3 tavoli di discussione, 9 artisti segnalati dalle oltre 30 testate che hanno partecipato all’edizione 2020, 3 moderatori e 3 esperti, un documentario presentato online, oltre 100 partecipanti per una due giorni il 4 e 5 dicembre 2020 dedicata al teatro di domani. Questa è stata la sfida di Rete Critica 9 e 3/4, in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto: in un anno di grande incertezza è stato realizzato un nuovo format interamente digitale per arginare le restrizioni.
Dal 2011 Rete Critica segnala l’avanguardia della scena teatrale italiana. In un anno che ha visto il mondo della cultura, e del teatro, in forte difficoltà, la Rete ha voluto rinunciare al consueto Premio, segnalando però i progetti e le iniziative che hanno saputo interpretare il cambiamento di questi mesi. L’edizione rinominata 9 e ¾ è diventata una mappatura nazionale di progetti artistici realizzati tra marzo e agosto 2020, usata come punto di partenza per una riflessione comune sul teatro del futuro. La ricognizione completa dei soggetti segnalati è disponibile sul sito di Rete Critica.
I tre tavoli
Sono stati due giorni di approfondimento tematico, in cui si è stato dato spazio alla parola e alla riflessione a partire dalle esperienze degli ospiti segnalati dalla rete, e arricchiti dalla voce degli esperti chiamati a raccontare il proprio punto di vista sulla situazione attuale.
Tavolo 1: Teatro e politica
Teatro è politica, ma, ancora di più, è politica la necessità di ripensare il teatro in questi tempi pandemici. E se il ripensamento passa soprattutto dal digitale, attraverso piattaforme che utilizzano algoritmi, il professor Giovanni Boccia Artieri invita a scorgere anche gli algoritmi che popolano la realtà al di fuori degli schermi: hackerarli, mettendo in luce pratiche alternative o mostrandone i limiti, è forse la vera azione politica del teatro. Kepler 452, C.Re.S.Co e Giorgina Pi – con Gabriele Portoghese, pur da punti di vista diversi, raccontano il loro modo di mettere il dito nell’ingranaggio.
Tavolo 2: Teatro in ascolto
Una delle principali necessità della prima ondata pandemica è stata quella di sconfinare dalle mura domestiche, testimoniando la propria esistenza e riconoscendo quella altrui. Tra gli altri mezzi, la produzione e la ricezione di contenuti audio si è rivelata fondamentale per esaudire questo bisogno, tanto che Roberto Sacchettini, citando Lane Dann, ha parlato di una “Audio Media Revolution”. Una riscoperta dell’ascolto a cui Frosini/Timpano, Campsirago Residenza (qui un report dell’ultima edizione del festival Il giardino delle Esperidi) e Radio India hanno partecipato, cercando di stabilire con il pubblico un rapporto comunitario basato sul reciproco intervento.
Tavolo 3: Danza e immagine
Una realtà “sghemba” che può produrre possibilità di creazione: così Roberta Nicolai, ospite del terzo tavolo, visualizza i tre quarti eccedenti della frazione che dà il titolo all’edizione del Premio. Elemento comune – detonatore – del dibattito, moderato con cura da Laura Gemini, è il corpo, quello di Balletto Civile (qui un post con fotogallery di MAD) che “crea spazi”, quello “testimone” di Paola Bianchi e il corpo “dell’eccezionalmente piccolo” di Teatrino Giullare. Ne son venuti fuori deragliamenti magici, di sinergie e distanze, su coreografia e trasmissione della danza, serialità e uragani.
Trovare soluzioni e risposte sul futuro del teatro è un compito ambizioso e che non si può esaurire in qualche ora ma questi tre tavoli tematici hanno mosso questioni, raccontato esperienze e sviscerato cosa le ha fatte nascere, sono emersi pensieri, domande che hanno scaldato di passione – professionale e sentimentale – un’occasione di ritrovo a forzata distanza. Gli ospiti tutti hanno saputo “immaginare” e lavorare in apertura, hanno offerto contenuti sfaccettati e stimolanti e dimostrato che il futuro teatrale e culturale è indissolubilmente legato alla partecipazione e alla condivisione.
Il documentario
Venerdì sera è stato inoltre presentato in prima visione assoluta lo short doc “Rete Critica 9 e 3/4” dedicato ai dieci anni di Rete Critica, a cura di Simone Pacini e scritto e diretto da Andrea Esposito. Un’occasione per ripercorrere la storia e l’origine del premio fin dalla sua prima edizione attraverso le immagini e le testimonianze dei vincitori e di coloro che hanno animato questo appuntamento.
Con gli interventi di Oliviero Ponte di Pino, Massimo Ongaro e di artisti, compagnie e progetti vincitori: tra gli altri Gianni Farina di Menoventi (2011), Daniele Timpano (2012), Case Matte e Puglia Off (2015), Davide Lorenzo Palla e Zona K (2016), NEST Napoli Est Teatro e Mario Gelardi del Nuovo Teatro Sanità (2017), Kepler-452 (2018) e Stefano Tè del Teatro dei Venti (2019).
Un amarcord cine-teatrale brillante e sorprendente per la capacità di rendere la ricchezza del lavoro di Rete Critica in questi dieci anni di attività. La consapevolezza di aver fatto la cosa giusta, e la volontà di continuare a viaggiare per raccontare le scene e tutto il nuovo che ne verrà.
1 commento su “Rete Critica 9 e 3/4: documentario e approfondimenti online per l’edizione 2020”
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