Nel pomeriggio di ieri – quasi all’ora dell’ ape, come si usa chiamare l’happy hour, qui a Milano – si è tenuta la Conferenza Stampa di Presentazione della Stagione 2014-2015 del Teatro dei Filodrammatici.
Lo spirito è quello: Intrattenimento e Approfondimento – su cui ha fatto focus lo stesso assessore Filippo Del Corno, parlando, a proposito di questo teatro, di un “luogo essenziale per l’identità di Milano, che va conservato, ma anche abitato”, restando sul sottile filo dell’ “equilibrio fra intrattenimento ed approfondimento”. Ha sottolineato il valore aggiunto di progetti come “Con_testo”, che, “sforzando il pubblico a non adagiarsi”, promuove un “teatro sempre più da abitare sia con le idee, che con i corpi degli attori e del pubblico”, consentendo a quest’ultimo di “uscire da teatro col cervello non vuoto, ma pieno di idee di stimoli, in modo fedele al pensiero del teatro greco fin dalle origini”.
E’ stato poi al gioco, l’assessore, chiudendo con una battuta sulla precedente boutade di Tommaso Amadio – codirettore artistico del teatro, insieme a Bruno Fornasari. Alla scherzosa provocazione di Amadio – che vantava di esser giunti alla ben settima edizione ‘Shakespeare free’ -, Del Corno ha ironizzato, sottolineando l’incipit classico di stagione – “Il giardino dei ciliegi”… – ed ipotizzando un proseguo goldoniano per la stagione successiva.
Dopo il video promo iniziale, la presentazione è proseguita in modo informale e frizzante coi due padroni di casa, che hanno ceduto i microfoni alternativamente ai vari protagonisti: dal Teatro MA – nuova residenza teatrale per quest’anno e che inaugurerà la stagione con “Il giardino dei ciliegi” -, alle produzioni, ospitalità e progetti speciali.
Fra le prime – le produzioni, appunto -, due riprese: “Brutto” di Von Mayenburg con Amadio in scena e Fornasari a firmare la regia – divertente e graffiante commedia sull’importanza dell’aspetto esteriore nella nostra società – e “Mattia – a life changing experience”, ispirato al pirandelliano “Il fu Mattia Pascal” e che mette in scena il tema di “una persona, che, ad un’età adulta, si trova ad avere una seconda chance. Fenomeno in aumento – ha sottolineato Fornasari -, come trasmissioni quali “Chi l’ha visto?” sempre più testimoniano”. Sempre fra le produzioni, gli inediti saranno: “Albanaia”, progetto per le scuole, a testimonianza e ricordo della guerra d’Albania, e “N.E.R.D.S.” – “acronimo di ‘sindrome da riflusso non erosivo’, nella traduzione italiana -, a scavar alle radici della paure, che si celano dietro a salutismo e dipendenza da farmaci. E’ stato Amadio, qui, a sottolineare la necessità di avere un drammaturg – Bruno Fornasari – in teatro: “C’è una drammaturgia italiana giovane, che va fatta emergere, in modo che possa crescere e dare prodotti sempre migliori […] un modo di scrivere migliore […] un’attenzione al linguaggio migliore […] in grado d’influenzare la crescita degli attori anche in rapporto col pubblico”, come confida essere la sua esperienza artistica al fianco del codirettore, i cui prodotti cominciano ad essere riconosciuti ed esportati anche all’estero.
Fra le ospitalità: “Due donne che ballano” – che rientra in quel progetto di scritti se non per forza di autori donne, ma che della tematica femminile, comunque, vadano ad occuparsi: qui, del rapporto fra un’anziana e la sua badante -, Paolo Nanni – “presente per il quarto anno consecutivo con “La lettera” – ha raccontato Amadio – e che si è sentito accolto talmente bene da presentare in prima mondiale il suo “Piccole catastrofi” -, “Notturno”, regia di Filippo Renda – che ha ricordato la lezione appresa alla Accademia dei Filodrammatici, durante il periodo di formazione: “Mi hanno insegnato l’importanza dello storytelling, ché il teatro vuole, anzitutto, raccontare delle storie, prima ancora che veicolare dei prodotti intellettuali”; ed in questo, e nel conseguente desiderio di procedere ad uno studio/mappatura del pubblico per comprenderne i bisogni/desideri di visione, ha concordato lo stesso Amadio: “Cercare di capire cosa interessi al pubblico: un’urgenza che appartiene anche a noi e ci fa riconoscere in questo retro pensiero”. Sempre fra le ospitalità: “Questa immensa notte” – cooproduzione con Teatro Cargo, nonché esito di un laboratorio entro un carcere, di cui è stata restituita una divertita, ma sincera testimonianza, ma che racconta di due ex detenute, poi imprigionate nelle dinamiche asfittiche della convivenza per come ciascuno la può sperimentare nella vita di tutti i giorni -, “Va pensiero che io ancora ti copro le spalle” di Scena Verticale ed i due spettacoli di Deflorian/Tagliarini: “Reality” e “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni”, oltre alla Prima nazionale “Cock”.
Infine gli eventi speciali: “Illecite visioni” alla sua terza edizione – vivacizzata da tre novità: l’ultimo spettacolo del festival sarà poi ripreso nella Stagione, e ci saranno uno spettacolo in pomeridiana, adatto ad un pubblico di bambini, ed uno, in matinée, pensato invece per le scuole -, la rassegna “Ira in ottavo music show” – dal connubio artistico della giornalista Ira Rubini con gli Ottavo Richter, che festeggiano il decennio dalla loro costituzione – e “Con_Testo”, format di coinvolgimento registi, attori e pubblico, che ancora una volta confluiranno nella messa in scena in 24 ore di una brevissima presentazione drammaturgica a partire da un fatto di cronaca fornito al momento. La novità di quest’edizione EXPO, sarà che i 5 registi a capitanare gruppetti di altrettanti attori, saranno di 5 nazionalità diverse: certa è la presenza della Norvegia, che ha a tal punto creduto nel progetto, da importarlo.
Dunque una Stagione giovane, fresca, spumeggiante, che, vedendo ancora una volta coincidere la direzione amministrativo/organizzativa di Teatro ed Accademia, cavalca la sua oramai precipua cifra di ‘Tradizione(e) Tradimenti”, proponendo un cartellone segnato dal divertire approfondendo.
...blogger per voyeristica necessità!
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