Il teatro secondo Pirandello

Il teatro secondo Pirandello

Dopo cinque anni dall’ultimo allestimento d’autore di Questa sera si recita a soggetto ad opera di Luca Ronconi, Massimo Castri si prende la soddisfazione di mettere in scena quello che è forse il più controverso, difficile, testo della trilogia pirandelliana del Teatro nel teatro.
Il grande numero di attori e di artifici scenografici, e il conseguente alto costo di produzione, fanno di questo spettacolo il meno rappresentato tra i classici di Pirandello.
Il risultato è tipico del grande teatro di tradizione, sfarzoso quanto basta, farcito di personaggi, scenografie altisonanti e marchingegni. Processioni, balli, musica, opera e tragedia si scambiano i ruoli in questa lunga messinscena di tre ore.
Lo spettatore è catalizzato dalle situazioni che si svolgono: il regista che sale e scende dal palcoscenico, gli spettatori-attori nei palchi, una processione religiosa che attraversa la sala, gli sketch che si svolgono anche sulle scale, nel bar e nel foyer del teatro. Castri fa un uso a 360 gradi dell’edificio teatrale, anche se non mostra niente di nuovo, l’abbattimento della quarta parete è roba già vecchia di un secolo.
Lo spettacolo inizia con una serie di botta e risposta tra il regista e gli attori che devono recitare a soggetto, prosegue con scene dinamiche e divertenti, sempre insistendo sul teatro nel teatro rappresentazione, e sul binomio attore-personaggio, e sulla polemica fra attore e regista. Il finale ha un alto tasso drammatico: nella prigionia casalinga di Mommina, conseguente all’eccessiva gelosia del marito Rico Verri, c’è tutta la drammaticità di Pirandello e della sua terra amara, avara. La Sicilia, con le sue corna e le sue passioni, si sente per tutto il dramma.
Castri mescola con sapienza ciò che mescola Pirandello: il teatro, l’opera, il jazz, la musica da camera.
Valeria Moriconi, nei panni dell’attrice caratterista-signora Ignazia, sembra fuori ruolo, l’interpretazione del Dottor Hinkfuss (Vittorio Franceschi) e di Rico Verri (Sergio Romano) troppo schematizzate e di maniera. Molto brave le attrici che interpretano le figlie frivole, canterine, ballerine e viziate. Merita una citazione particolare l’interprete di Mommina, specialmente quando, nella scena finale della segregazione e dello sfogo con i bambini, sfoggia una prestazione superba: urla, ride, si contorce, spiega le ragioni della sua prigionia, parla del suo amore per il teatro. Manuela Mandracchia ci comunica il suo dolore di personaggio, e la follia che ne deriva, attenuata dall’innocenza dei due figli sulla scena, sembra quasi realtà. Anche il vecchio attore brillante-Sampognetta è interpretato ottimamente, incapace di morire come è, da Alarico Salaroli.
Un Castri diverso dall’ultima rappresentazione al Metastasio, quel Madame De Sade classico, di parola e soporifero. Questa sera ha lasciato decisamente il segno nella non perfetta stagione dello Stabile pratese. [sp]

Questa sera si recita a soggetto
di Luigi Pirandello
regia Massimo Castri
scene e costumi Maurizio Balò
con Valeria Moriconi, Vittorio Franceschi, Sergio Romano, Manuela Mandracchia, Pierluigi Corallo
produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo/Teatro di Roma

Visto a Prato, Teatro Metastasio, gennaio 2004

Simone Pacini

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novembre, 2024

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