In arrivo la decima edizione del festival Trasparenze

La decima edizione di Trasparenze Festival si apre martedì 3 maggio con il debutto di “Odissea”, una produzione Teatro dei Venti, in coproduzione con ERT / Teatro Nazionale, all’interno della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia.

Un Festival che quest’anno abiterà tre territori, Modena, Castelfranco Emilia, Gombola (Appennino modenese), nei mesi di Maggio e di Luglio, come esito di un progetto di creazione permanente del Teatro dei Venti, in Carcere, negli spazi urbani e con la comunità dell’Appennino.  Il Festival è organizzato da Teatro dei Venti e ATER  Fondazione, con il contributo della Regione Emilia Romagna e della Fondazione di Modena, con il patrocinio dei Comuni di Modena, Castelfranco Emilia, Polinago.

Odissea: oltre ogni soglia c’è un teatro

Tutti i giorni dal 3 al 7 maggio presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia va in scena “Odissea” (foto di Chiara Ferrin), spettacolo prodotto da Teatro dei Venti, in coproduzione con ERT / Teatro Nazionale, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione di Modena nell’ambito del progetto “Abitare Utopie II edizione”, con il contributo di BPER Banca, in collaborazione con il Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna.

“Odissea” è il risultato finale di un lavoro costante svolto all’interno delle strutture carcerarie e in sala prove tra riunioni e discussioni a distanza, prove da remoto e riprese video in teatro. Un viaggio diventato sfida che prende forma dopo oltre tre anni di ricerca, prove e confronto. Lo spettacolo si sviluppa all’interno del carcere di Castelfranco Emilia e trasforma in teatro i diversi luoghi della struttura: il parco giardino, l’ex falegnameria, i camminamenti interni. Attori e spettatori attraversano i luoghi fisici del carcere e gli episodi della storia raccontata da Omero e da molti altri in un flusso continuo che tiene insieme corpi, linguaggi, stili diversi tra loro: teatro esperienziale, racconto, radiodramma, teatro fisico, prosa. Un attraversamento che tiene conto delle infinite possibilità offerte, a partire da Omero, al lettore e allo spettatore dal racconto del ritorno di Ulisse in patria. Ogni passaggio da un luogo all’altro, a partire dall’ingresso in carcere rappresenta una soglia che viene superata, oltre ogni soglia c’è una nuova possibilità poetica, narrativa, visiva. I linguaggi diversi si intrecciano e diventano parti imprescindibili di un’unica storia. Proprio come accade in Omero, che racconta molti mondi all’interno di un’unica storia, Odissea offre agli spettatori un ampio ventaglio di possibilità, di linguaggi, di corpi, di sguardi che seppure diversi tra loro, apparentemente distanti, appartengono alla stessa espressione, alla stessa arte. I fili conduttori restano l’umanità indomita di fronte a ogni contrarietà e l’opera degli autori e delle autrici che l’hanno raccontata nei secoli a partire da Omero.

Quel che resta

Nelle stesse giornata va in scena “Quel che resta”, spettacolo del Gruppo l’Albatro prodotto dal Teatro dei Venti, progetto regionale Teatro e Salute Mentale. Con Luca Bartoli, Elisabetta Borille, Sara Camellini, Antonio Congedo, Giulio Ferrari, Gilberto Gibellini, Francesca Nardulli, Maria Chiara Papazzoni, Marcello Padovani, Patrizia Vannini. Regia Oxana Casolari, Danilo Faiulo e Francesca Figini. Drammaturgia Damiana Guerra e Teatro dei Venti. Supervisione artistica Stefano Tè.

“C’era una volta un tempo. Un tempo in cui gli esseri umani possedevano quella cosa che veniva chiamata parola. L’umanità era arrivata ad un punto tale di ingiustizia nel mondo, di atrocità, di violenze che era necessario trovare un rimedio. Doveva per forza essere una fine. Per consentire finalmente una rinascita. Una nuova pace. Per questo venne deciso di bandire ogni tipo di parola. Non sarebbe stato più possibile utilizzarle, scritte o orali che fossero. La parola non doveva più esistere. E con essa, si sarebbe spento ogni concetto a lei associato.”

Spettacoli in area festival a cura di Teatro Necessario

Sempre dal 3 al 7 maggio il Festival torna ad abitare gli spazi urbani di Modena con un progetto di circo diffuso nel parchetto di Via San Giovanni Bosco, a cura di Teatro Necessario, con il contributo del Comun di Modena. Spettacoli quotidiani e installazioni, come “La dinamica del controvento”, di Julian Lett con Irene Michailidis, “Paccottiglia deluxe” della compagnia Circo Pacco, con Alessandro Galletti e Francesco Garuti, “Attacchi di swing”, concerto-spettacolo, prodotto da Teatro Necessario, che vede in scena Alessandro Mori, al clarinetto, e Corrado Caruana, alla chitarra, “Clown in libertà”, altra storica produzione di Teatro Necessario, con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori, “Boa”, una produzione di Circo Rasoterra con Alice Roma e Damiano Fumagalli, per la regia di Juliette Hulot. Le giornate di Festival si concludono con la musica, con i concerti de I Supermarket, I Molleggiati, Andy MacFarlane two man band, Zambra Mora, Camilla e i bomboloni alla crema.

La misura umana

Dall’8 maggio il Festival si sposta a Gombola per il Cantiere di creazione con artisti provenienti da tutta Italia abitanti dell’Appennino, che porterà alla creazione de “La misura umana: Suonare una città”, in scena sabato 14 maggio, ore 18.00. Drammaturgia Vittorio Continelli, Azzurra D’Agostino, Stefano Tè; regia Stefano Tè; con Oxana Casolari, Francesca Figini, Davide Filippi, Cesare Trebeschi e Davide Tubertini, con gli artisti partecipanti al Seminario di creazione e con i cittadini del territorio di Gombola e Polinago. Musiche a cura di Igino L. Caselgrandi. Costumi e allestimento scenico Teatro dei Venti. Assistente alla regia Danilo Faiulo.

Una performance prodotta da Teatro dei Venti in collaborazione con Sidera, all’interno di Face to Faith, progetto co-finanziato da Creative Europe, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e con il contributo della Fondazione di Modena nell’ambito del progetto “Abitare Utopie”. Dopo il debutto italiano, il progetto di performance sarà presentato la settimana seguente a Colonia (Germania), all’interno del Sommerblut Festival, dopo una settimana di Seminario con artisti e cittadini del territorio.

Trasparenze luglio

Il Festival proseguirà dal 28 al 30 luglio a Gombola, con spettacoli, concerti, laboratori e incontri alla scoperta del territorio, con Teatro delle Ariette, Clarice Assad (Brasile), Maurizio Rippa, Rachele Andrioli, Quotidiana.com, I Sacchi di Sabbia, Silvio Castiglioni, Neta Weiner – Gesher Theater (Israele), Claudia Castellucci e Chiara Guidi e altri in via di definizione. Il progetto rientra nella convenzione stipulata tra Teatro dei Venti e ATER Fondazione per la realizzazione di progetti creativi in Appennino.

Simone Pacini

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aprile, 2024

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