Volevamo raccontarvi la nostra tappa di Delhi alle ottave Theatre Olympics, seconda e ultima data prevista nel vasto programma di questo evento gigantesco e meraviglioso, che con i suoi 25.000 artisti da 30 paesi diversi è in questo momento il festival più grande al mondo, ma qui in India tutto è imprevedibile e man mano che i giorni passano, tutto si trasforma in modo organico e naturale, quasi fosse il destino a decidere per noi. “Everything is possible in India”, così, all’improvviso, ti ritrovi a dover cambiare tutti i tuoi piani perché vogliono ancora te, sì proprio te con il tuo spettacolo, in mezzo a centinaia di lavori provenienti da tutta l’India e da tutto il mondo, per una replica straordinaria in un auditorium di 600 posti nella città Rosa: Jaipur, nel Rajsthan. Per noi è incredibile siamo tornati da poco da Jaipur dove abbiamo presentato MADE IN ILVA il 7 marzo all’ International Jaipur Theatre Festival, con enorme successo, articoli e critiche su tutti i giornali, e dopo pochissimi giorni possiamo nuovamente essere in scena nella stessa città. In Italia non accadrebbe mai nulla di simile!
Come rifiutare una tale proposta? Lo spettacolo è stato apprezzatissimo a Patna e a New Delhi, con un ritorno di pubblico eccezionale, tante foto, nuovi amici, proposte che riempiranno tutto il nostro prossimo anno, non possiamo dire di no! La nostra tournée di Made in ILVA continua quindi, parte nonostante il nostro tecnico sia già rientrato in Italia, portandosi dei costumi e dell’attrezzatura necessaria. Nessun problema, tutto è possibile in una struttura come la National School of Drama, l’Accademia più grande dell’Asia, piena di burocrazia ma anche e soprattutto di persone che amano il teatro e che cercano in tutti i modi di adeguare l’imponente macchina all’arte teatrale. Ci addentriamo nei meandri della scuola, prima la sartoria per cercare i costumi che ci servono, poi l’attrezzeria per recuperare gelatine e quant’altro e infine gli uffici per annullare i nostri voli per Bangalore e prenderne di nuovi per Jaipur e Mumbai. Mumbai? Sì, dimenticavo, anche Mumbai, perché dopo la nostra conferenza nel World Theatre Forum a Delhi ci hanno chiesto di prendere parte anche al seminario che si terrà nella città Bollywoodiana. Ci sembra ormai di vivere qui e di essere impiegati alla National School of Drama dove non possiamo che lasciarci assorbire da questa bellissima esperienza, nel Festival, in questo momento, più interessante al mondo. La nostra base operativa è il nostro hotel, una struttura enorme in stile coloniale inglese, dove incontriamo ogni giorno amici e colleghi italiani e dal mondo. Alla cena ufficiale con il direttore del festival e lo staff della National School of Drama ci ritroviamo a cantare tutti insieme “Romagna mia” con la Societas Raffaello Sanzio. A colazione chiacchieriamo con Pippo del Bono e i suoi attori, in albergo incontriamo Eugenio Barba e l’Odin, con il drammaturgo uruguaiano Sergio Blanco rievochiamo le nostre esperienze in Uruguay, ed ogni sera vediamo il lavoro dei nostri colleghi, tra cui Milo Rau della Shaubuhne. La vita qui segue il ritmo del Festival e noi ci lasciamo coinvolgere completamente nel suo fluire, e non vogliamo pensare a cosa succederà al nostro rientro in Italia. Sì perché in Italia sembra non esistere più questa vitalità attorno al teatro, inoltre tutto è fisso in compartimenti stagni, in categorie ben distinte, dove difficilmente una compagnia come la nostra può ritrovarsi da un giorno all’altro, grazie alla qualità del lavoro e all’apprezzamento del pubblico, in un grande auditorium da 600 posti nelle stesse stagioni e festival dei colleghi che condividono il programma delle Theatre Olympics con noi. Qui, in India, invece, tutto dipende dall’apprezzamento del pubblico e della stampa e il nostro nome gira sulle bocche di tutti aprendoci a future possibilità. Qui, come in molte altre parti nel mondo, sembra che la logica della produzione e dei grandi nomi lasci un po’ il tempo che trova. Forse è il segno della novità, forse è la grande tradizione performativa che condiziona scelte e apprezzamenti, in ogni caso siamo inebriati da questa esperienza affascinante e non vediamo l’ora il 20 marzo di salire nuovamente sul palco delle Theatre Olympics.
Dopo la presentazione di MADE IN ILVA a Dehli il 5 marzo, abbiamo diretto il workshop Il corpo organico. Doveva essere un evento aperto solo agli studenti della NSD ma, non appena si diffonde la voce veniamo sommersi, noi e l’organizzazione, di mail, richieste e messaggi su Facebook, di attori che vogliono prendere parte al workshop. In accordo con l’Accedemia decidiamo di tenere aperto il workshop anche a partecipanti esterni e ci ritroviamo quindi con più di 60 studenti, attori e danzatori che entusiasti prendono parte ogni giorno ad una sorta di master class pratica e teorica, date le numerosissime domande a cui rispondere.
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