Si concluderà il 29 dicembre a Pescara la prima edizione di Extra Scena, la rassegna di teatro digitale voluta da Arterie. Protagonista sarà ancora una volta la Silent Dance a cura di Maria Rita Salvi dell’associazione Being in motion. I cittadini abiteranno nuovamente gli spazi della città con una performance collettiva.
Dopo la prima danza silenziosa alla Fondazione La Rocca con attorno le fotografie di Giuseppe Tornatore al quale è dedicata una mostra, la seconda vedrà protagonista piazza Muzii, nel cuore della città. La Silent dance è una performance artistica collettiva guidata, unica nel suo genere e aperta a tutti, che ha lo scopo di far vivere in maniera inedita gli spazi artistici e di aggregazione della città. Adulti e bambini, amatori e non, si uniranno per una danza silenziosa nella quale indosseranno cuffie bluetooth, da cui ascolteranno musica trasmessa in wireless. Sotto la direzione di un’esperta, il corpo e l’arte si fonderanno per creare bellezza. Il movimento sarà vissuto come meditazione, il ritmo accompagnerà i partecipanti in questo viaggio esperienziale in cui il corpo si esprime, crea, si lascia andare, si sfoga.
Extra Scena è una rassegna incentrata sulla performance digitale e sulla sperimentazione con la direzione artistica di Monica Ciarcelluti, la quale ha il merito di proseguire il discorso su scena e linguaggi digitali dopo aver organizzato e promosso, sempre a Pescara, eventi di alta formazione e workshop sullo stesso tema. Oltre alla Silent dance, in questa prima edizione ha avuto altri tre momenti di spettacolo allo Spazio Matta.
Si è trattato dello spettacolo Marathon des Sables di IAC – Centro Arti Integrate e della doppia replica dello spettacolo di danza Hikikomori a cura di Hunt. Il primo spettacolo è stato un momento di riflessione collettiva sull’identità a partire dalla storia di un maratoneta perso per dieci giorni nel deserto; l’attualità dell’argomento del secondo spettacolo ovvero l’isolamento sociale degli Hikikomori, espressione nata in Giappone ma adesso ben nota anche in Europa), unito al linguaggio del corpo che nutre dubbi e non dà risposte, ha generato profonde riflessione da parte degli spettatori, confermate dai due partecipatissimi incontri post spettacoli: la mattina con gli studenti del territorio, la sera in un talk che ho avuto il piacere di moderare.
Da sempre Arterie trae spunto dal panorama culturale internazionale, portando a Pescara proposte artistiche volte alla sperimentazione che forniscono un’occasione per discutere e riflettere su questioni urgenti come l’uguaglianza, la giustizia e i diritti umani. In questi giorni di spettacoli e performance non si è trattato soltanto di eventi di intrattenimento, ma di inviti a partecipare attivamente al dialogo e al cambiamento sociale attraverso l’arte.
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