Constanza Macras a Prato, Frosini/Timpano a Roma, il Queer Festival a Milano. Ma non solo! Vuoi ricevere in anteprima i consigli teatrali sul tuo smart phone? Iscriviti al canale Telegram di fattiditeatro!
MILANO
MODIGLIANI \ ODEMÀ/TIKTALIK presentano MODÌ L’ULTIMO INVERNO DI AMEDEO MODIGLIANI AUTORE, REGIA E MUSICHE GIPO GURRADO. Parigi 1920, Montparnasse. Amedeo Modigliani, che verrà poi riconosciuto come uno dei più grandi artisti del Novecento, è ancora alla ricerca di un riconoscimento che gli permetta di vivere in modo dignitoso del proprio mestiere di artista, circondato da personaggi che sono entrati nella storia come Kiki de Montparnasse, Maurice Utrillo, Leopold Zborowski e che hanno reso la Parigi degli anni Dieci un luogo irripetibile della storia dell’arte. Ma il destino ha in serbo per lui un finale drammatico, degno di una tragedia di Shakespeare. (T. Leonardo, 14-?)
PALESTRE \ LA PALESTRA DELLA FELICITÀ di Valentina Diana con Elena Russo Arman e Cristian Giammarini. La palestra della felicità è il luogo ideale per allenare ogni tipo di pulsione vitale e poco importa se la pulsione è rabbia, violenza e desiderio di sopraffazione. A e B, i protagonisti di questo luogo, sono condannati a ripetere in eterno un rituale di violenza e autodistruzione che li porterà ad annientarsi, uccidersi e rinascere come in un videogame. Attraverso continue metamorfosi, trasformandosi ora in vittime, ora in carnefici, in un vortice di identità perdute e poi ritrovate, in un flusso inesauribile di situazioni grottesche, paradossali ed esilaranti, A e B diventano belve che sembrano trovare, nello sbranarsi, l’unica ragione dell’esistenza e perdono di vista il vero motore del loro conflitto: un disperato bisogno di felicità. Un progetto di Elena Russo Arman che si è avvalsa della collaborazione di Valentina Diana, scrittrice e drammaturga emergente, e che la vede protagonista accanto a Cristian Giammarini. (T. Filodrammatici, 12-17)
QUEER \ Al via il Queer Festival direzione artistica Serena Sinigaglia. Segnalo le proposte che ritengo più interessanti. EXPERIMENTATION LAB Attività di interazione e attivazione de La Piana, a cura di Human Cities/Challenging the City Scale, un progetto europeo che esplora il modo in cui gli abitanti si riappropriano della città contemporanea, attivando buone pratiche progettuali nello spazio urbano pubblico. L’intervento avrà una durata di circa 4 ore, dalle 14.30 alle 18.30, e coinvolgerà i rappresentanti dei partner di progetto e tutte le realtà che orbitano intorno alla piazza ed al quartiere. Cinemalteatro – Spettacolari film teatralizzati in 20 minuti > The Rocky Horror Picture Show Redux. Un nuova formula per i fan del Rocky Horror. Un monologo recitato “a distanza zero”, per un pubblico partecipe, che voglia interagire per completare la storia, in certi casi che sia anche pronto a interpretarne i personaggi. Fa’ afafine Mi chiamo Alex e sono un dinosauro testo e regia Giuliano Scarpinato, spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia 2014 e del Premio Infogiovani del Fringe/L’altro Festival 2015 produzione Teatro Biondo Palermo. La storia di un adolescente alla scoperta di sé e della sua identità. Le Brugole con Diario di una donna diversamente etero tratto da un’omonima rubrica on-line, che sta spopolando sul web. Il Kollettivo Drag King del Teatro Ringhiera presenta KING NON MUORE SI RIVEDE, regia di Marcela Serli. Sandra Zoccolan è in scena con lo spettacolo PER UNA DONNA di Letizia Russo. Racconta la storia di un desiderio inaspettato che investe la vita di una quarantenne dalla vita normale, troppo normale. ATOPOS Compagnia Teatrale presenta TEORIA DEL GENDER, QUESTO SCONOSCIUTO [singolare maschile], drammaturgia e regia di Marcela Serli. Il punto di vista Atopos sulla fantomatica teoria gender. Tra fumetto e rivista, fantasia e sociologia, le Nina’s Drag Queens si immergono in un universo pop ambiguo e schizofrenico, in scena, le 26 allieve del laboratorio trimestrale, con DRAG POWER in una rilettura ironica e soprattutto queer del mito del supereroe. Carlo Gabardini ci omaggia con la presentazione del suo libro Fossi in te io insisterei, edizione Mondadori. Un racconto intimo e coraggioso, ironico e struggente, in cui è impossibile non riconoscersi perché, come scrive Gabardini, “il coming-out non è un’esclusiva degli omosessuali, ma di tutti”. Un’iniziativa anche per i più piccoli a cura del Collettivo Ambrosia, TABU’ QUEER – Il gioco degli stereotipi. Un gioco da Piana per grandi e piccoli. Il Tabù Queer è, un gioco da piazza, in cui oltre che descrivere le parole sarà possibile mimarle o disegnarle, cercando di farle indovinare alla propria squadra per proseguire lungo il tabellone fino alla vittoria. Bisognerà, però, fare attenzione alle caselle ‘imprevisto’, tra le quali spicca la temutissima casella ‘gender’ che ti riporta al punto di partenza. (T. Ringhiera, 14-17)
TEATRO DI RIVISTA \ La compagnia Sanpapiè insieme ad Andrea Tibaldi in scena con due spettacoli, due capitoli di un’unica storia, da gustare uno in fila all’altro all’interno della stessa serata: Variegato all’amore + Affogato all’odio. Il punto di partenza è il recupero del repertorio del Teatro di Rivista, un teatro fatto di prosa, musica e danza che trova poi la sua evoluzione nel grande Varietà degli anni Settanta. I personaggi che abitano questo luogo lontano, un ensemble di artisti disorientati alla disperata ricerca della memoria di ciò che sono stati dopo un lungo periodo passato nel dimenticatoio, tentano di rimettere in scena i migliori numeri di un tempo, quando tutto era vivido e luccicante. Uno spettacolo che muove dalla convinzione che “ridere, ridere, ridere” abbia ancora un significato importante: dimenticarsi per un momento che la vita è una gran fatica. (T. della Contraddizione, 14-17)
ROMA
ARCHETIPI \ Plouf! scritto e diretto da Mitridate Minovi. Casper ama Penelope. Penelope non ama Harry, ma ci va a letto volentieri. Harry ama Penelope e Harry, ma sospetta che non lo ami nessuno. E non solo per la sua gigante testa gialla. Davanti all’impossibilità di possedere la sua amata, Casper cova la più bella delle cattive idee: chiede a Penelope di uccidere qualcuno, in modo da avere un segreto da condividere, di incatenare la sua memoria alla sua. Insomma, l’ennesima storia d’amore contemporanea. Dopo tutte le storie d’amore che ci precedono, cosa ci sarà, poi, da aggiungere? Niente. Ce ne sono state così tante, di storie d’amore contemporanee, ormai sono, volontariamente o meno, tutte caricature di se stesse. Ed infatti ecco come ve le presentiamo, archetipi, personaggi così ampi da rappresentarci tutti. “Vogliamo solo raccontare una storia, quella di tutti gli uomini che si chiedono, perché non si arrende e viene a letto con me? La storia di tutte le ragazze che si lamentano del loro moscio ragazzo. Infine, la storia dei belli di turno, che non prende sul serio nessuno”. (T. Sala Uno, 12-17)
BIRMANIA \ Il Teatro delle Albe guarda a oriente per raccontare la vita del premio Nobel per la pace nel 1991, Aung San Suu Kyi, una vita passata per oltre 20 anni agli arresti domiciliari, sotto la dittatura militare che opprime la Birmania da più di mezzo secolo. VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI (leggi il mio racconto su KLP), la scrittura di Marco Martinelli parte dalla figura di questa donna mite e determinata interpretata da Ermanna Montanari (premio Eleonora Duse 2013), per allargarsi a una riflessione sul mondo contemporaneo, alla necessità di cantare “la maestà della vita”. Sul palcoscenico si snodano cinquant’anni di vita birmana, dal sacrificio del padre di Aung San Suu Kyi che orienta la sua vita, fino alle sue scelte, in tempi e luoghi differenti, tornando a quella casa in cui la combattente per la pace è stata reclusa come una mistica, sola con il proprio inconscio, i propri sogni e fantasmi. (T. Argentina, 13-17 – il 14 alle 21 Marco Martinelli legge il suo FARSI LUOGO_VARCO AL TEATRO IN 101 MOVIMENTI all’Angelo Mai)
CARNE \ Elvira Frosini e Daniele Timpano (guarda il Selfie Stick realizzato ieri al Pigneto) presentano in anteprima nazionale lo spettacolo Carne, scritto da Fabio Massimo Franceschelli appositamente per la compagnia. In una tranquilla quotidianità casalinga – una situazione potenzialmente da sit-com – due coniugi, Lei e Lui, discutono e litigano sulla carne, partendo dalla questione animalista per esplorare territori limitrofi ma meno battuti, la sacralità della carne come forma inalienabile dell’esistenza, i limiti etici della mercificazione della carne, la morte che trasforma la carne in oggetto, lo sfruttamento della carne come base di tutte le forme di sfruttamento apparse nella storia. Lei è vegetariana, o forse vegana, vagamente antispecista. Lui è un inguaribile carnivoro e accetta la “dialettica del sangue” come principio esistenziale. Comici dialoghi si alternano a buffi monologhi e a tipici screzi coniugali; si sorride con leggerezza e nel ridere riflettiamo, ci mettiamo in discussione, ridefiniamo le nostre certezze, e non potrebbe essere altrimenti perché siamo fatti di carne e “la carne nasce, la carne cresce, la carne marcisce”. (T. dell’Orologio, 14-17)
PARAVIDINO \ I vicini di Fausto Paravidino. Paravidino scrive un dramma psicologico complesso dove il limite tra il noto e l’ignoto viene incarnato da una porta. La porta che divide il dentro dal fuori, la ‘casa’ dall’esterno, il noi dagli altri. Una guerra di pianerottolo dunque, dove i protagonisti sono due coppie di vicini. Siamo arrivati alla fine della tournée con questa che definirei una pièce sulle nostre paure – dice Paravidino – sulle nostre paure immaginarie, sulle nostre paure reali. È una pièce su noi stessi, sugli altri, su quello che è reale, su quello che è immaginato. Un po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro. La storia si sviluppa intrecciando due plot, quello legato all’evento reale, cioè l’arrivo di una nuova coppia di vicini e quello sottile legato al bisogno di scavare nell’inconscio, nelle paure. Lui e Lei sembrano minacciati più da ciò che accade o più da ciò che si teme? Una commedia noir, dalle tinte fosche che tiene alta la tensione come in un thriller. E poi c’è il pubblico, che guarda attraverso quello spioncino una realtà vera e una filtrata dalle loro paure, dove i personaggi slittano più volte da una dimensione immaginata a quella reale e viceversa. (Piccolo Eliseo, 13-24)
PINTER \ POLAR con ALESSANRO PORCU e GABRIELE LINARI messa in scena ANTONIO SINISI. POLAR si ispira all’ultima opera di Harold Pinter (con tutti i debiti possibili!), la sceneggiatura del film de Gli Insospettabili uscito nel 2007. Lavorare su una sceneggiatura ci pone di fronte un testo pronto ad essere contraddetto, asciugato, ripulito e soprattutto neutralizzato superficialmente. Neutralizzare per rendere più nuda la scrittura in modo da ottenere una partitura più precisa, mantenendo i contenuti primitivi togliendo tutto il possibile superfluo (quel che strano, via! Direbbe Beckett) peresplorare una nuova forma. Lavorare su Pinter significa lavorare sulla contraddizione e in questo caso specifico sul concetto di vero e falso nel teatro. Dunque POLAR diviene un’esplorazione di un oggetto che ruota attorno al concetto di vero e falso. Si presenta un duello, un combattimento tra due dispositivi, quello della verità e quella della falsità. POLAR è un ring, una camera nel limen, dove non si sa mai da che parte stare. (T. Studio Uno, 7-17)
THRILLER \ HOMICIDE HOUSE, il thriller teatrale di Emanuele Aldrovandi. Premiato con il premio Tondelli 2013, Aldrovandi tiene altissima la tensione, lasciando lo spettatore senza fiato. Il risultato è una “parabola nera” sul contemporaneo. Lo spettacolo è inserito all’interno del FOCUS PREMIO RICCIONE organizzato dal Teatro dell’Orologio. Perché una pistola è una via d’uscita. Tu ce l’hai? Un uomo (Marco Maccieri) si trova nella difficile situazione di dover ripagare, senza il giusto preavviso, un grosso debito. Mentre la moglie (Cecilia Di Donato) ignara degli affanni economici del marito organizza una vacanza, il diabolico strozzino (Luca Cattani) propone uno scambio al malcapitato: entrare nella Homicide House. È un servizio che ho inventato io, l’ho chiamato Homicide House. Chi vuole torturare, seviziare, uccidere e ha abbastanza soldi per permetterselo, paga una vittima. E chi vuole suicidarsi riesce a capitalizzare la sua morte. È un incontro fra esigenze complementari che finora il mercato non soddisfaceva. Dovrebbero darmi il Nobel per l’economia. Così entra in scena Tacchi a spillo (Valeria Perdonò) che, tra seduzione e minacce, farà emergere il lato nascosto del protagonista. (T. dell’Orologio, 13-16)
VOYEURISMO \ “Young Jung” Tutto cambia di fronte a una psicoterapeuta. Soprattutto quando le si rompono… le acque! di Alessandra Flamini. Hai mai spiato qualcuno? Ti ricordi quando hai rubato quel segreto? E l’ultima volta che hai sbirciato da un buco della serratura? Te lo ricordi? Ora sarete autorizzati a farlo. Solo 23 di voi. Kaos in Skatola. Il teatro, così, non lo hai mai visto. È arrivato un nuovo modo di guardare il teatro. Di viverlo. Si tratta della trasformazione degli spettatori in [Nuovi-Voyeuristi-Teatrali]. Dodici pareti da cui spiare, infinite possibilità di partecipare alla creazione di visioni e visuali private, individuali, irripetibili.Lo spettatore sceglie il filtro, il colore, il punto di vista dal quale rubare la storia e i suoi segreti. Il camerino di una spogliarellista, il bagno di un uomo, una sala da psicoterapia, la cella di un carcere… Storie intime, quelle che si svolgono dove non si può guardare; quelle vere. Otto attori [in Skatola] che vivono, si nascondono e svelano le nudità delle loro anime. Una recitazione di taglio decisamente cinematografico, in cui l’arte dell’attore incontra le verità dell’Uomo. Nessuna limitazione digenere: non esistono vite comiche; non esistono vite drammatiche; o tragiche; o grottesche. Dall’una all’altra in un battito di ciglia. Solo vite. Da spiare. (Kaos in scatola, 15-16)
TOSCANA
AGOTA KRISTOF \ CRT-Milano/LAB121 in L’INSONNE liberamente tratto da Ieri di Agota Kristof drammaturgia Raffaele Rezzonico, Claudio Autelli regia Claudio Autelli con Alice Conti, Francesco Villano (T. Comunale Mario Spina di Castiglion Fiorentino AREZZO, 14 – T. Excelsior di Reggello FIRENZE, 15)
CONSTANZA MACRAS \ PRIMA NAZIONALE per THE GHOSTS coreografia e regia CONSTANZA MACRAS drammaturgia Carmen Mehnert di e con Emil Bordás, Fernanda Farah, Lu Ge, Yi Liu, Juliana Neves, Xiaorui Pan, Daisy Phillips, Wu Wei, Huanhuan Zhang, Huimin Zhang. Un teatro totale, quello di Constanza Macras, che questa volta scatenerà cortocircuiti mozzafiato fra la danza, il teatro, la musica dal vivo e una delle arti più rappresentative della Cina nel mondo: l’arte del circo, con i suoi equilibrismi e le acrobazie che sfidano le leggi della gravità. The Ghosts è stato concepito artisticamente durante un viaggio della Macras a Pechino, Guangzhou, Shanghai e racconta la Cina tramite l’arte che forse più la rappresenta nel mondo: il circo. Nello stile inconfondibile che contraddistingue il suo lavoro, Macras ha creato un “ensemble meticcio” di interpreti, composto da alcuni degli straordinari danzatori della sua compagnia berlinese Dorky Park e artisti e acrobati di circo incontrati in Cina. Sono questi ultimi i “fantasmi” di cui parla il titolo: artisti giovanissimi destinati a vivere una parabola professionale intensa e piena di gloria, ma molto breve. Spesso, infatti, a soli 25 anni, la carriera di un acrobata, è già finita. Diventano “pensionati baby”, forzati e senza tutele, che la società cinese in poco tempo mette da parte e dimentica. (T. Fabbricone di PRATO, 17-18)
ELEONORA ABBAGNATO \ DANIELE CIPRIANI ENTERTAINMENT presenta ELEONORA ABBAGNATO in CARMEN Balletto in due atti dal racconto di PROSPER MERIMÉE musiche GEORGES BIZET coreografia e regia AMEDEO AMODIO. Eleonora Abbagnato esordisce nel mondo della danza ad 11 anni, e appena maggiorenne entra nel corpo di ballo dell’ Operà di Parigi. Dall’aprile 2015 Eleonora è stata nominata ufficialmente Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. (T. Verdi di FIRENZE, 16)
ESOPO \ Alessandro Riccio in coppia con Gianmaria Corona, giovanissimo talento di 10 anni, ci presenta il suo nuovo spettacolo, ROBA DA DURI tratto dalle favole di Esopo. Un nipotino timido e pauroso cosa ci incastra con uno zio punk? Niente. E restare a dormire a casa dello zio può diventare un incubo. Ma per chi….? Abbandonati gli abiti da vecchietto o da signora Alessandro Riccio si cala nei panni di un personaggio coperto di tatuaggi, piercing e orecchini, per andare ancora una volta alla ricerca di un modo diverso di raccontare la dolcezza e la tenerezza, lontano dagli stereotipi mielosi e dai banali happy end. L’apparenza inganna, ormai si sa, e le maschere che ci mettiamo addosso sono sempre più terribili e algide, capaci di tenere lontani anche i più coraggiosi. Non riuscire a dormire. Perché si è pieni di pensieri e di paure. In un posto che non si conosce, senza amici né genitori vicini. Mica facile per un bambino. Se poi lo zio è un tipo strano, con la faccia colorata e spilli dappertutto trovare pace e sonno diventa impossibile.Ma i rimedi più antichi sono anche quelli più efficaci: latte caldo e favole. Leggerle. O meglio: farsele leggere. Ma da chi? Zio! Zio? Zio…!!! Una commedia divertente e corrosiva per un duetto affiatato, commovente e inaspettato. (T di Rifredi di FIRENZE, 12-17)
FEMMINISMO \ Debutta uno dei testi fondanti dei movimenti femministi e di genere di tutto il Novecento: La Carta da Parati Gialla / The Yellow Wall Paper di Charlotte Perkins Gilman con la regia di Paolo Biribò e Marco Toloni. Un testo che nel 1892 fu sbrigativamente catalogato “racconto del terrore”, che negli anni Settanta divenne cardine delle rivolte e delle prese di coscienza e d’identità di genere, contribuendo al dissestamento dell’immaginario collettivo, e che oggi, più attuale che mai, trova forma a teatro. Diario dentro la ”follia” di una donna che, soggetta a una grave forma di depressione, giungerà a deliri allucinatori e allo sdoppiamento di personalità, La Carta da Parati Gialla è piuttosto il racconto dell’oppressione sociale, economica e linguistica della figura femminile del periodo, fortemente dipendente da codici maschili concilianti ma comunque autoritari come quelli espressi dal marito nell’ambito della cura della moglie, che le vietano categoricamente, tra le altre cose, di leggere e scrivere. Limiti palesemente infranti dalla protagonista nella personale decisione di raccontarci la storia dal proprio punto di vista, rompendo il silenzio e riappropriandosi di quel diritto all’espressione che emblematicamente scaturisce con forza proprio dalla carta da parati dello “spazio domestico” in cui è costretta e in cui sembra scritta la storia personale e collettiva della figura femminile imprigionata dietro di essa. (T. Antella di Bagno a Ripoli FIRENZE, 15-16)
IL BANDINI \ Teatro dell’Elce in ANGELO MARIA BANDINI performance site-specific per il Museo Bandini di Marco Di Costanzo con Erik Haglund. Angelo Maria Bandini, erudito canonico del Settecento, guida un gruppo di visitatori alla scoperta della sua collezione di pitture e sculture, oggi esposte presso il Museo Bandini di Fiesole. La performance presenta un personaggio originale e sorprendente: il Bandini fu bibliotecario della Marucelliana e della Laurenziana, a Firenze, per tutta la seconda metà del secolo XVIII. Durante la visita ai racconti biografici si intreccia un filo narrativo che lascia trasparire il turbamento dell’erudito catalogatore catapultato al giorno d’oggi e messo di fronte all’esistenza delle tecnologie informatiche, dei tablet e della Rete. Quale interesse può avere un piccolo museo in un’epoca come la nostra, caratterizzata da “tal dovizia di immagini”? Perché recarsi in un museo, se è possibile vedere “le opere di tutti gli artisti di ogne epoca semplicemente vergandone a sfioro il nome” su una sottile tavoletta elettronica? (Museo Bandini di Fiesole FIRENZE, 17)
MK \ Nell’ambito di Invito di sosta: MK in ROBINSON Recto / Verso con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Saverio Cavaliere, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Laura Scarpini coreografia Michele Di Stefano. In questa versione “nuda” mk presenta le danze che costituiscono il cuore della performance e quindi affidando solo ai corpi la rilettura della figura creata da Defoe. Anziché rifondare la civiltà da cui proviene, Robinson si perde nel mistero dell’isola fin quando l’incontro con l’altro lo prepara ad una totale reinvenzione di se stesso, come accade nel romanzo di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Allo stesso modo, la coreografia è soprattutto un atto di apprendimento rispetto ad un “fuori” di cui fare incessante esperienza. La danza si definisce tale quando permette a un’altra danza di esistere nei pressi: è dunque semplicemente un linguaggio adottato per l’incontro, che mantiene sempre vivo il momento dell’incontro. (T. Comunale Mecenate di AREZZO, 15)
NARDIN GORETTI \ Torna a Prato Vero su bianco. Disegni sussurati per parole su tela (qui le Istantanee della replica romana) di e con Edoardo Nardin e Riccardo Goretti (Spazio Aut di Prato, 14)
PIPPO DELBONO \ Emilia Romagna Teatro Fondazione/Teatro di Roma/Nuova Scena- Arena del Sole- Teatro Stabile di Bologna/Théâtre du Rond Point- Parigi/Maison de la Culture d’Amiens- Centre de Création et de Production presenta la Compagnia Pippo Delbono in ORCHIDEE di Pippo Delbono (T. Guglielmo di MASSA, 13-14)
TEATRI UNITI \ Teatri Uniti: Andrea Renzi restituisce al pubblico pensieri e allucinazioni che si inseguono in una sorta di “flusso di coscienza”, in un rimescolarsi di sensazioni ed emozioni, tratte dai versi del grande Vladimir Majakovskij. Incentrato in particolar modo sui testi del poemetto La Nuvola in Calzoni, Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij è una “requisitoria poetica” che ingaggia un corpo a corpo con i temi universali dell’amore, della religione, della vecchia poesia e della rivoluzione, realizzando un insuperabile e innovativo manifesto della concezione poetica di Majakovskij. Sempre Andrea Renzi insieme al musicista Federico Odling mette in scena una fusione di parole e melodia per attraversare l’opera di Giorgio Caproni in forma di concerto. Caproni! è tratto dal poema-melodramma Il Conte di Kevenhaller, che lo stesso Caproni definì “un’operetta a brani … finita e infinita”, e rende omaggio a uno dei protagonisti del Novecento letterario italiano dotato di “limpida cantabilità, ma al confine del nulla”, come scriveva di lui Calvino. In Manca solo la domenica Licia Maglietta, con il musicista Vladimir Denissenkov, in una Sicilia senza tempo incarna una figura insieme mitica e reale, l’esuberanza della vita, ma con sguardo sorridente e commosso: donna Borina, da Pazza è la luna di Silvana Grasso. (T. della Pergola di FIRENZE, 13-14)
TPO \ I CINQUE ELEMENTI Un viaggio in Cina direzione artistica Francesco Gandi, Davide Venturini coreografia e danza Daniele Del Bandecca, Martina Gregori visual design Elsa Mersi sound design Spartaco Cortesi produzione Teatro Metastasio di Prato, Compagnia Tpo. È la storia di un viaggio visto attraverso lo sguardo di un bambino curioso che si affaccia alla scoperta della Cina e dei suoi paesaggi. Il percorso sarà ricco di riferimenti a tradizioni e concetti propri di questa cultura, come la teoria dei “cinque elementi”: acqua, legno, fuoco, terra, metallo, metafora ed emblema dei cinque modi attraverso i quali l’energia dell’universo si esprime. Lo spettacolo è un’occasione per immergersi ed esplorare questi tempi come fossero ambienti diversi di una grande giardino immaginario ma soprattutto vuole essere uno stimolo artistico per entrare in contatto con la cultura cinese, per molti aspetti lontana, ma sempre più vicina nel nostro quotidiano. (T. Fabbrichino di PRATO, 16-17)