Trentesima edizione per VolterraTeatro, e quattordicesima mia personale! Anche quest’anno siamo pronti e carichi per il festival che comincia oggi e che quest’anno propone una riflessione sulla Città Ideale e sull’Utopia, a cinquecento anni dalla pubblicazione di “Utopia” di Thomas More. Queste le parole di Armando Punzo dalla presentazione del festival: «Siamo fermi, abbiamo la sensazione fisica di cadere all’indietro. Non crediamo più che si possa fare qualcosa, che possa esserci una evoluzione. Ed è giusto, perché si è dimostrato tutto falso. Ma tutto ciò che è fallito puntava a risultati immediati. A distanza di qualche secolo, invece, ciò che un tempo costituiva eresia è ai nostri occhi evidente. Io so di essere per molti un eretico, la mia eresia è credere nelle potenzialità trasformatrici dell’uomo. Anche di quelli che sembrano perduti. Un giorno, anche molto lontano, l’uomo si libererà delle paure e dei lacci che lo legano. Io lavoro alimentando questa idea che viene da lontano e va molto oltre la nostra esistenza attuale».
In questo brevissimo post mi preme raccontarvi un paio di cose. Al di là degli spettacoli (segnalo la fine del percorso su Shakespeare della Compagnia della Fortezza, i nuovi spettacoli di Archivio Zeta, Roberto Latini e Teatro delle Ariette, la prima tappa del Progetto T degli Omini, un progetto speciale di Massimiliano Civica, il concerto installazione di Andrea Salvadori: ma c’è molto altro…) questo festival ha due aspetti che mi piacciono molto e mi rendono orgoglioso di farne parte. Il primo è che il cuore pulsante del festival sarà quest’anno il Teatro Persio Flacco, il teatro all’italiana della città. Il teatro, sede temporanea dell’ufficio organizzativo del festival, ospiterà da oggi un temporale bookshop tematico, moltissimi spettacoli, tre mostre, l’Utopia Bistrot, i laboratori e il dopo festival quest’anno battezzato “Utopia Night Fest”. Un teatro trasfigurato, invaso da cittadini di Volterra, artisti, organizzatori, spettatori, un crocevia di emozioni, un luogo vivo aperto alla città quasi 24 ore al giorno. Nelle parole di Armando Punzo «il teatro come architettura concreta di uno spazio impalpabile, spazio dentro l’uomo che è contro la logica del quotidiano, da coltivare, da far crescere».
https://www.facebook.com/VolterraTeatro/photos/a.226533975051.290414.176672590051/10157179134635052/?type=3&theater
L’altra cosa che mi preme descrivere è la collaborazione con l’Associazione Culturale giovanile e studentesca VaiOltre!, i cui membri affiancano il team professionale di Carte Blanche in varie attività, tra cui la comunicazione (grafica, social media storytelling, copertura fotografica e video degli eventi ecc.). I ragazzi, circa una ventina fra gli oltre cinquanta iscritti all’associazione, hanno tra i 15 e i 20 anni e presenteranno durante il festival un laboratorio e due spettacoli: il primo già realizzato a maggio condotto da Armando Punzo, il secondo frutto di un laboratorio sulla “Costituzione Ideale” con Graziano Graziani. Un’alchimia unica, un processo innovativo che intende collegare le varie fasce di età, colmare i gap generazionali attraverso i processi creativi del Teatro.
https://www.facebook.com/VaiOltreOfficialPage/videos/1753952408222655/
Questa collaborazione, unita agli altri progetti di teatro condiviso e collettivo, in primis il laboratorio permanente Logos condotto durante tutto l’inverno a Volterra da Archivio Zeta che vedrà il suo momento finale nello spettacolo itinerante Big Woods, confermano la nuova relazione tra VolterraTeatro e la città, cominciata nel 2012 con Mercuzio non vuole morire.
Ci vediamo a Volterra! Per info di qualsiasi tipo chiamatemi e consultate il sito ufficiale. E occhio alla pagina Facebook di fattiditeatro dove si annunciano dirette quotidiane fuori dal carcere!!! 🙂
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