Suq Festival 2019. Di nuovo a Genova, di nuovo al Suq. Dieci ore di treni sono il mio personale prezzo da pagare per vivere anche solo per un giorno un’esperienza unica nel panorama dei festival estivi. Ed è un prezzo che pago volentieri.
La location: la Piazza delle Feste progettata da Renzo Piano nel cuore del Porto Antico, una sala che ricorda un teatro, ma anche una barca a vela. Gli ingredienti: teatro, musica, dibattiti, cultura del cibo, incontro tra le culture. Al Suq il mondo si incontra e si mostra, la sua scenografia esalta e mescola le differenze in un affascinante melting pot. “Hanno già perso” ripeto tra me e me per tutto il giorno, pensando a chi predica divisioni e intolleranza a livello locale ed europeo.
Arrivo alle 18 di domenica 16 giugno 2019, tra il brulicare degli avventori, i profumi di incenso e di spezie sta per cominciare l’incontro “Teatro e migrazioni: buone pratiche che servono” condotto da Oliviero Ponte di Pino con Carlotta Sami portavoce UNHCR, Maurizio Bertolini e Viola Zangirolami di Social Community Theatre Centre, Carla Peirolero e Bintou Ouattara in scena la sera con “Da madre a madre”. Ciascuno degli interventi sottolinea l’importanza del teatro come spazio di libertà e come strumento per superare il dramma dei rifugiati, per entrare in contatto con persone che hanno perso la dignità (qui in Europa), per aumentare la consapevolezza della propria cittadinanza (sui rischi dell’immigrazione irregolare, o sul problema della plastica in paesi come l’Etiopia).
Durante l’incontro, viene posto l’accento anche sulla contaminazione dei linguaggi, ad esempio tra il teatro prettamente di parola occidentale e i rituali africani dove maggior spazio viene dato alla musica, al canto e alla danza. Il teatro può metaforicamente “esplodere” in certi luoghi (ad esempio dell’Africa) dove il rapporto quotidiano con il proprio corpo è diverso, essendoci molto più lavoro fisico e manuale.
Dopo cena (anche quest’anno è dura scegliere tra le 14 differenti cucine!) ci spostiamo alla Chiesa di San Pietro in Banchi per la prima nazionale di “Da madre a madre”, spettacolo che nasce da un’idea di Carla Peirolero ispirato a “L’anello forte” di Nuto Revelli scritto ed interpretato da Irene Lamponi, Bintou Ouattara e Carla Peirolero. Presente in sala il figlio di Rovelli, Marco, protagonista nel pomeriggio di un incontro dedicato al padre in occasione del centenario della nascita.
Prendendo come pretesto la celebrazione di un matrimonio misto (mai location fu più adatta), lo spettacolo racconta le similitudini tra antiche e odierne schiavitù con cui le donne devono combattere ogni giorno. Sia in Africa che nell’Italia anni Venti (quella di Revelli) e anni Cinquanta (quella di Ghitina nonna di Carla Peirolero filandera a Mondovì). Uno spettacolo che parte da uno scambio di ricordi tra le attrici e che commuove per come ci mostra la forza e allo stesso tempo il dolore che accomuna tutte le donne e che in questo caso vengono ben evidenziati dalle protagoniste, di provenienza e generazioni differenti.
Finito lo spettacolo, è ora di tornare al Suq dove sta per cominciare il concerto di Chilla, “rappeuse” francese venticinquenne famosa per i suoi testi femministi per la prima volta in Italia (e solo per la seconda volta fuori dalla Francia). Il concerto, realizzato in collaborazione con il Genova Hip Hop Festival, fa ballare il coloratissimo parterre di giovanissimi accorsi per l’occasione. Il rap mi sembra proprio il giusto canale per rilanciare i temi del festival (per il triennio le parole chiave sono “Donne. Isole. Frontiere“) per i prossimi vent’anni: un genere musicale votato alla contaminazione e all’intercultura, amatissimo dalle nuove generazioni e che se si scrolla di dosso una certa etichetta machista può davvero diventare un mezzo espressivo per il dialogo.
Il Suq Festival 2019 continua a Genova fino al 24 e poi il 27 con un evento finale a Ventimiglia. Consulta il sito per il programma dettagliato!
Piccola gallery Suq Festival 2019
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