Club House, il teatro, l’ascolto

Club House e teatro? Si può. Da circa un mese e mezzo sto studiando e frequentando le varie “room” di Club House, il social audio che ha una caratteristica che lo differenzia nettamente da tutti gli altri: non ci sono immagini (a parte le foto profilo), non ci sono video, non c’è la possibilità di chattare e commentare. Si tratta di una radio interattiva: si può aprire una room su un determinato argomento e “far salire sul palco” degli speaker a parlare. Chi sta tra il pubblico può alzare la mano e unirsi alla conversazione, una volta fatto salire da uno dei moderatori della stanza.

Pochi giorni fa c’è stata la “Town Hall”, durante la quale i fondatori hanno risposto alle domande della community italiana. In questa occasione è stato annunciato l’arrivo “entro pochi mesi” del social anche sulla piattaforma Android (sì perché al momento è solo per l’élite degli iPhonisti).

Da un po’ di tempo si parla della riscoperta dell’ascolto: l’ascesa delle web-radio e dei podcast hanno anticipato il successo di questo “audio social”. Secondo me la chiave sta tutta qui: nell’era in cui “tutti postano, nessuno legge”, nelle room tematiche di Club House sei costretto ad ascoltare prima di intervenire.

Avete presente quegli accademici che arrivano ai convegni, fanno la loro relazione, salutano e se ne vanno? Club House prende la direzione opposta. Anche gli esperti sono costretti ad ascoltare i dilettanti, per cercare di intavolare un discorso che possa far bene ad entrambi. Su Club House non ci si presenta (per quello c’è la bio), si fanno interventi brevi e non si saluta quando ce ne andiamo (basta premere il tasto “leave quietly”).

Ho notato tantissima partecipazione e ci sono un bel po’ di club che propongono stanze legate al mondo del teatro (letture, improvvisazioni, argomenti più specifici), della cultura e dell’intrattenimento. Segnalo Teatro & Improvvisazione e CulturaItalia.

Rete Critica su Club House
Rete Critica su Club House

Insieme a Laura Gemini, Francesca Serrazanetti, Maddalena Giovannelli e Matteo Brighenti abbiamo fondato il club Rete Critica e tutti i lunedì dalle 18 alle 19 cerchiamo di aggiornarci e discutere su quello che sta accadendo nel mondo del teatro in questo difficilissimo momento.

Questa settimana il titolo della stanza è Che c’è da festeggiare? Post Giornata Mondiale del Teatro (qui c’è il link all’evento che puoi salvarti sul calendario Apple o Google). Cerchiamo di accogliere gli interventi di tutti, basta alzare la mano!

Bisognerà capire in che direzione andrà la piattaforma, sopratutto quando arriverà l’universo advertising. Al momento in questa fase “sperimentale” mi pare una dei luoghi migliori per far circolare le idee e praticare il fondamentale esercizio dell’ascolto.

Simone Pacini

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marzo, 2024

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