, l’esecuzione e lo smontaggio di una messa dalla quale emergono i manierismi della cerimonia, l’inutile sfoggio di orpelli, la potenza delle parole evangeliche, il valore di una messinscena. La corte ospitale presenta in prima nazionale Chiusi gli occhi di Oscar De Summa: il racconto di 4 vite possibili, semplici, che per un momento sperimentano un inaspettato radicale desiderio di cambiamento. 4 vite che perdono il controllo e compiono, quasi a loro insaputa, un atto estremo che li obbliga a prendere una nuova direzione: si suicidano. Biancofango racconta con Porco Mondo di Francesca Macrì e Andrea Trapani, la storia di un uomo e una donna senza nomi che nascondono, qualche cosa di ancestrale, di atavico. Eppure nessuno si stupirebbe a scoprirli silenziosi vicini di casa. Una casa che potrebbe essere ovunque.
Completano il programma artisti di maggiore esperienza, che hanno già ottenuto grande attenzione di pubblico e di critica. La compagnia Fanny & Alexander mette in scena con Discorso Grigio, di Luigi De Angelis, un misterioso Presidente alle prese, con un importante discorso inaugurale da pronunciare alla Nazione. Uno spettacolo che gioca con i luoghi comuni dell’oratoria politica, attraverso una drammaturgia sorprendente. Scena Verticale racconta con Italianesi [leggi la recensione], di e con Saverio La Ruina, una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case; la tragedia di migliaia di soldati e civili italiani che durante la seconda guerra mondiale rimangono intrappolati in Albania, oggetto di periodiche e violente persecuzioni. Arpa e Teatro Pubblico Incanto presentano in prima nazionale 1954 A Danilo Dolci, di Tino Caspanello: un viaggio in treno, quel viaggio che portò Danilo Dolci in Sicilia nel 1952; un affresco lucido e agghiacciante di una società trascinata verso il perbenismo, verso un potere che soffoca e annienta l’individuo, la sua spinta alla giustizia e alla socialità.
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