Con i due giorni alla rassegna Resistere e Creare di Genova lo scorso fine settimana si sono conclusi tre mesi di fuoco che provo a riassumere in un unico articolo. Per una volta lascio perdere le collaborazioni, i workshop, le partnership e i social per concentrarmi su alcune cose che ho visto, da spettatore privilegiato, da metà luglio a metà ottobre in giro per la Penisola.
Luglio: il festival Lunathica
Il festival Lunathica 2022 si è svolto nella piazze di otto piccoli comuni della Città Metropolitana di Torino, a nord del capoluogo verso le valli di Lanzo e le montagne. Qui ogni anno le compagnie di circo e teatro di strada (provenienti quest’anno da Italia, Francia e Spagna) incontrano un pubblico vero e appassionato. L’ingresso agli spettacoli è gratuito, l’uscita è a cappello. Ho visto tantissimi spettacoli tra cui cito: lo spettacolare utilizzo del fuoco in Amor della Compagnie Bilbobasso, le atmosfere anni Novanta tra circo e beatbox di Boucan di Cirk Biz’art, il racconto onirico e sonoro di Le silence dans l’echo di CirkVost, la dolcezza delle figure di Mettici il cuore di Nina Theatre.
Luglio: il Progetto Naturae della Compagnia della Fortezza
Nell’anno di Volterra prima città toscana della cultura 2022 la Compagnia della Fortezza fondata e diretta da Armando Punzo, dopo il debutto in carcere con Naturae. La valle della permanenza (qui le foto di Nico Rossi) l’ultimo atto di una ricerca durata otto anni, è uscita dalle mura della Fortezza per riadattare il proprio lavoro in spazi unici: l’Anfiteatro del Triangolo Verde di Peccioli (un incredibile spazio di arte e spettacolo all’interno di un impianto di smaltimento di rifiuti all’avanguardia), la Salina Locatelli di Saline di Volterra (progettata da Pier Luigi Nervi), il Teatro del Silenzio di Lajatico (ospite del concerto di Andrea Bocelli).
Agosto: il Pan Festival a Riva del Garda
Son stato alla prima edizione di Pan Festival a cura di Seesaw Project (qui trovi un podcast), dove si rifiutano le etichette e c’è un’energia coinvolgente grazie sopratutto a uno staff giovanissimo. Due giorni funestati dalla pioggia ma che non hanno impedito lo svolgersi degli eventi, tra cui segnalo la danza urbana, elegante e leggera di MM di e con Lucrezia C. Gabrieli. A Pan Festival passi dal teatro, alla danza, dal talk al djset. Ebbene sì, ero il più anziano.
Foto: MM di Lucrezia C. Gabrieli
Agosto: il Collettivo Clochart
Una summer school teatrale immersa nella natura, rispettandola, durante la quale le ragazze e i ragazzi più grandi (adolescenti) si prendono cura dei piccoli attraverso percorsi artistici (come ad esempio la rassegna Cura il futuro) e inclusivi. Questo e molto altro fa il Collettivo Clochart a Rovereto e nelle Valli Giudicarie. Tra le varie cose che ho fatto, mi sono ritrovato a fare un percorso sensoriale bendato condotto da una quindicenne!
Foto: con il Collettivo Clochart
Agosto: Catch me di Illoco Teatro a Teatro nel Bicchiere
Al Teatro Castagnoli di Scansano, per il festival Teatro nel Bicchiere, ho assistito al debutto di Catch me la nuova creazione di Illoco Teatro, spettacolo che nasce dopo la scoperta, in un baule comprato a un mercatino dell’usato, del mondo di un perfetto sconosciuto: Ennio. Raccontando i suoi ricordi gli attori stessi si raccontano, e gli spettatori, sbirciando tra gli oggetti di uno sconosciuto, rivivono la propria vita.
Settembre: Moby Dick sotto la tempesta a Mirabilia
Lo spettacolo Moby Dick, colossale produzione di teatro urbano del Teatro dei Venti che gira l’Europa (e presto speriamo il mondo) da qualche anno, è andato in scena sotto la tempesta durate il festival Mirabilia nella piazza grande di Cuneo. Contro tutte le aspettative i performer hanno realizzato un miracolo, e grazie allo sforzo congiunto con l’organizzazione del festival è accaduto qualcosa che rimarrà per anni nei cuori dei presenti. Qui ho scritto un post a caldo!
Mirabilia è il mio festival preferito, quest’anno l’ho segnalato anche al primo turno del Premio Rete Critica.
Settembre: Totem Scene Urbane
Totem Scene Urbane, a cura di Teatro Nucleo, si svolge da dieci anni a Pontelagoscuro (Ferrara). In cinque giorni ho visto di tutto: danza, circo, una performance partecipata, il flamenco, il rap, il teatro di parola, quello visivo, quello musicale, quello urbano. Ho visto spettacoli itineranti e site specific, tra questi cito: la performance di circo teatro INperfetta di Paola Berton, dove l’hula hoop e la manipolazione di oggetti diventano una storia, l’attenta riflessione sul guardare, sul vuoto e sull’immagine di Chorea Vacui di TeatrInGestAzione, e infine il Pasolini pop, adatto per tutte le piazze, nel teatro attoriale e musicale di P.O.P – Piccola Orchestra Pasolini di Teatro Nucleo (qui linko un articolo di Renzo Francabandera con il quale abbiamo condiviso una serata di visioni).
Settembre. l’evento In-Forma a cura di Assitej Italia
Ogni anno la comunità di Assitej Italia, composta da operatori del teatro ragazzi, si incontra per due giorni di formazione e confronto. Quest’anno, grazie all’intuizione di Irene Paoletti della compagnia grossetana Anima Scenica Teatro, la sede dell’incontro è stata il Parco della Maremma di Alberese per un’edizione “in natura”. Nel parco, ho avuto la fortuna di partecipare a un laboratorio con Sista Bramini e a un epico trekking verso l’Abbazia medievale (abbandonata) di San Rabano, nel cuore del parco con vista mare, dove abbiamo anche partecipato a un workshop con il coreografo danese Andreas Denk.
Settembre: il Roma Circ Fest
All’interno della programmazione della prima edizione del Roma Circ Fest si è tenuto lo Young Circus Festival, un progetto di formazione e promozione del circo contemporaneo per la fascia adolescenziale, da un’idea di Massimo Albano. Con la direzione artistica di Milo Scotton, alcune scuole di circo proveniente da Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna si sono ritrovate per una tre giorni di workshop e un contest che ha premiato le migliori performance. Performance a volte ingenue ma di una freschezza non banale, che hanno abbracciato molte discipline circensi e si sono distinte per l’originalità.
Ottobre: il Festival dello Spettatore
Frequento il Festival dello Spettatore di Arezzo dalla prima edizione. Quest’anno il momento più emozionante è stato sicuramente, in una sala della Fortezza Medicea situata in vetta alla città, la presentazione di Miss Lala al Circo Fernando, ideazione e regia Chiara Frigo, spettacolo durante il quale Marigia Maggipinto, storica danzatrice del Tanztheater di Pina Bausch ci racconta aneddoti della sua carriera. E lo fa facendoci scegliere tra alcuni dei suoi ricordi/oggetti su un tavolo, ognuno con una storia da raccontare. Tra danza e memoria, i pochissimi spettatori ammessi a ciascuna replica instaurano un rapporto davvero speciale con la performance.
Indimenticabile anche il Cappuccetto rosso nel bosco tra i colori autunnali del Prato di Arezzo di Zaches Teatro!
Ottobre: la rassegna Resistere e Creare del Teatro della Tosse
Ho vissuto gli ultimi due giorni della rassegna del Teatro della Tosse da quest’anno con la nuova direzione artistica di Linda Kapetanea e Jozef Frucek, fondatori della compagnia greca di danza RootlessRoot, che affiancano l’infaticabile e onnipresente Marina Petrillo. Ho potuto rivedere Room 22 di Funa Eventi Verticali, un duo nel quale Valeria Nappi e Marianna Moccia (#SelfieStick) si incontrano, si studiano, si assaporano in una performance originalissima che nasce per le piazze ma che nella versione indoor (l’ho visto nel foyer del Teatro della Tosse) non perde la sua magia. A seguire, nella sala grande, l’energia viscerale di Kalakuta Republik coreografia Serge Aimé Coulibaly. Tutta la passione, la rabbia, l’impegno dei giovani e delle giovani del Burkina Faso in un rito allo stesso tempo ancestrale e contemporaneo sulle note di Fela Kuti. Il giorno seguente ho assistito alla prima nazionale di The ranch is empty del collettivo Poetic Punkers capitanato da Natalia Vallebona e Faustino Blanchut (#SelfieStick). Al termine di tre giorni di laboratorio con una quindicina di partecipanti è andata in scena una performance urbana dove i corpi muoiono, cadono, si aggrappano e si sostengono, vittime e carnefici del progresso e delle migrazioni. E di mezzo c’è anche Sebastião Salgado.
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