La cantatrice calva: Mauro Malinverno e Valentina Banci

Massimo Castri/La cantatrice calva #METaRoma

Massimo Castri/La cantatrice calva #METaRoma

Quando

31/03/15 - 04/04/15    
-

Dove

Teatro Vascello
Via G. Carini, 78, Roma

Tipologia evento

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Teatro Metastasio Stabile della Toscana
LA CANTATRICE CALVA
di Eugène Ionesco | traduzione Gian Renzo Morteo
regia Massimo Castri | in collaborazione con Marco Plini
con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Sara Zanobbio, Francesco Borchi
scene e costumi Claudia Calvaresi | progetto luci Roberto Innocenti | musiche Arturo Annecchino | assistente alla regia Thea Dellavalle

La cantatrice calva: Mauro Malinverno e Valentina Banci
La cantatrice calva: Mauro Malinverno e Valentina Banci

Eugene Ionesco, è con Samuel Beckett, il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita “teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza. Nel 1950 mette in scena La cantatrice calva, una commedia in cui Ionesco si presenta come autore d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia. I protagonisti sono due anonime coppie inglesi – gli Smith e i Martin – rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla. È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le prove. L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo. Ultima regia di Massimo Castri che, dopo il premio UBU 2010 come miglior spettacolo dell’anno ricevuto per Finale di partita di Samuel Beckett, ha affrontato per la prima volta un altro maestro del ‘900 come Eugène Ionesco.

> INFO e BIGLIETTI (sito del Teatro Vascello)

Simone Pacini

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