Archivio Zeta VolterraTeatro

#VolterraTeatro XXIX edizione La città sospesa

#VolterraTeatro XXIX edizione La città sospesa

Quando

20/07/15 - 26/07/15    
-

Dove

Volterra
piazza dei Priori, Volterra

Tipologia evento

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VolterraTeatro
dal 20 al 26 luglio 2015
XXIX edizione
la città sospesa
direzione artistica Armando Punzo
progetto a cura di Carte Blanche/Centro Teatro e Carcere di Volterra

VolterraTeatro, festival internazionale di teatro, musica, danza, video, poesia, arte e cultura, diretto da Armando Punzo, giunge alla XXIX edizione, va in scena dal 20 al 26 luglio 2015 nei comuni di Volterra, Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, ed è promosso da: Comune di Volterra, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Comuni di Pomarance, Castelnuovo V.C. e Montecatini V.C. Un contributo importante proviene anche dalla collaborazione con il Consorzio Turistico Volterra Valdicecina. Un ringraziamento particolare va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, storica sostenitrice del Festival.

La direzione artistica dedica questa edizione del festival ai quasi duecento operai della fabbrica Smith Bits di Saline di Volterra, alla loro condizione sospesa, per condividere, rilanciare e dare risonanza mediatica alla causa della loro strenua lotta per il lavoro.

Tra gli artisti ospiti del festival: Compagnia della Fortezza, Archivio Zeta, Aniello Arena, Fanny & Alexander, Mariangela Gualtieri/Teatro Valdoca, Chiara Guidi/Socíetas Raffaello Sanzio, Giuliano Scabia, Mario Perrotta, Generazione Scenario, Jacopo Quadri, Emanuela Dall’Aglio/Teatro delle Briciole, Ginevra di Marco, Peppe Servillo, Cisco, La Banda Improvvisa, Sergio Staino, Orchestra di Via Palazzuolo, Officine Papage, Mario Francesconi, Giacomo Trinci.

La Città Sospesa

Per la XXIX edizione VolterraTeatro riflette sul concetto di Sospensione. La Città Sospesa è una città colta nell’atto di interrompersi, di ritirarsi dalla scena della vita quotidiana, spezzare la linearità dei camminamenti e cambiare postura, guadagnare un passo circolare, smarrito, pensoso, per osservare le nervature della propria andatura e sottrarle alla mortificazione del fine, dell’efficientismo contemporaneo.

Il festival propone quindi uno straordinario percorso d’arte attraverso luoghi sospesi, “vicini all’infinito” – la Fortezza Medicea di Volterra, la Salina di Saline di Volterra, il Camposanto vecchio di Montecatini V.C., la Rocca Sillana di Pomarance, la Badia Camaldolese di Volterra, le Fumarole di Sasso Pisano/Castelnuovo V.C., il Parco Fiumi di Volterra – in quei luoghi e in quelle ore in cui la vita quotidiana è sospesa e cede il passo a uno spazio dell’origine, dell’incantamento, della contemplazione, innescando così un connubio fenomenale tra l’inconsuetudine dei luoghi e la potenza delle opere artistiche scelte per abitarli. All’interno di questo percorso, come è divenuta consuetudine negli ultimi anni, VolterraTeatro coinvolge in diverse forme e in molteplici occasioni gli spettatori   stessi, di tutte le età, nei processi creativi, nella creazione degli spettacoli, e nella loro messa in scena: sotto la guida di grandi maestri essi sperimentano, in prima persona e attraverso vari linguaggi e percorsi, l’arte del “sospendersi”, del togliersi dalla scena della vita per collocarsi in una scena altra. Per riconsegnare, ancora una volta, al festival, il valore di privilegiato crogiuolo di pensiero per la comunità.

La Fortezza Medicea come luogo sospeso

Proseguendo nel solco, tracciato da qualche anno, di osmosi continua tra il carcere e il mondo esterno, secondo una formula unica al mondo che ha trasformato l’istituto di pena di Volterra dove da ventisette anni lavora la Compagnia della Fortezza, in una incredibile cittadella teatrale abitata straordinariamente dalla sperimentazione artistica, la Fortezza Medicea diventa uno dei luoghi sospesi del festival.

La riflessione sulla sospensione, completa e fa “esplodere”, infatti, come ogni anno, il segno tracciato dalla Compagnia della Fortezza, che sta esplorando per il primo studio del nuovo lavoro, Shakespeare. Know Well, tutta l’opera di Shakespeare, a partire dall’eredità letteraria e filosofica che quest’opera ha lasciato. Dall’idea, cioè, che il Bardo sia uno tra gli autori più rappresentativi del canone occidentale, e che quindi l’umanità corrisponda a quell’affresco che ci ha consegnato, un affresco che coglie i personaggi nell’atto di “mandare avanti una storia”, andare verso un fine, agire, vivere; una umanità granitica, affaccendata, persa nelle sue trame, inconsapevole di questa condizione e impossibilitata a trovare una via d’uscita. L’operazione radicale di Armando Punzo, che come sempre firma regia e drammaturgia, consiste nello stravolgere – con la ormai consueta sosprendente capacità di trasfigurazione di spazi e corpi – l’affresco di quella umanità, nell’individuare nel teatro la possibilità di interromperequesto meccanismo ordinario e soffocante, di sospendere il flusso, di riscattare l’essere umano dallo scacco dell’operosità, dell’obiettivo da raggiungere, del fine da realizzare. (dal 20 al 25 luglio, Fortezza Medicea, prima nazionale)

Con Buon Compleanno Giuliano! VolterraTeatro festeggia invece gli ottant’anni di un grande maestro del novecento teatrale, Giuliano Scabia, che presenta un Simposio con la lettura/recita del suo ultimo testo, inedito, Commedia di Matti e Assassini, in dialogo con il critico teatrale Massimo Marino. Una recita che sarà occasione per viaggiare nella meravigliosa avventura di viandante dell’immaginazione di Scabia, uomo di teatro, poeta attore, narratore, incantatore. (20 luglio, Fortezza Medicea)

Sempre all’interno della Fortezza Medicea va in scena, per l’ottava edizione consecutiva, la Generazione Scenario, formata dai vincitori del Premio Scenario, del Premio Scenario per Ustica e dai due spettacoli che hanno ottenuto segnalazioni speciali. Quattro spettacoli in progress selezionati dalla giuria del più prestigioso premio nazionale dedicato ai giovani artisti under 35 allo scopo di valorizzare nuove idee, progetti e visioni di teatro. (21 luglio, Fortezza Medicea, prima regionale)

Una generazione di giovani che va in scena nella stessa cittadella teatrale in cui torna una delle più grandi figure artistiche italiane, Mariangela Gualtieri/Teatro Valdoca, che presenta Fraternità Solare, un rito sonoro appositamente composto per la Fortezza, con la guida di Cesare Ronconi: la straordinaria poetessa torna così nel carcere di Volterra con “parole epiche”, perché Epico è ciò che parla di eroi e di Dèi, cioè di noi, lasciando la seconda parte del rito sonoro alle richieste di chi la ascolterà, richieste che possono essere formulate in anticipo, ma anche lì per lì. «Nella speranza di avere a memoria quei versi». (21 luglio, Fortezza Medicea, creazione originale per VT)

Lo stesso straordinario palcoscenico della Fortezza vede anche il ritorno, molto atteso, di Fanny & Alexander, che presenta Giallo. Radiodramma dal vivo, di Luigi De Angelis e Chiara Lagani, un dialogo radiofonico misterioso e fantasmatico tra una mutevole figura maestra –  Chiara Lagani – e la sua classe invisibile. Una domanda sulla natura e la forma di quella parte bambina, rimossa, buia, lucente, furiosa, incandescente, remota o sepolta che vive in ognuno di noi, e che, in perfetta sintornia con l’interrogazione sulla sospensione e la conseguente pratica di coinvolgimento attivo dello spettatore proposta dal festival, chiama in causa direttamente, cioè in scena, il pubblico stesso. (22 luglio, Fortezza Medicea)

Dopo il debutto a Pomarance previsto per il 21 luglio, Aniello Arena, attore simbolo della Compagnia della Fortezza, presenta anche nello spazio della Fortezza, il primo studio un attesissimo a solo, dal titolo A-Solo. Studi di assenza in pubblico, esito di un esperimento di creazione artistica condivisa con i cittadini di Pomarance e Volterra. (22 luglio, Fortezza Medicea)

Una straordinaria prima volta nella Fortezza, invece, per Chiara Guidi/Socìetas Raffaello Sanzio che, all’interno delle stanze del potere di Shakespeare create da Punzo, presenta proprio uno spettacolo sulla favola del potere, Nuvole.Casa, dedicato a una delle opere più complesse dell’autrice austriaca Elfriede Jelinek, premio Nobel per la letteratura nel 2004. Accanto a Chiara Guidi, maestra della scena contemporanea e della ricerca sulla voce, e al giovanissimo Filippo Zimmermann, le musiche di Daniele Roccato eseguite al contrabbasso dall’autore. (22 luglio, Fortezza Medicea, prima regionale)

Atteso ritorno anche per Mario Perrotta, che presenta il suo nuovo monologo, Milite Ignoto-Quindicidiciotto, sulla prima guerra mondiale, l’ultimo evento bellico in cui il milite ebbe ancora un qualche valore anche nel suo agire solitario prima di diventare ignoto, “dimenticato” in quanto essere umano che ha un nome e un cognome. E una faccia, e una voce. Come sempre l’artista rivolge la sua attenzione alle piccole storie, agli sguardi e alle parole di singoli uomini che hanno vissuto e descritto gli eventi storici dal loro particolarissimo punto d’osservazione. (25 luglio, Fortezza Medicea, prima regionale)

Nello stesso pomeriggio, segue La Scuola d’estate. Luca Ronconi a Santacristina, la proiezione, introdotta dal regista Jacopo Quadri, di un film-documentario che racconta la scuola “Centro Teatrale Santacristina” aperta dodici anni fa in Umbria da Luca Ronconi, maestro della scena contemporanea da poco scomparso. (25 luglio, Fortezza Medicea)

Ma come ogni anno spazio anche a parole, dibatti e incontri: in questa edizione la Fortezza si fa crocevia europeo, ospitando The prison, from penal institute to cultural place, meeting internazionale di chiusura del Progetto Europeo PICP di cui Carte Blanche è capofila con i partner Fondazione Michelucci – Firenze, Théâtre de l’Opprimé – Parigi , aufBruch Kunst Gefängnis Stadt – Berlino, London Shakespeare Workout – Londra. Una tappa di chiusura che sarà occasione per presentare il manifesto “Pratiche di Utopia concreta” con una discussione pubblica delle buone pratiche del teatro in carcere: rapporti istituzionali, dinamiche e vincoli legislativi, metodologia di lavoro e relazione con il contesto sociale e la comunità artistica di riferimento. Nell’ambito del meeting, Alberto Magnaghi, urbanista, professore emerito dell’Università degli Studi di Firenze, presenta il suo ultimo volume Un’idea di libertà. San Vittore ’79 – Rebibbia ’82, pubblicato da Derive e Approdi nel 2014. Un diario della sua esperienza dello spazio-tempo coatto del carcere che si fa straordinaria critica della supposta funzione sociale di rieducazione e risocializzazione dell’istituzione carceraria. (20 luglio, Fortezza Medicea)

Nell’ambito del festival viene presentato anche il progetto di Archivio Storico della Compagnia della Fortezza intitolato a Augusto Bianchi Rizzi, intellettuale di grande valore e amico storico della Fortezza, scomparso di recente. Quello dell’archivio è un progetto pioneristico, assolutamente unico all’interno dell’area teatrale, sviluppato con il Dipartimento delle Arti di Bologna e le soprintendenze archivistiche di Emilia Romagna e Toscana, con la direzione scientifica di Cristina Valenti. All’incontro interverranno Armando Punzo, Cristina Valenti, Rosanna Massarenti Bianchi (sostenitrice del progetto) e un rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Volterra. (20 luglio, Fortezza Medicea)

Vicino all’infinito: altri luoghi e tempi sospesi

Ma è all’uscita dalla Fortezza Medicea che il festival conduce gli spettatori nei più bei luoghi vicini all’infinito della Valdicecina, nello straordinario percorso d’arte annunciato.

Progetto speciale Archivio Zeta

Archivio Zeta VolterraTeatro

A condurre il pubblico in un itinerario speciale, veramente unico, di questo percorso è la compagnia Archivio Zeta che, attraverso un progetto di teatro collettivo che coinvolge attivamente numerosissimi cittadini di Volterra e Bologna, ha costruito una articolazione speciale di un progetto teatrale collettivo a tappe sviluppato lungo un anno tra Bologna e Volterra, Pilade/Pasolini, che nel corso della settimana attraverserà luoghi sospesi di tutti i comuni del festival, inventando di volta in volta scenografie di senso, per immettervi le parole di Pier Paolo Pasolini. Da una peculiare relazione tra luogo e pensiero che la Compagnia ha affinato negli anni, da questa sospensione e da questo sforzo richiesto al pubblico potrà così nascere un interessante e prolungato rito culturale: lo spettatore potrà mettere insieme le tessere del mosaico e scoprire nuovi punti di vista e nuove inquadrature, libero di seguire gli attori negli spazi/set e nel tempo/montaggio e di costruirsi una propria personale complessità.

Si comincia al Camposanto vecchio di Montecatini V.C., con una anteprima,  Pilade/Camposanto, dove Pilade vaga in una terra di nessuno, ma qualcosa ancora lo lega alla tomba di Agamennone e Clitemnestra: un angolo di mondo in cui Pilade si chiede infine qual è la novità: perché, se questa è una tragedia, non si chiude con nuovo sangue? Una fine sospesa di tutta la storia, un’incertezza che porta verso una bestemmia alta, dolce e ragionata. (20 luglio, Camposanto Vecchio di Montecatini V.C., anteprima)

Seconda tappa, invece è Nascita di Atena, a Castelnuovo V.C., dove appositamente per abitare il magico e inconsueto contesto delle Fumarole di Sasso Pisano, Archivio Zeta aggiunge una tappa al progetto Pilade/Pasolini. Sotto il segno di Atena si chiudeva l’Orestea e sotto il segno di questa dea che non ha conosciuto ventre materno si apre Pilade: dalla testa del Padre è nata la Ragione che guiderà le scelte della nuova città verso i miracoli del futuro. (22 luglio, Fumarole di Sasso Pisano, Castelnuovo V.C., prima nazionale, creazione originale per VolterraTeatro)

Si conclude a Pomarance con Pilade/Montagne, dove Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, insieme ai numerosissimi partecipanti del laboratorio che la Compagnia ha tenuto a Bologna concludono il progetto speciale Archivio Zeta e il festival VolterraTeatro con un evento indimenticabile sulla Rocca Sillana, in uno dei luoghi sospesi più mozzafiato  della Valdicecina,  attraverso una metaforica ascesa finale di artisti e pubblico verso l’infinito. (26 luglio, Rocca Sillana di Pomarance, prima regionale)

Tappa centrale del progetto è il debutto sabato 25 luglio di Pilade/Campo dei Rivoluzionari. Sul soffice pavimento lunare di una salina, tra imponenti cascate di sale, all’interno di una architettura industriale unica, sotto le volte di una cattedrale bianca, apocalittica, degna dei più spettacolari hangar europei, oltre settanta cittadini-attori si mettono in scena per muovere insieme un passo di sospensione e rivoluzione, e raccontare – con le parole di Pasolini – le derive del capitalismo industriale. Ai circa quaranta partecipanti al laboratorio annuale che Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni hanno tenuto a Volterra, si uniscono infatti, eccezionalmente, i partecipanti di un laboratorio speculare che la compagnia ha condotto con i cittadini di Bologna, e alcuni operai della fabbrica SMITH BITS che straordinariamente si mettono in scena. Proprio a Saline, proprio dove in questi mesi quella deriva del capitalismo ha mostrato il suo volto con feroce evidenza attraverso la questione della minacciata chiusura della fabbrica Smith Bits. E così il festival, pensando l’atto poetico dove è necessario che venga pensato – lì dove c’è una ferita -, da un lato illumina una fragilità con un gesto di sospensione e silenzio, accendendo focolai originali di pensiero e riflessione, e dall’altro riconquista all’arte la pregnanza di un significato e di un valore. L’evento è dedicato e vuole richiamare infatti l’attenzione sulla drammatica situazione dei circa duecento operai della Smith: nello spettacolo viene proprio evocato il corteo delle Eumenidi guidato da Atena e viene descritto come il boom economico, nuova rivoluzione della crescita repentina e incontrollata, provochi lo sfaldamento e l’annientamento dell’esercito di Pilade. (25 luglio, Salina di Saline di Volterra, prima nazionale, creazione originale per VolterraTeatro)

Come ogni anno il festival dedica grande spazio e attenzione al linguaggio musicale.

Nella suggestiva e inconsueta cornice della Badia Camaldolese di Volterra, all’ora del tramonto, l’Orchestra di Via Palazzuolo, un ensemble da camera composto da tredici professori d’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino fondato e diretto dal primo trombone della storica orchestra toscana, Fabiano Fiorenzani, accompagnato da circa quaranta elementi tra coristi e solisti, presenta Cavalleria Rusticana, un grande classico dell’opera lirica, nello spazio sospeso tra i magnifici ruderi di uno dei luoghi più belli ed evocativi di Volterra. (23 luglio, Badia Camaldolese di Volterra)

Saline di Volterra ospita invece La Fabbrica Sospesa, un grande concerto, una serata speciale in cui musicisti e artisti di grande prestigio si riuniscono appositamente per un inno all’arte come strumento di relazione, partecipazione, socialità. Una festa di musica, immagini e parole con Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli, Andrea Salvadori, Marzio Del Testa, Peppe Servillo, Cisco, La Banda Improvvisa, Sergio Staino, Armando Punzo e un intervento poetico di Giacomo Trinci a sostegno dei lavoratori della fabbrica Smith Bits di Saline, per condividere e rilanciare attraverso l’arte e la musica la causa della loro lotta. (24 luglio, Area G.I.A.S.C. Del Cavo Di Saline – Saline Di Volterra)

La città sospesa: una città laboratorio

La Città Sospesa è una città laboratorio in cui gli spettatori, sotto la guida di grandi maestri, sperimentano in prima persona il gesto del sospendersi dal frastuono della contingenza, l’arte del togliersi dalla scena della vita ordinaria per collocarsi in una scena altra.

Oltre al progetto di teatro collettivo curato da Archivio Zeta, e agli altri spettacoli che prevedono, in diverse declinazioni, il coinvolgimento del pubblico, il festival presenta due progetti costruiti proprio intorno a una peculiare pratica di coinvolgimento attivo dei cittadini.

Dopo quasi quindici anni di successi con la Compagnia della Fortezza, dopo un ruolo da protagonista in un film di Matteo Garrone, Gran Prix a Cannes 2012, dopo un Nastro d’argento come miglior attore italiano 2013 e una candidatura nello stesso anno, sempre come miglior attore protagonista, ai David di Donatello, Aniello Arena si cimenta – sotto la conduzione drammaturgica e registica di Armando Punzo – in un attesissimo a solo, dal titolo A-Solo. Studi di assenza in pubblico, esito di un esperimento di creazione artistica condivisa con i cittadini di Pomarance e Volterra. In questo primo studio l’attore dialoga con se stesso, con le parole e i pensieri che hanno innescato, guidato, modellato il suo personale atto di sospensione, il suo straordinario percorso artistico, filosofico e umano improntato al “Bruciare tutto. Non avere niente, non lasciare niente di sé, nessuna traccia, come una vita che passa, come un’esistenza che brucia, che non si ricorda. Fino in fondo, fino all’ultima goccia di sudore, senza più sentirne il respiro. Senza sapere più nulla, senza conoscere nulla. Un grande affresco dell’Uomo che tenta di uscire dai suoi confini”. Attraverso una serie di appuntamenti-prove tra Volterra e Pomarance, i cittadini stessi diventano interlocutori diretti del regista e dell’attore, protagonisti attivi della formazione di pensieri e immagini, “levatrici” di immagini e atmosfere, nonché testimoni privilegiati della magia della nascita di un nuovo spettacolo teatrale. (21 luglio, Teatro de Larderel di Pomarance – 22 luglio, Fortezza Medicea di Volterra, prima nazionale).

Sempre a Pomarance, la compagnia Officine Papage in collaborazione con CittadiniInScena presenta invece Coniugazioni: la grammatica dell’esistenza – studio sul primo movimento singolare, un nuovo progetto di e con la regia di Marco Pasquinucci e Paola Consani che, ancora una volta, coinvolge non professionisti nel processo creativo e di messo in scena. Il lavoro indaga la grammatica dell’esistenza, dell’identità e della relazione, trasformando l’esercizio di coniugazione del verbo essere in esercizio teatrale, attraverso un processo teatrale condiviso, aperto, dove le esperienze dei laboratori sono raccolte e rielaborate ogni volta, fino alla realizzazione di uno spettacolo. (21 luglio, Teatro dei Coraggiosi di Pomarance).

Progetti legati alla creatività infantile

Al mondo dell’infanzia, dei bambini e dei loro genitori nonché dei formatori, è dedicato invece un progetto condotto da Chiara Guidi, co-fondatrice della Socìetas Raffaello Sanzio, eccezionale artista famosa in tutta Europa per meravigliosi lavori realizzati con e per l’infanzia, arriva a Volterra con un lavoro imperdibile, uno degli spettacoli più magici, poetici ed emozionanti degli ultimi anni: La terra dei Lombrichi. Una tragedia per bambini, da Alcesti di Euripide. Sotto lo sguardo incantato degli adulti, i bambini (a partire dagli 8 anni), guidati dalle figure della narrazione – a loro volta formate attraverso un laboratorio condotto a Volterra della Guidi – entrano letteralmente dentro lo spazio dell’azione e determinano l’andamento della vicenda con le loro decisioni o con i loro interventi. Saranno così protagonisti di un viaggio avventuroso ed entusiasmante nei cunicoli del sottosuolo, nella terra dei lombrichi, per imparare da questi straordinari animaletti l’arte meravigliosa del rivoltare la terra del cuore per riportare alla luce ciò che è stato sotterrato: l’amore. (23-24-25 luglio, Sotterranei della Pinacoteca Civica. Prima regionale)

Emanuela Dall’Aglio/Teatro delle Briciole presenta invece I’mnatura. Percorsi per spiare strane creature, uno spettacolo per adulti e bambini (a partire dai 4 anni). Un’esplorazione notturna nel Parco Fiumi di Volterra, accompagnati da una hostess atipica, armata di torcia e microfono, svela la presenza di creature fantastiche, alla scoperta dei loro pensieri. Ecco allora le stazioni di un viaggio misterioso, una passeggiata nel parco, nel tempo sospeso della notte – quando altre creature si mescolano silenziosamente a noi e si possono incontrare, spiare, vedere – verso possibili evoluzioni: animali silvestri, una vecchina-topo che tesse baffi di pesce gatto, decine di “lumacoscidi”, due cervi incontrati nell’ora che volge al riposo nel loro letto di bosco e, per i più coraggiosi, la tana del “nero-lupo”, figure immaginarie intorno alle quali Emanuela Dall’Aglio ha creato nuove biografie. (23 luglio, Parco Fiumi di Volterra, prima regionale)

Mostre e installazioni

In uno degli angoli meno eccitati della città di Volterra, lo straordinario artista Mario Francesconi, che condivide da anni il percorso filosofico e concettuale di Armando Punzo, e autore d’eccezione dell’immagine del nuovo spettacolo della Compagnia della Fortezza, allestisce una mostra appositamente pensata per La Città Sospesa.

Clara Vannucci, fotografa freelance di numerose testate internazionali di grande prestigio, tra cui il New York Times, allestisce invece, alle logge di Palazzo Pretorio, una mostra fotografica dedicata ai Personaggi Sospesi della Compagnia della Fortezza, attori immortalati dal suo obiettivo nell’atto di sospendere la propria immagine e la propria identità quotidiana grazie alla dimensione immaginifica del teatro.

Come ogni anno Stefano Vaja allestisce una mostra fotografica in cui raccoglie gli scatti più belli dell’ultima produzione della Compagnia della Fortezza. Per questa edizione, dunque, lo spazio espositivo di Via Turazza ospita una galleria di immagini significativamente intitolata  Santissimo Genet.

Nella Saletta del Giudice Conciliatore espone invece l’artista Stefano Tonelli, che presenta La Pietà rimossa, una installazione dedicata alla straordinaria figura di Pier Paolo Pasolini in cui la dimensione pittorica e materica di Tonelli si fonde alla dimensione video di Mattia Mura.

Una mostra di street poster art, intitolata Danza, firmata da Giuseppangela Campus, invade la città per raccontare come dove danzi la morte si sospendano la storia e la vita. E tutto diventa fragile e precario, anche la bellezza. (dal 20 al 26 luglio, Volterra).

Progetti editoriali

Grazie a una collaborazione con la casa editrice fiorentina Clichy, il festival consegna al pubblico di oggi e di domani una produzione letteraria, a cura di Rossella Menna, in cui sono raccolti scritti originali di artisti, pensatori e scrittori protagonisti di questa edizione, poesie inedite di Giacomo Trinci e Lidia Riviello, e una novella di Davide Mannucci, giovane scrittore emergente alla sua pubblicazione d’esordio: tutti invitati a riflettere sull’idea di “sospensione”.

Un Ro.Ro.Ro in edizione speciale in cui, invece di un grande classico della letteratura, nel grande foglio di giornale stampato in rotativa riscoperto di recente dalla Clichy per una prestigiosa collana, è contenuta una miscellanea di parole e immagini nate per e intorno al festival accompagnate da un elogio alla pigrizia di Roland Barthes di recente riscoperto e restituito alla lettura da Doppiozero.

Alla presentazione del Ro.Ro.Ro all’interno della Fortezza Medicea interverranno Armando Punzo, Tommaso Gurrieri (direttore di Edizioni Clichy), Rossella Menna (curatrice della pubblicazione), Massimo Marino (critico teatrale e co-autore), e con una lettura di Davide Mannucci, tra gli autori del volume.

La pubblicazione è disponibile a Volterra durante il festival e in libreria.

Laboratori

Chiara Guidi conduce dal 20 al 25 luglio un laboratorio scenico per 20 attrici/attori  – dal titolo Il metodo errante. Il lavoro dell’attore agli occhi di un bambino – che saranno successivamente coinvolti nello spettacolo La terra dei lombrichi. Una tragedia per bambini.

Dal 23 al 26 luglio Futura Tittaferrante conduce invece Sorpresi. In sospesi, luoghi, un workshop di fotografia di scena che propone l’obiettivo come mezzo avvicinarsi al teatro, per avvicinarlo nella sua materia che si dà alle scene e che si forma per essere data nel momento stesso in cui vive di una sua autonomia lontana da queste

Luoghi di incontro

Come ogni anno la Libreria L’Araldo di Via Ricciarelli si trasforma per il festival in un luogo sospeso e sorprendente, significativamente intitolato “Via dalla Pazza Folla”, in cui incontrare, dal 20 al 26 luglio, gli artisti ospiti e rifugiarsi in ogni momento tra libri, oggetti vintage e scaffali di legno, sorseggiando un caffé o un bicchiere di vino, per scomporre e ritrovare la drammaturgia del festival tramite una selezione speciale di volumi che da Shakespeare a Pasolini attraversa tutti gli eventi di VolterraTeatro.

Progetti creativi

Dal riciclo creativo dei banner storici del festival, firmati ogni anno da grandi artisti ideatori di immagini indimenticabili, nasce una linea di borse esclusive, pezzi unici realizzati a mano, che  permettono di indossare frammenti di storia teatrale, sostenendo allo stesso tempo un progetto culturale. La realizzazione delle Vt Banner bags è a cura di Valentina Cioni.

Simone Pacini

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