Progetto Teens: adolescenti, arti performative, social

Negli ultimi mesi abbiamo realizzato tre versioni del Progetto Teens in tre regioni diverse: la Toscana, la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna.

Il “Progetto Teens” cambia nome e forma per adattarsi alle realtà e allз adolescenti che incontra. In questo post cercherò di raccontarvelo descrivendo le sue recenti edizioni che sono state: quella in tre step da febbraio ad aprile a Rosignano Marittimo (Livorno) con Armunia (pagina IG @thearmoonias), quella di Modena in modalità blended con il Teatro dei Venti per il progetto Abitare Utopie (pagina IG @utopieinaction) e, per la sua quinta edizione, quella di Aosta per il festival T*Danse (page Instagram).

Per tutti e tre i progetti il punto di partenza è lo stesso: unire la formazione sulla comunicazione digitale e le nuove tecnologie al coinvolgimento attivo in un evento culturale. Alcune volte incontriamo lз artistз, altre volte assistiamo alle prove, alcune volte ci incontriamo su Zoom, altre facciamo dei contest sui social.

Ogni volta faccio utilizzare Instagram e delle pagine create ad hoc, direttamente allз studenti, così da coinvolgerlз ed avere dei contenuti che testimonino e raccontino la loro esperienza. Inoltre, molto utili sono i gruppi WhatsApp, un luogo intimo dove organizzare i contenuti e scambiarsi opinioni su ciò che vediamo e facciamo.

The Armoonias

A Rosignano Marittimo abbiamo realizzato un progetto spalmato tra febbraio e aprile, incontrando i progetti e le residenze in quei giorni ad Armunia. Abbiamo attraversato gli spazi dell’Auditorium Danesin e della Sala Nardini di Rosignano Marittimo, oltre al Castello Pasquini di Castiglioncello. Abbiamo potuto incontrare e vedere gli spettacoli, i laboratori e le prove di Silvia Gribaudi, Camilla Monga, Sotterraneo, Tindaro Granata, Maurizio Lupinelli e il suo Laboratorio Permanente, Sara Sguotti con lз coreografз del progetto Nuove Traiettorie del Network Anticorpi XL (Veronica Boniotti con Giuseppe Claudio Insalaco, Lucia Mauri, Agnese Nepa e Damiano Scavo).

Abbiamo alternato questi momenti ad altri di formazione su Instagram e il concetto di “social media storytelling” creando una page specifica e alimentandola con i post e le stories. La particolarità dei “The Armoonias” (così si sono voluti chiamare) è stata che il gruppo era formato da studenti di scuole superiori diverse, in una specie di doposcuola non per forza legato alle dinamiche PCTO. Del gruppo ha fatto parte anche un giovane fotografo che ha documentato il percorso.

Abbiamo realizzato dei reels che stanno avendo migliaia di visualizzazioni, grazie al tocco social fresco ma anche sapiente di questз ragazzз. Infine, abbiamo intavolato una discussione davvero intensa e emozionante con le attrici e le attori dello spettacolo Geppetto e Geppetto (che ringrazio infinitamente per la generosità), attorno ai temi dello spettacolo ovvero l’omogenitorialità, l’ascolto e in generale il rapporto spesso difficile tra le generazioni.

Foto di fine lab con la prof. Claudia Schiazza e Angela Fumarola di Armunia

#Comunicadanza

Mentre a Rosignano è stata la prima azione (che probabilmente verrà confermata nel 2023) ad Aosta siamo alla V edizione di #Comunicadanza, che non si è fermato nemmeno con la pandemia. L’edizione 2020 del festival infatti è stata stoppata a metà da un Decreto Covid, ma abbiamo comunque portato a termine il progetto raccontando su Instagram quella edizione interrotta.

Era il 2017 quando proponemmo per la prima volta al Liceo Artistico di Aosta un progetto di social media storytelling da inserire nei percorsi di Alternanza Scuola Lavoro. Da lì è stata un’escalation e, nonostante la pandemia, quest’anno ci sono state decine e decine di studentз che affiancano lз professionistз del festival, partecipano ai laboratori, alle masterclass e vedono gli spettacoli.

Io ho lavorato con un V Ginnasio del Liceo Classico, tra le attività da sottolineare ci sono state: la creazione della page “ufficiale” @t.foto.dansiamo (fino all’anno scorso venivano usati i profili personali), il contest con tanto di giuria che premia il miglior post, un’intensa attività costruita dai ragazzi di “follow for follow” andando a intercettare potenziali spettatori del festival e partner di comunicazione.

Infine, nell’ultimo dei 6 giorni di laboratorio siamo entrati in un argomento estremamente attuale, quello sull’importanza delle parole e del loro corretto utilizzo, analizzando il famoso Manifesto della comunicazione non ostile a cura di Parole Ostili. Ho potuto percepire una grande attenzione e a tratti anche emozione durante la lezione, nella quale ho declinato il Manifesto coinvolgendo la classe in riflessioni individuali e collettive.

Lezione alla Cittadella dei Giovani di Aosta

Utopie in Action

E sempre di parole si è parlato molto durante il terzo progetto, quello realizzato insieme al Teatro dei Venti in occasione del progetto Abitare Utopie che quest’anno ha intercettato l’annuale festival Trasparenze. In questo caso insieme a Salvatore Sofia abbiamo lavorato con quattro classi III dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Adolfo Venturi” di Modena, indirizzo Professionale per i Servizi Culturali e dello Spettacolo. Il laboratorio si è svolto in modalità “blended”: un primo incontro in streaming, la visione collettiva di uno spettacolo durante il festival, un secondo incontro in presenza, a scuola.

Nel primo incontro, come negli altri progetti, ho dato un’infarinatura sui concetti di “web 2.0” e “social media storytelling”, in seguito le classi sono state a vedere lo spettacolo Quel che resta del Gruppo L’Albatro, un progetto di Teatro e Salute Mentale che il Teatro dei Venti svolge da anni.

Dalla locandina dello spettacolo: “In un tempo non definito, ci fu detto che dovevamo abbandonare le parole e i ricordi contenuti in esse. Ma un gruppo di persone decisero di non arrendersi e di rifiutare il processo. Per fare questo individuarono un rifugio e, portando all’interno tutto il necessario per sopravvivere, vi si rinchiusero. Con la speranza che, restando al suo interno, il processo di eliminazione delle parole non li avrebbe toccati.” Nel feedback avvenuto durante il terzo incontro, molti dei “regaz” si sono mostrati davvero colpiti dallo spettacolo, abbiamo discusso sui concetti di “distopia” e “empatia”, loro hanno generato delle tag cloud con le  parole chiave che riassumessero la loro esperienza di spettatori e spettatrici.

Tra gli aspetti da sottolineare, l’apertura del canale Tik Tok (i cui video hanno avuto moltissime più visualizzazioni degli stessi su Instagram) e l’associazione, nelle Stories, delle immagini con le canzoni amate dallз adolescentз, con alcuni pezzi K-pop e i relativi testi in coreano sovrimpressi!

A scuola!

In un momento di grande attenzione per l’utilizzo degli smartphone e dei social da parte dellз adolescenti, discutere con loro di “uso consapevole” e metterli all’azione creando contenuti per “giocare i media per non esserne giocati” può essere una delle strade sia per trasferire competenze ma anche per provare a far innamorare i teenager del nostro teatro e della nostra danza.

Simone Pacini

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marzo, 2024

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