Conferenza Stampa di Presentazione del Fringe Festival della Regia, stamane, poco dopo mezzogiorno, a Palazzo Marino – Milano.
Poco meno d’ un’ ora per ragguagliare gli intervenuti su finalità ed intenti di questo primo incontro per fare il punto sulla situazione del Teatro di Regia oggi; apripista l’Assessore alla Cultura Filippo Dal Corno, che ha introdotto i lavori e poi passato la parola agli altri relatori. Giusto il tempo di soffermarsi su questo tema solo “apparentemente dismesso”, come lo ha definito, e, dopo di lui, Novo Umberto Maerna, Vicepresidente e Assessore con deleghe a Cultura – Beni culturali ed eventi culturali – Politiche per l’integrazione dell’Amministrazione Provinciale di Milano.
Focus di Maerna è stato spiegare il senso della partnership della Provincia di Milano, che si concretizza nell’ospitalità dell’ultima giornata dei lavori nei locali dello Spazio Oberdan, luogo già adibito al rilancio di Arte e Cultura – nelle diverse declinazioni – attraverso la valorizzazione dei giovani.
“Si tratta di un’iniziativa che patrociniamo e consideriamo un valido aspetto per il rilancio della cultura in questo momento di crisi”, ha esordito, sottolineando l’importanza cruciale di “domandarsi dove stiamo andando in questo momento, in cui bisogna innovare e non buttare. Quali rivoluzioni sia necessario fare, magari anche scontentando…”. E poi la spiegazione del perché proprio allo Spazio Oberdan: “L’aspetto che ci ha colpito di più è stato quello dedicato ai giovani registi, in accordo con l’attenzione a Giovani ed Arte, vocazionale dello Spazio Oberdan” – come nel recente e qui ricordato Premio Ricoh per giovani artisti contemporanei. “Promuovere la novità e l’innovazione… promuovere la bellezza ed il senso profondo dell’umano e della tradizione…”: questi i bisogni gettati sul tavolo dal Vicepresidente: “…alla ricerca di un bisogno di certezza per il futuro”.
Conclusasi l’introduzione da parte delle istituzioni, la palla è passata agli ideatori ed organizzatori dell’evento: Corrado D’Elia, attore, regista, direttore artistico del Teatro Libero, nonché fondatore di Teatri Liberi Liberi Teatri, fra l’altro, e Alberto Oliva, regista. D’Elia ha anzitutto voluto chiarire il senso della scelta del termine Fringe Festival: “Festival dice festa, ricorrenza, territorio, popolo e vicinanza alla gente. Sarebbe un grave errore – e prego la stampa di sottolinearlo – pensare a questo come a qualcosa di settoriale”, al contrario: ha sottolineato l’importanza di considerarlo come “dedicato alla gente e a chi fa della cultura un’esperienza fondamentale.” Con Fringe, poi, s’intende far riferimento anche ai nomi di registi internazionali e di quelli italiani, che hanno sperimentato all’estero. Ha quindi sottolineato quale sia stata l’urgenza, da cui ha tratto sprone questa chiamata al confronto: la necessità di domandarsi che senso possa ancora avere il Teatro di Regia, assecondando una riflessione rimbalzata, in questi ultimi anni, su giornali, video, saggi, libri e convegni a tema. Pur nella consapevolezza che si tratterà non certo di fornire una risposta definitiva, ma – con tutta probabilità – semplicemente di fare il punto della situazione, “avviare un cammino profondo d’innovazione”, ha detto, il regista si è rallegrato di poterlo fare proprio a Milano, da Corrado D’Elia definita “Capitale del Teatro, sede del Piccolo”, nonché città con i maggiori pubblico, produzione e promozione teatrale. L’augurio è che possa trattarsi di un confronto continuativo sia nel tempo che in questo stesso territorio: per le ragioni spiegate.
Ne ha sottolineato la natura bulimica: “Ha ancora senso parlare di Teatro di Regia o è un’esperienza morta? Quale rapporto fra Drammaturgia e Regia? Ha ancora senso parlare di rappresentazione nell’epoca della performazione? A che punto è la Critica? E quale il rapporto fra Critica e Teatro?”, senza scordar di citare la questione del rapporto con l’Europa e come essa viva il rapporto pubblico/privato ed il ruolo della regia,in tutto ciò. A chiosa la frase di Ronconi, che, a proposito di regia, ha detto: “La egia non può morire… la figura del regista può anche sparire, ma ovunque ci sia uno spettacolo, c’è una regia…”.
Da ultimo Alberto Oliva: a ricordare come questo triduo del Fringe Festival della Regia si articoli in due giornate dedicate alla regia senior, come l’ha definita – ospitata a Palazzo Reale -, ed un’ultima alla junior – allo Spazio Oberdan -, in cui, attraverso un bando, sono stati chiamati a raccolta i registi giovani, non solo per questioni anagrafiche, bensì tutti coloro che si definiscono registi, anche senza averne un’effettiva visibilità/attestazione in tal senso; l’auspicio è che possa essere questa, l’occasione di conoscersi, confrontarsi e – magari… – inaugurare dei progetti comuni. “Non me lo immagino come un convegno con gente che parla su discorsi preparati”, ha puntualizzato Oliva, ma: “Un discorso aperto e corale al fine di fare rete su tutto il territorio nazionale”, ricordando il ruolo anche della critica – tradizionale come di quella delle testate on line, chiamata, quest’ultima, a fare da moderatrice nei tavoli dell’ultima giornata di lavori allo Spazio Oberdan.
A chiosa/augurio per questa prima edizione del Fringe Festival della Regia, Corrado D’Elia ha salutato gli intervenuti con un estratto da Antonio Neiwiller.
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