Ad un solo giorno dalla Conferenza Stampa di presentazione della prossima Stagione del Piccolo, ecco che, stamane, è stata la volta di quella dell’Elfo Puccini.
Tutt’altro respiro. Poche le presenze istituzionali – il solo onnipresente e friendly Filippo Del Corno, assessore alla Cultura – e poi e Elio De Capitani e Ferdinando Bruni a far da padroni di casa.
L’assessore ha comprensibilmente riproposto considerazioni analoghe a quelle sentite ieri. Milano come “ecosistema di produzione culturale” tale da farla brillare per la sua “eccezionalità” – ci ha tenuto a specificare: “termine che preferisco a ‘eccellenza’…” – e a ricordato come se il Decreto Ministeriale ha riconosciuto al Piccolo Teatro valore di Teatro Nazionale, il Teatro Franco Parenti ed l’Elfo Puccini sono stai inclusi fra i TRIC (Teatri di Rilevante Interesse Culturale) – a confermare “l’eccezionale dotazione infrastrutturale milanese”, che vanta anche il Teatro alla Scala e le due ICO (Istituzioni Concertistico Orchestrali). Ha rilanciato la candidatura del capoluogo meneghino come capitale europea permanente per le arti dal vivo, grazie a quello spirito di ‘coopetizione’ – “e non competizione”, ha sottolineato – applicato in modo virtuoso in molti teatri milanesi e di cui si trovano tracce anche nella prossima stagione dell’Elfo. Uno per tutti: “Magda e lo spavento”, testo di Sgorbani e regia di Renzo Martinelli, visto nella stagione del Teatro i e che sarà fra le ospitalità dell’Elfo o, per altro rispetto quegli spettacoli “Gorla fermata Gorla” testo e regia di Renato Sarti o “Amore e Anarchia” di Ravenna Teatro, “che rischiavano di non avere un seguito”, ha raccontato De Capitani, e che invece sono stati rilanciati in stagione, in accordo a quel: “Il Teatro è l’Arte dell’Incontro”, motto per il 2015/2016. Questi, i meriti precipui dell’Elfo, riconosciuti da Del Corno: “la ritualità sociale dell’andare a teatro… trasformata dall’Elfo che si contraddistingue in quanto fabbrica creativa in costante lavorio – sia perché è un multisale, sia perché è in grado di generare dibattito anche nella vita di tutti i giorni”. Ha poi ricordato la vocazione alla drammaturgia contemporanea, pian piano diffusa in tutto il Paese. “Secondo uno spirito del saper fare, tipicamente milanese”, che gli Elfi hanno saputo imporre anche grazie alle tournées. “Negli anni “80” ha puntualizzato De Capitani, ricordando la querelle con Ronconi, che non considerava che la produzione entro la prima metà del “900: “Allora portavamo in tournée i classici e la drammaturgia contemporanea solo in sede…”, ma poi la vocazione li ha sospinti a superare questa dicotomia.
Ecco, è stato esattamente questo, lo spirito di questa conferenza stampa di presentazione: cordiale, informale, impreziosito da aneddoti e con un continuo richiamo a quel teatro come arte dell’incontro, quasi a volerne declinare e condividere le mille sfaccettature – in contro luce alla programmazione e, più in profondità, al modo d’intendere di fare Teatro.
Il solo passaggio un po’ più delicato è stato quello riguardante i rapporti con le istituzioni: émpasse da cui Del Corno ha saputo disimpegnarsi in modo elegante, citando la “Sinfonia degli adii” di Haydn e alludendo all’impossibilità del Comune di sostenere da solo il ruolo di primo violinista.
Poi è stata la volta dell’illustrazione degli spettacoli: dalle riprese alle nuove produzioni, fino agli incontri e alla rassegna oramai ististuzionalizzata “Nuove Storie” – in cui dar spazio alle nuove tendenze della creatività giovanile. In fluido palleggio Bruni e De Capitani hanno sciorinato, raccontato e illustrato quel che ci attende per il 2015/2016 – incuriosendo con aneddoti e piccoli fatti di vita quotidiana, atti a spiegare da quali sinergie, casuali, a volte, talaltra volute e perseguite, si formi la programmazione. Dal cavallo di battaglia “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller (De Capitani/Crippa) a “Il vizio dell’Arte” di Alana Bennett (Bruni/De Capitani/Marinelli), fresco fresco di Premio Hystrio Twister – il premio assegnato dagli spettatori – fino a”Road Movie” di Hamilton (con Angelo Di Genio e per la regia di Sandro Mabellini), talmente piaciuto da decidere di produrlo. E poi ancora “Shakespeare a merenda” di e con Elena Russo Arman e “Il bambino sottovuoto” di Nostlinger (con Cristina Crippa, regia di De Capitani), originariamente pensati per un pubblico di bambini, ma che hanno riscosso successo anche fra gli adulti. Queste, alcune delle riprese made Elfo Puccini – “Mr. Puntilla e il suo servo Matti” di Brecht (Bruni, anche alla regia, Scarpa/Marinelli) “Harper Regan” di Simon Stephens (con Russo Arman e Cristina Crippa per la regia di De Capitani) le produzioni ex novo.
Assai variegato anche il panorama delle ospitalità: “Zombitudine” Frosini/Timpano, i Phebe Zaitgeist, Carrozzeria Orfeo, Rezza/Mastrella o le Nina’s Drag Queen, fra le proposte meno convenzionali, ma poi anche Accorsi, Haber, Moni Ovadia e ben due regie di Latella – il già chiacchierato “Ti regalo la mia morte, Veronika”, liberamente ispirato a “Veronika Voss” di Fassbinder e “Caro George” di Federico Bellini con Giovanni Franzoni in scena. La ‘personale’ questa volta sarà dedicata a Deflorian/Tagliarini – alcuni dei cinque spettacoli da poco visti al Teatro Filodrammatici. Sette i titoli della rassegna “Nuove Storie” – a completare il programma di un multisala capace di coinvolgere e mescolare pubblici differenti. Qui l’intera Stagione 2015/2016.
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