MigrAzioni: performando oltre il circolo polare artico

L’idea di scrivere a distanza di anni sui luoghi che hanno ospitato il progetto internazionale Stracci della Memoria, deriva dal fatto di volerne celebrare i 10 anni di ricerca che ci hanno portato a confrontarci con culture e tradizioni performative provenienti da tutto il mondo.

La nostra rubrica Instabili Vaganti on tour su fatti di teatro è nata due anni fa con un primo racconto di viaggio in Tunisia, dove abbiamo diretto un workshop e realizzato una performance con i partecipanti proprio sui temi del progetto Stracci della memoria.

In questo 2016 dedicato a ripercorrere la storia del progetto e ricucire gli stracci della memoria , ci è sembrato importante condividere con i nostri lettori alcune delle tappe antecedenti, trascorse in luoghi affascinanti e suggestivi, che hanno reso Stracci della memoria una delle più importanti esperienze del nostro lavoro di ricerca. In un percorso a ritroso nel tempo vi porteremo oltre il circolo polare artico, nel cuore dell’avanguardia mitteleuropea, nel neonato Cossovo, tra i monasteri abbarbicati della rocciosa Armenia, fino ai villaggi sperduti tra le risaie coreane.

Il nostro viaggio comincia dagli sterminati paesaggi della Lapponia svedese.

Siamo stati invitati a prendere parte al Festival FloatKalosset, in un’isoletta dei tanti laghi in cui si specchiano i cieli del Nord. Un posto irreale che ha stimolato la nostra immaginazione facendoci subito pensare a sviluppare una parte del lavoro a contatto con i luoghi naturali. Da sempre, nel progetto, il rapporto con i luoghi e le strutture architettoniche è stato fondamentale per noi. In questo caso, in particolare, volevamo che la bellezza del posto rimanesse in qualche modo parte integrante del progetto.

Abbiamo deciso quindi di sviluppare un lavoro in collaborazione con Luana Filippi, artista visiva e fotografa che ci ha affiancato nell’elaborazione del progetto stesso, fin dalla sua nascita. Luana ha creato per noi alcune maschere rituali zoomorfe che sono entrate a far parte della nostra ricerca: uccelli, orsi, felini, hanno preso il volo insieme a noi.

Da Stoccolma a Gallivare: 15 ore interminabili di viaggio in treno, per arrivare oltre il circolo polare artico. Veniamo ospitati in una casetta di legno, che accoglie tutti gli artisti. Pieno agosto, la temperatura media è di 8 gradi. Al tramonto sembra che il tempo si fermi, il cielo prende tutte le tinte di azzurro, rosa, violetto, e resta così tutta la notte, fino all’alba. Accanto alla casetta una sauna con finestra che si affaccia sul lago. Ceniamo tutti in una scuola, dove i disegni dei bambini associano al mese di febbraio la luna e le stelle e tentiamo di immaginare come può essere vivere il quel luogo durante l’inverno. I racconti della gente del posto ci appaiono incredibili: nei mesi più freddi, senza una sciarpa davanti alla bocca non si può respirare perché si rischia il congelamento di bronchi e polmoni e inoltre le strade sono tunnel scavati nella neve. Dopo 5 giorni di lavoro negli spazi all’aperto, comincia il Festival, tutti arrivano sull’isola da un lungo ponte di legno in cui bisogna fare attenzione a non cadere. Noi arriviamo in barca, con le nostre maschere e i personaggi che le animano e che in quei giorni si sono caricati di nuovi significati. Siamo li, su una zattera sul lago, mentre il pubblico ci guarda attonito, pensando a queste figure che incarnano lo spirito della propria terra, a questi uccelli in “Migrazione”.

E’ stato grazie alle suggestioni di questa terra lontana ed alla collaborazione con Luana Filippi che è nato MigrAzioni, un lavoro fotografico e performativo, sviluppatosi dal progetto Stracci della Memoria, creato in collaborazione con Instabili Vaganti, in Lapponia e divenuto poi autonomo.

Lasciamo la parola a Luana Filippi per introdurre la gallery fotografica e il video scelti per voi, dandovi appuntamento alla prossima puntata tra le montagne armene.

MigrAzioni ha origine dal nucleo di ricerca a carattere multidisciplinare ed internazionale: Rags of Memory, giunto quest’anno al suo decimo anniversario di fondazione. Del fulcro originario, MigrAzioni mantiene la prospettiva di percorso artistico trasversale condotto attraverso il tema della memoria. La riflessione proposta si orienta sull’identità di luoghi naturali ed urbani e delle memorie semantiche, ad essi collegati. Il progetto rappresenta un focus fotografico e performativo della relazione spazio/società attraverso l’uso della maschera animale totemica, con la finalità di rilevare l’ethos originario del luogo con cui la ricerca entra in contatto. In questi scatti è documentata la prima fase sviluppata negli ambienti boschivi della Lapponia svedese. Regione capace ancora oggi di essere un catalizzatore di tradizioni culturali, in cui scovare le radici più profonde di un immaginario visivo fiabesco sempre più circoscritto dall’urbanizzazione. “

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=oSt0D9fUg4A?rel=0&w=853&h=480]

 

 

 

 

Instabili Vaganti
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novembre, 2024

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