Emanuele Masi dirige il nuovo festival Equilibrio dal 12 febbraio a Roma

Che spettacoli memorabili ho visto negli anni al festival Equilibrio della Fondazione Musica per Roma! Questa sedicesima edizione (dal 12 al 26 febbraio) si presenta ricca di novità, in primis perché c’è un nuovo curatore che è Emanuele Masi, da anni direttore artistico di Bolzano Danza. Masi ha dato vita a una programmazione che mette in dialogo vecchiз e nuovз maestrз coinvolgendo artistз italianз che seguo da anni e che sarà un piacere ritrovare.

Equilibrio è il tema stesso di questa edizione – spiega Emanuele Masi – un equilibrio perfetto tra poli in continua attrazione. Un equilibrio tra estetica ed etica, tra idealismo e concretezza, tra progetti inediti e attesi ritorni, tra ecologia e tecnologia, tra danza italiana e coreografia internazionale, tra dinamismo e sostenibilità, tra tradizione e ibridazione, tra cultura “alta” e folclore, tra virtuosismo e semplicità, tra corpo e ragione”.

Dimitris Papaioannu

Il Festival avrà un’anteprima già domani grazie alla collaborazione della con il Teatro di Roma per la co-realizzazione della prima apparizione romana del coreografo greco Dimitris Papaioannou con lo spettacolo Transverse Orientation al Teatro Argentina dal 28 al 30 gennaio.

Sharon Eyal

Il ricco cartellone inaugurerà in Auditorium il 12 febbraio con un doppio appuntamento: in Cavea un flash mob, dal titolo Re:Rosas! a cura dell’Accademia Nazionale di Danza, tratto dallo spettacolo Rosas danst Rosas di Anne Teresa Keersmaker; sul palco della Petrassi l’acclamata coreografa israeliana Sharon Eyal – alla sua prima apparizione a Equilibrio – chiederà alla compagnia tanzmainz l’impossibile, combinando la fisicità del balletto contemporaneo con la musica elettronica e portando all’estremo il complesso gioco di disciplina e devozione che costituisce la formula magica della danza. Più ancora delle sue opere precedenti, Promise, in prima italiana, assomiglia a un sogno. Immagini quasi irreali scompaiono alla velocità con qui sono apparse, dopo essersi incise a fuoco nel cervello dello spettatore.

Promise – Sharon Eyal

Maguy Marin

Attesissima il 15 febbraio Maguy Marin, regina della nouvelle danse française che negli anni ha dispiegato in ogni sua pièce un universo a sé stante, spesso tumultuoso, sempre radicale. Con Umwelt Marin crea un luogo dotato di regole autonome dove un dispositivo di pannelli e specchi scandisce la vita ai nove interpreti della sua compagnia. Un lavoro sulla disfatta del mondo travolto dal consumismo che proietta una visione molteplice, martellante, dispersiva, in risonanza con la musica battente composta dal fedele collaboratore Denis Mariotte.

Silvia Gribaudi

Il 17 febbraio l’ironica Silvia Gribaudi porta in scena la performance R.OSA – 10 esercizi per nuovi virtuosismi, dissacrante analisi sull’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa. R.OSA si ispira alle immagini di Botero, e una straordinaria Claudia Marsicano (finalista premio UBU come Miglior attrice under 35) sprigiona in modo esplosivo tutta la leggerezza, la libertà e la volontà di esporre la propria fisicità in una performance emozionante nella quale lo spettatore diventa parte dell’azione per giungere infine a vedere la realtà con occhi diversi.

R.Osa – Silvia Gribaudi

Cristiana Morganti

Cristiana Morganti, artista romana, già interprete di Pina Bausch, residente a Wuppertal e della quale Equilibrio ha seguito il percorso autoriale fin dagli esordi, torna in Auditorium con lo spettacolo Another Round for Five, nel corso del quale emergono sempre più nitidi cinque personaggi, in un racconto danzato non lineare che prende forma da un montaggio dal sapore cinematografico sul tema del cerchio inteso come circolo vizioso. In scena, il tempo è scandito da flashback e anticipazioni, in un gioco che confonde realtà e finzione, conscio e inconscio, equilibrio e caos.

Cristiana Morganti – Another round of five

Alessandro Sciarroni

Novità dell’edizione di quest’anno sarà una Notte a Teatro, il laboratorio prodotto e realizzato dalla Fondazione Musica per Roma, grazie al quale sabato 19 un gruppo di bambini e bambine tra i 7 ei 12 anni potrà trascorre un’intera notte in Auditorium partecipando con il performer Marco D’Agostin a workshop di movimento, esperimenti di tecnica teatrale legata a luci, fonica e video, creazione di costumi. Il mattino seguente i giovani partecipanti accoglieranno i genitori con una propria breve performance e a seguire vedranno insieme a loro lo spettacolo Joseph Kids di Alessandro Sciarroni, coreografia che intende porre il pubblico dell’infanzia davanti alla possibilità di osservare i mezzi tecnologici come possibili viatici di creatività e non di mera alienazione.

Alessandro Sciarroni – Joseph Kids (foto: Futura Tittaferrante)

In replica aperta a tutti alle 11 e alle 17 domenica 20, lo spettacolo creato nel 2013 da Sciarroni sarà interpretato da Michele Di Stefano, Leone d’argento alla Biennale di Venezia e da anni protagonista della scena artistica romana. 

Marcos Morau

Martedì 22 andrà in scena la compagnia tradizionale basca Kukai Dantza che eseguirà la coreografia dell’iconico Marcos Morau dal titolo Oskara, in prima italiana. Lo spettacolo è il connubio tra due universi coreografici e due prospettive di danza, che navigano tra radici più popolari ed espressioni più d’avanguardia: un’opera installativa che ripercorre alcuni aspetti della cultura basca, descrivendo un percorso plastico ed emozionale di simboli e iconografie, dalla forza ambigua e sconcertante, che racchiude la storia dell’esperienza umana.

La serata del 24 febbraio vedrà eccezionalmente il susseguirsi di due coreografie firmate – a distanza di oltre trent’anni – da due leoni d’oro di generazioni contrapposte: Maguy Marin e Alessandro Sciarroni. I loro paesaggi estetici e rarefatti si fonderanno l’uno nell’altro.

La Marin presenterà un brano intenso e poetico, Duo D’Eden, eseguito da due danzatori della MM Contemporary Dance Company che interpretano con stile e padronanza questo pezzo di rara bellezza, originale, molto difficile e articolato. Semplicemente un uomo e una donna, tute color carne che mettono in evidenza la loro nudità, parrucca dei capelli lunghissimi per lei, avvinghiati l’un l’altro come Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo per nulla tranquillo e idilliaco.

A seguire la compagnia Collettivo Cinetico guidata da Francesca Pennini interpreterà il terzo capitolo del progetto Dialoghi, composto da Alessandro Sciarroni, il cui titolo In a Landscape prende ispirazione dall’omonimo brano di John Cage. Come in altri lavori, Sciarroni intende ricucire una relazione empatica con lo spettatore, quasi una nuova forma di tenerezza, attraverso qualcosa di leggero e misterioso nell’ostinazione della ripetizione, una costanza che sembra avere un’energia opposta rispetto alla pazienza e alla fatica.

Francesca Pennini e Richard Siegal

Anche la serata conclusiva del festival (26 febbraio) si comporrà di due spettacoli: alle 18 Carbon Song Cycle, una prima italiana, una creazione originale per Equilibrio prodotta dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con l’American Academy. Le musiche sono composte dalla performer e cantante statunitense Pamela Z, interpretate dal PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble con la direzione musicale di Tonino Battista, e con la performance coreografica di Francesca Pennini di Collettivo Cinetico. Il lavoro compositivo originario di Carbon Song Cycle di Pamela Z risale al 2012 ed è parte di un’opera multimediale che combina musica e proiezioni immersive, mentre per questa occasione l’apparato visuale è affidato a Francesca Pennini. Nella partitura musicale la compositrice, ispirandosi a dati scientifici sul ciclo del carbonio, ha messo in gioco cellule melodiche che rimbalzano tra gli strumenti e la voce, elaborata elettronicamente dal vivo; anche i testi, realizzati dalla stessa compositrice, si ispirano a riflessioni sui cambiamenti climatici e sugli sconvolgimenti in corso nell’ecosistema terrestre. Alle 21 gran spettacolo di chiusura del festival con Triple, lo spettacolo in tre parti di Richard Siegal. Alla sua prima apparizione a Roma, il coreografo americano è tra i più innovativi della scena attuale, ha collaborato con William Forsythe e pochi mesi fa ha avuto l’onore di creare un nuovo spettacolo per il Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch. In questa serata Siegal riunisce tre coreografie che hanno tracciato la sua carriera autoriale: create per diversi ensemble internazionali, sarannoora eseguite dalla sua compagnia, il Ballet of Difference.

La prima, ballata interamente sulle punte, è intitolata All for one e ha debuttato nell’aprile 2021 tra le sfarzose luci, progettate insieme al lighting designer Matthias Singer, e i futuristici costumi realizzati da Flora Miranda. La seconda, Metric dozen è forse il balletto più rapido di Siegal: trascinati da un ritmo quasi disumano, opera del compositore Lorenzo Bianchi Hoesch, i ballerini frenetici vorticano nel buio del palcoscenico. Con My generation, il finale sfocia in una festa irrefrenabile con i costumi sgargianti dello stilista Bernhard Willhelm. Musicalmente concepita da Atom Tm come una ironica critica all’industria del pop, la coreografia prende le forme di una divampante scossa elettrica, una mostruosa ebbrezza che si finisce per sperare che non finisca mai.

Simone Pacini

Articoli correlati

Condividi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Fatti di teatro - il podcast (ultimo episodio)

Vuoi ricevere "fattidinews" la newsletter mensile di fattiditeatro?

Lascia il tuo indirizzo email:

novembre, 2024

X